sabato 28 dicembre 2019

Cosa fai a Capodanno? Un viaggio

Che cosa fare a Capodanno? Un viaggio. Un viaggio indietro nel tempo, nei dodici mesi che ora si concludono, un viaggio a ritroso tra le gioie e le ferite che si sono impresse nell’anima. Il viaggio, per chi crede, può trasformarsi in Te Deum, in canto di lode al Signore per i doni concessi. Per tutti, questo viaggio all’indietro nell’anno trascorso può diventare occasione di rinascita. Perché tutto questa notte acquista una luce particolare, perché tutto può essere rivissuto come da un altopiano, con il distacco necessario e la lucidità conquistata, perché “da lontano tutto è nitido, da lontano in un attimo il sereno si intravede già, e i temporali si allontanano”. Non partiamo soli, riempiamo le nostre valigie di testimoni luminosi, capaci non solo di indicarci la strada giusta, ma di camminare al nostro fianco.

Il 31 dicembre accendere una lanterna cinese

lunedì 23 dicembre 2019

"Soul": dove rinasce l'Europa

“L’uomo sembra indifferente a Dio, ma nel suo cuore abita un desiderio che non si può estirpare. Dio è l’Eterno, e nel cuore dell’uomo c’è sempre il desiderio dell’Eternità.” E ancora: “La vita monastica ha sempre la capacità di rifiorire, anche nelle circostanze più difficili della storia.” Perché: “La vita monastica rappresenta Cristo cercato in una vita semplice, fraterna, di Vangelo vissuto.”

Perle di speranza dall’incontro tra Monica Mondo e due monache trappiste di Vitorchiano, da “Soul” del 22 dicembre. Per prepararci al Natale che viene, per ricostruire l'Europa dalle fondamenta.

mercoledì 18 dicembre 2019

Come prepararsi al Natale?

Che cosa significa “attendere il Natale”? Come possiamo avvicinarci al Mistero che spalanca la notte del 24 dicembre? Come prepararci alla venuta di Gesù? Questo tempo di attesa può essere vissuto anche da chi non ha fede, anche da chi sta attraversando la sua notte oscura? Papa Benedetto XVI, nella celebrazione dei vespri per l’inizio dell’Avvento del 28 novembre 2009, ha dato risposta a queste e a tante domande che animano il cuore dell’uomo che si prepara al Natale. Perché ogni cuore vivo prima o poi si scontra con le grandi domande di senso, e non censurarle significa aprirsi alla speranza.
  
La città decorata da centinaia di luci di Natale

lunedì 16 dicembre 2019

Novena di Natale: manca ancora il bonus

Novena di Natale. Lo leggi di sfuggita, tra uno stato WhatsApp e il quotidiano che rischia di macchiarsi di caffè. Novena di Natale. Riprendi a sfogliare il giornale e intanto pensi al programma della giornata, che come sempre è troppo intricato per lasciar intravedere una fine a orari decenti. Novena di Natale. Ovvero meno 9 giorni al 25 dicembre.

Il tempo non finge comprensione per i tuoi programmi e accelera, sì, accelera: è questo che fa da oggi fino al 24 sera. Con un balzo supersonico ti scaraventa in avanti, e ti trovi nel cuore della festa senza neanche esserti fatto la barba. Il pericolo è qui, sulle spalle, come un avvoltoio: arrivare alla festa senza il vestito bello, senza il regalo. Insomma, per uscire dalla metafora, con il cuore ancora distratto. 

Immagine della Sacra Famiglia dal presepe

venerdì 13 dicembre 2019

C'è posto per me nella Chiesa?

Matrimonio, prete, suora, frate. Ecco gli stati di vita possibili, ecco i modelli ai quali dobbiamo conformarci. Questa è l’immagine della Chiesa che solitamente passa, una Chiesa allineata ai valori, più esposti che vissuti, di una società borghese in crisi (rileggere Svevo oggi è illuminante). Ma la nostra identità deve passare per forza da un modello? Una regola di vita è una violenza alla nostra identità? Se siamo unici, irripetibili, diversi, perché dobbiamo aderire a un modello statico e universale? 

Immagine della Quinta Direzione nel seminario vescovile di Pavia

giovedì 12 dicembre 2019

Soul Food: avete mai volato con il cuore?

Poi all’improvviso ti rivedi sul muro del convento di Santa Maria Incoronata di Canepanova… La prima sera della nuova edizione di “Soul Food 4 You”, quando sono state proiettate nel chiostro del convento alcune delle immagini più significative dello scorso anno, è stato ancora più facile rendersi conto della fortuna. La fortuna di esserci, di far parte di un progetto nuovo, la fortuna di condividere un’alternativa di senso con altri giovani inquieti.

Sì, perché è questa la cifra distintiva di Soul Food: l’inquietudine. Semplicemente, tutto è troppo poco. Abbiamo il futuro nelle nostre mani? Abbiamo mille possibilità di scelta? Possiamo cambiare la nostra vita tutte le volte che vogliamo? A noi tutto questo non basta. C’è qualcosa di più, che continuamente sfugge eppure continuamente richiama: il senso. Perché abbiamo il futuro nelle nostre mani? Perché abbiamo mille possibilità di scelta? Perché cambiare tutto?

Proiezione foto da Soul Food 4 You sul convento di Canepanova

martedì 10 dicembre 2019

Dov’è finita Milva?

«Ma dov’è finita la tua Milva?». La domanda scoppia così, all’improvviso, nell’aria gelida di Milano. È la sera di Sant’Ambrogio, manca poco all’ora di cena. La sosta davanti alla vetrina di una grande libreria risveglia la curiosità di un amico. Sugli scaffali sono esposti gli ultimi arrivi: decine e decine di dischi stampati per il Natale. Alcuni nati da un’ispirazione, altri da un calcolo, alcuni già onnipresenti in radio, altri invece ancora in attesa di essere scoperti. 

Milva ascolta il disco di Mina Fossati fotografata dalla sua assistente Edith Meier

lunedì 9 dicembre 2019

San Siro: l'impronta dei santi nella città degli uomini

La storia di Pavia è costellata di testimoni luminosi: uomini «che hanno fatto della loro esistenza un dono d’amore a Dio e agli altri», uomini che sono «un dono per tutti e generano un bene per tutti, credenti e non credenti, lasciando una traccia viva nella Chiesa e nella città degli uomini». È ruotata attorno alle figure di quattro uomini che hanno segnato la storia della città l’omelia del vescovo Corrado Sanguineti per la solennità di San Siro. Una celebrazione che ha unito San Siro, patrono della città e della diocesi, San Riccardo Pampuri, del quale è in corso l’anno giubilare, don Enzo Boschetti, nel luglio scorso dichiarato “venerabile”, e monsignor Carlo Allorio, vescovo di Pavia dal 1942 al 1968.

L'altare di San Siro nel duomo di Pavia

All’inizio del solenne pontificale è stata data lettura del decreto di venerabilità del Servo di Dio don Enzo Boschetti, firmato dal cardinal Angelo Becciu e dall’arcivescovo Marcello Bartolucci. «I testimoni che stanno davanti a noi hanno tratti e cammini originali: San Siro è il vescovo evangelizzatore che ha posto i fondamenti della nostra Chiesa; San Riccardo, per la maggior parte della sua vita, è stato un semplice laico cristiano, medico amato nella campagna di Morimondo, e solo negli ultimi tre anni di vita è diventato religioso nell’ordine ospedaliero dei Fatebenefratelli – ha spiegato il vescovo Corrado durante l’omelia –; don Enzo, come prete, si è lasciato interpellare da forme nuove di povertà sociale ed esistenziale, soprattutto nel mondo dei giovani, della Pavia a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, e ha speso la sua vita in un’appassionata opera educativa, affrontando inizialmente non poche incomprensioni e fatiche; il vescovo Carlo Allorio, pastore in anni di profondi cambiamenti culturali e sociali, ha amato con cuore di padre il suo popolo, i suoi sacerdoti, e ha favorito nuove forme di pastorale, dando impulso al laicato nelle parrocchie, negli oratori, negli ambienti sportivi e sociali». 

Il vescovo Corrado sul pulpito del duomo per l'omelia

Avvento: assomigliare a Maria

Domenica, Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, sul foglietto della messa era presente una meditazione di mons. Giovanni D’Ercole, vescovo di Ascoli Piceno. Ve la ripropongo qui, con l’augurio che possa essere una piccola scintilla di luce per l’Avvento. Una buona lettura per questi giorni di attesa, di soste silenziose nelle chiese delle nostre città davanti ai presepi, davanti a un Mistero che cambia il mondo.  

Foglio della messa per la solennità dell'Immacolata Concezione

venerdì 6 dicembre 2019

Preghiera dei giovani a Maria

Maria, Vergine del silenzio,
non permettere che davanti alle sfide di questo tempo
la nostra esistenza sia soffocata dalla rassegnazione o dall’impotenza.
Aiutaci a custodire l’attitudine all’ascolto,
grembo nel quale la parola diventa feconda
e ci fa comprendere che nulla è impossibile a Dio.
Maria, Donna premurosa,
destaci dall’indifferenza che ci rende stranieri a noi stessi.
Donaci la passione che ci educa a cogliere il mistero dell’altro
e ci pone a servizio della sua crescita. Liberaci dall’attivismo sterile,
perché il nostro agire scaturisca da Cristo, unico Maestro.
Maria, Madre dolorosa,
che dopo aver conosciuto l’infinita umiltà di Dio
nel Bambino di Betlemme,
hai provato il dolore straziante di stringerne tra le braccia
il corpo martoriato,
insegnaci a non disertare i luoghi del dolore;
rendici capaci di attendere con speranza quell’aurora pasquale
che asciuga le lacrime di chi è nella prova.
Maria, Amante della vita, preserva le nuove generazioni
dalla tristezza e dal disimpegno.
Rendile per tutti noi sentinelle
di quella vita che inizia il giorno in cui ci si apre, ci si fida e ci si dona.

La corona dell'Avvento nella chiesa di Santa Maria del Carmine a Pavia

Questa preghiera, conosciuta anche come “Preghiera per l’Educazione”, chiude il documento programmatico della Conferenza episcopale italiana per il decennio 2010-2020 dedicato alla formazione, dal titolo “Educare alla vita buona del Vangelo”. È stata recitata al termine della Santa Messa di Avvento per gli universitari nella chiesa di Santa Maria del Carmine, a Pavia, il 5 dicembre 2019. 

mercoledì 4 dicembre 2019

Avvento: un tempo per rimanere

Nelle oasi dell’est ci sono le baccanti che fanno la festa 
le baccanti fanno la festa e s'inebriano col nettare di Bacco 
e dentro l’acqua i capelli scintillanti, i capelli scintillanti. 
Silenzioso il sottomarino lancia i siluri e se ne va
in fondo al mare, in fondo al mare, in fondo al mare. 
Aeromobili da caccia ad ovest 
fanno cadere la tempesta atomica. 
È un mistero il mondo intero, sentimento non ne ha più...” 

Immagine dal blog di Costanza Miriano articolo di Giacomo Bertoni sull'Avvento

«La città si accende per Natale, i bar si riempiono mentre il sole tramonta, nelle vetrine si specchiano passanti veloci carichi di borse. Voi non avete voglia di scappare? Di fuggire lontano? Solo per qualche giorno, solo per poco. Da bambini queste settimane erano l’attesa per i regali, per il misterioso passaggio di Gesù Bambino e del suo asinello con grandi sacchi pieni di doni per i bimbi buoni. Con il passare degli anni questa costruzione di cristallo ha iniziato a opacizzarsi, a scheggiarsi. (…)». Per il blog di Costanza Miriano, una riflessione sull’Avvento.

venerdì 29 novembre 2019

Da grande voglio fare...

Ma tu, che cosa vuoi fare da grande? Hai ancora il coraggio di porti la domanda, una domanda «politicamente scorretta in questo tempo che non ama le scelte»? L’idolo dei nostri anni è l’indeterminatezza: «Al centro di tutto c’è un ego edonista che vuole soddisfarsi e che non accetta limitazioni – ha spiegato don Luca Massari nel nuovo appuntamento con “La quinta direzione” –. La vita è intesa come un foglio bianco, oppure come un foglio scritto con la penna cancellabile. Ma in questa indeterminatezza, ad essere precaria diventa la tua storia. In questa indeterminatezza, in uno scorrere senza una direzione, pesca il consumismo».

Sempre alla ricerca di nuovi burattini infatti, di nuove pedine isolate, grigie, manipolabili e interscambiabili, il consumismo approfitta di una situazione che rischia di essere quella incisa sull’epitaffio tombale di Cyrano de Bergerac, che “in vita sua fu tutto e non fu niente”. 

Immagine con Snoopy che dice da grande voglio fare la persona felice

lunedì 25 novembre 2019

Ticino: l'esondazione e la resilienza

«Sono i pro e i contro di vivere qui». Così spiega un borghigiano alla giornalista di SkyTg24. L’acqua del Ticino gli supera le caviglie e corre dentro al cortile della sua casa, ma lui non sembra darci troppo peso.

Il Ticino esonda a Pavia in via Milazzo

Intorno alla troupe l’attività continua frenetica: la barca della polizia locale si avvicina alla riva, ne scendono il sindaco Fabrizio Fracassi e il comandante Flaviano Crocco. «Ci sono case sommerse per oltre un metro – racconta il sindaco –, è difficile fare previsioni su quello che accadrà nelle prossime ore, molto dipende dall’acqua che arriva dal Piemonte. Stiamo valutando se chiudere anche il Ponte Coperto al traffico, ma soprattutto siamo qui, a disposizione dei pavesi»

I borghigiani si aiutano durante l'esondazione del Ticino

venerdì 22 novembre 2019

"Dobbiamo smettere di usare la vita come un paravento"

Come ogni mattina ci svegliamo, facciamo cose, le facciamo perché le dobbiamo fare, ma dentro di noi avvertiamo il desiderio profondo di capire chi siamo, dove stiamo andando, perché siamo nati. Viviamo gran parte della nostra vita calati nel mondo, procedendo a tentoni, per tentativi: sarà questa la donna della mia vita? Tento. Sarà questa la facoltà giusta? Tento. Sarà questo il modo giusto di stare al mondo? Tento. Abbiamo bisogno di qualcuno che ci apra gli occhi, che ci ricordi il vero motivo per cui vale la pena tutto.

Questo desiderio è la vocazione: ovunque nasce un uomo o una donna, si porta addosso un desiderio di vocazione, un desiderio di tenere gli occhi aperti sul motivo per cui la sua vita vale la pena. E così il Vangelo di Marco (10,46-52), con il cieco Bartimeo che grida a Gesù, è diventato specchio della nostra vocazione nella catechesi di don Luigi Maria Epicoco, ospite della diocesi di Pavia per la catechesi di Avvento dedicata ai giovani. 

Gesù guarisce il cieco Bartimeo, dal Vangelo di Marco

lunedì 18 novembre 2019

Chiesa e giovani (2): luce nella notte

Chi non ha una preghiera nascosta nel cuore? Chi non ha una paura che lo blocca, un desiderio che lo anima, una speranza che lo fa vivere? Chi non ha bisogno di una luce per illuminare la notte? Ci sono incontri, segni, gesti che parlano al cuore di tutti i giovani di buona volontà: continua il nostro viaggio “Chiesa e giovani”. 

Lo skyline di Firenze, di notte, è segnato dalla grande cupola del Brunelleschi illuminata
Foto di Rolanas Valionis da Pixabay

Venerdì 23 ottobre, ore 21.30, Duomo, cupola illuminata. L’appuntamento è di quelli che non si possono perdere: si replica “Luce nella notte”. L’evento, proposto l’anno scorso grazie alla collaborazione della pastorale universitaria con i frati Minori, aveva colpito la movida pavese con la sorpresa di una Cattedrale aperta di notte, dove qualunque giovane desideroso di pregare, confessarsi, ma anche solo parlare e confrontarsi era il benvenuto. Anche stavolta siamo stati divisi in quattro gruppi: chi avrebbe animato la serata con il canto, chi avrebbe girato le strade della movida per invitare i ragazzi all’evento, chi avrebbe fatto accoglienza in Cattedrale e chi avrebbe pregato perché questo momento speciale potesse essere illuminato dallo Spirito Santo.

Scelto per il servizio di accoglienza, ho avuto la fortuna di incontrare per tutta la serata e buona parte della notte la vera Pavia notturna, una Pavia che la parola “movida” non sa descrivere appieno. Il degrado che toglie colore alle vie del centro la notte ferisce il cuore di chi ama Pavia e vorrebbe poterla vivere in serenità sempre, ma sembra impossibile trovare soluzioni. Se è vero che la repressione, le multe ed i controlli non bastano, anche se sarebbe gradito vederne di più, occorre impegnarsi per creare alternative ricche di senso alle serate vuote fatte di alcool e fumo. “Luce nella notte” è stato anche questo. 

venerdì 15 novembre 2019

Esuberi alla Provincia Pavese: non numeri ma persone

Morena, Monica, Elena, Roberta, Gianpiero, Giulio, Monia. I loro nomi mi sono esplosi nella testa appena ho saputo la decisione di GEDI di tagliare 121 poligrafici nelle 15 testate del gruppo, 7 di questi a Pavia, alla Provincia Pavese. Perché dietro a questo numero, 7, dietro a questa parola, poligrafici, parola forse misteriosa per i non addetti ai lavori, ci sono volti, voci, sorrisi, lavoro.

Sono i poligrafici che ti accolgono quando entri nella redazione di viale Canton Ticino, sono loro che rispondono al telefono, al 434511, sono le loro voci che danno risposta alle domande dei lettori, che li rassicurano, che li consigliano. I poligrafici sono il primo contatto con la città, sono l’anello di congiunzione fra i lettori e i giornalisti. Loro raccolgono le segnalazioni, fanno le prime verifiche, a volte rassicurano i lettori che si trovano a raccontare una brutta esperienza vissuta. Sono i poligrafici che aiutano a disegnare il giornale, che gli danno forma e colore. 

La sede della Provincia Pavese illuminata, foto di Andrea Zanin per Il parco di Giacomo

"Mai troppo umano": è nella relazione che il dolore si apre alla speranza

Il dolore è oggi una parola Cenerentola che fugge dal dibattito pubblico, eppure le domande di senso si fanno sempre più insistenti: perché l’uomo deve soffrire? Perché esiste il dolore innocente? Cosa possiamo sperare in questa vita? Davanti al binomio “dolore e speranza” si sono posti Alfonso Pedatzur Arbib, rabbino capo della comunità ebraica di Milano, Rosanna Virgili, teologa, e Silvana Borutti, filosofa, nell’aula magna dell’ateneo pavese che è rimasta colma di persone fino a mezzanotte per la prima conferenza di “Mai troppo umano”. Il dibattito è stato moderato da Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera.  

La prima serata di "Mai troppo umano" con S. Borutti, C. Sanguineti, L. Fontana, A. Arbib e R. Virgili

«Il dolore – ha introdotto il vescovo di Pavia Corrado Sanguineti – è un fattore scandaloso, che suscita domande e contestazioni anche contro Dio. Da qui vuole partire il comitato “Mai troppo umano”, per coinvolgere tutti gli uomini amanti del vero, credenti e non, per un sano confronto tra le visioni del mondo. In un’intervista al Corriere Umberto Galimberti pensando ai giovani ha parlato di angoscia del nichilismo, di assenza di futuro. Eppure in questa angoscia permane una promessa di bene, permane la domanda: cosa possiamo sperare?». Concentrarsi sulla propria sofferenza è uno dei problemi più grandi della sofferenza: «Non vedere oltre la propria sofferenza e concentrarsi solo sul proprio dolore è tradire se stessi – ha spiegato il rabbino Alfonso Arbib –. Pensiamo al capitolo 28 del libro di Giobbe: qui, dopo il racconto del mondo che è franato addosso a quest’uomo giusto, a quest’uomo di fede, c’è la perdita totale della speranza. L’uomo è consapevole della sofferenza, ed è consapevole che non troverà mai risposte alla sofferenza. L’intelligenza e la sapienza umana si fermano davanti al mistero. Eppure improvvisamente Dio interviene, ed offre a Giobbe un quadro più ampio, gli consente di ridimensionare il suo dolore. E, soprattutto, dopo notti di dolore e domande, Dio si fa sentire. Uno dei motivi della speranza è essere in relazione, perché una malattia condivisa è una sofferenza che può aprirsi alla speranza»

L'articolo di presentazione del nuovo comitato apparso sulla Provincia Pavese a firma di Giacomo Bertoni

martedì 12 novembre 2019

Pavia: screening gratuito dei parametri connessi al diabete

Giovedì 14 novembre, Giornata mondiale del diabete, dalle ore 9 alle 17 saranno allestite in città 4 postazioni per lo screening gratuito dei parametri “spia” del diabete e del rischio cardiovascolare: glucosio, colesterolo, trigliceridi e pressione arteriosa. A tutti i cittadini che si presenteranno agli stand sarà rilasciata una scheda con i valori misurati e con i consigli per un corretto stile di vita in base all’età. L’iniziativa è stata presentata ieri in comune (ne scrivo oggi sulla Provincia Pavese) alla presenza del sindaco Fabrizio Fracassi, dell’assessore ai servizi sociali Anna Zucconi e del consigliere comunale con delega alla sanità Lidia Decembrino. 

Il 14 novembre a Pavia screening gratuito dei parametri glico-metabolici

venerdì 8 novembre 2019

Perché l'individualismo ci ruba la speranza

Il loro amore moriva
come quello di tutti
non per una cosa astratta
come la famiglia
loro scelsero la morte
per una cosa vera
come la famiglia…” 
(“Dilemma”, Giorgio Gaber) 

«Voi parlate tanto dei vostri figli, ma che mondo lasciate loro?». Greta Thunberg compare sul maxi schermo e attacca i politici, colpevoli di aver creato e di continuare a promuovere un modello iniquo di società, dove pochi si arricchiscono sulle spalle di tanti. «Il cuore del messaggio di Greta non è tanto l’ambiente, quanto un mondo nel quale si sono rotti tutti i legami. Quello fra l’uomo e la natura, certo, ma prima di tutto quelli fra gli uomini, come il legame transgenerazionale», commenta don Luca Massari al termine del video.

È giovedì sera, siamo nell’aula magna del seminario vescovile di Pavia. Fuori diluvia: per raggiungere il seminario abbiamo attraversato le viuzze longobarde trasformate in fiumi. Si apre così la seconda serata de “La Quinta Direzione”, il cammino per i giovani che si presenta come: «Un percorso rivolto a chi non si accontenta di cercare seguendo le classiche planimetrie, i quattro punti cardinali che ben descrivono le realtà piatte, senza spessore». 

Oggi tante persone vivono in solitudine, immagine di un uomo solo in un grande parcheggio
Foto di Harut Movsisyan da Pixabay

martedì 5 novembre 2019

Accettare il dolore, trovare la speranza

Ci sono scale che sono più faticose di altre, sono più ripide, sono infinite. Scale alla fine delle quali arrivi senza fiato, con il cuore in gola. Davanti a te trovi una porta antipanico, in teoria facile da aprire, in realtà pesante come se dall’altra parte ci fosse la paura a opporsi. E forse c’è.

Quando si affrontano le scale che si arrampicano lungo i nove piani del Dea, il nuovo padiglione del San Matteo a Pavia, si è investiti da questo vortice di sensazioni, che rallenta il passo e spezza il respiro. Camminando poi nei 65mila metri quadrati della struttura ci si scontra con tante domande: da dove veniamo? A cosa tendiamo? Chi o cosa è in grado di garantirci la felicità? Cos’è il male? Perché esiste la sofferenza? Siamo liberi?

E proprio su questi interrogativi vuole riflettere il nuovo gruppo di studio nato da un’alleanza fra la diocesi di Pavia, l’ateneo pavese e l’Irccs policlinico San Matteo. 

Il logo del comitato Mai troppo umano, nato a Pavia da un'alleanza fra diocesi, università e San Matteo

lunedì 4 novembre 2019

Chiesa e giovani (1): come essere felici?

Ma io sono davvero felice? Cosa penso della mia vita? Gli amici che ho accanto mi aiutano a volare? Gli studi che ho scelto sono il mio sogno o il frutto di un calcolo? Che senso hanno le mie serate in discoteca? Cosa mi regala quel cocktail in più? Dove vanno a finire i pensieri che nascondo sotto apericena, palestra e smartphone? Ci sono domande, a volte sommerse a volte dirompenti, che nascono e prendono dimora nel cuore dei giovani. Domande alle quali molte sirene cercano di dare risposta, offrendo scorciatoie, slogan ciclostilati in proprio e compromessi in cambio di follower. 

La Chiesa da sempre offre ristoro all’inquietudine dell’uomo, e lo fa anche attraverso proposte pensate apposta per i giovani, proposte che prendono vita nelle singole diocesi. Nelle prossime settimane vorrei riproporvi alcune esperienze, cresciute nella vivace diocesi di Pavia, come stimolo e spunto di riflessione per condividere bellezza. Partiamo oggi dalla sera del 12 aprile 2014: siamo in piazza del Carmine insieme a tantissimi giovani…

Un giovane in cima a una montagna, accanto a una croce, guarda la città illuminata
 Photo by Joshua Earle on Unsplash

Noi giovani desideriamo ardentemente la felicità. Riconosciamo il valore della serenità, della saggezza, della pace interiore, ma la nostra ricerca più frenetica è volta alla felicità. Lo potete leggere nei nostri occhi, lo potete scoprire scavando nei nostri discorsi, a volte sciocchi a volte importanti, osservandoci per le strade di Pavia. Spesso crediamo di trovare la felicità nel non avere problemi, in una buona situazione economica, nell’incontro con una persona che ci ami. A volte scopriamo che non ci basta, a volte rischiamo addirittura di perderci per strade pericolose, inutili, e tutto per la felicità. Con questo bagaglio di aspettative ci siamo ritrovati sabato 12 aprile in piazza del Carmine per l’inizio della “Veglia delle palme. I giovani in preghiera col Vescovo”. 

La Veglia delle Palme con i giovani della diocesi di Pavia

sabato 2 novembre 2019

La "solidarietà soprannaturale" di papa Paolo VI

«Regna tra gli uomini, per arcano e benigno mistero della divina volontà, una solidarietà soprannaturale, per cui il peccato di uno nuoce anche agli altri, così come la santità di uno apporta beneficio agli altri». Così scriveva papa Paolo VI, nella costituzione apostolica “Indulgentiarum doctrina”, il 1° gennaio del 1967. 

Sono parole da rileggere in questi giorni di visite ai cimiteri, giorni durante i quali è anche possibile lucrare l’indulgenza plenaria per i defunti: «Cristo, infatti, "il quale non commise peccato", "patì per noi", "fu ferito per le nostre iniquità, schiacciato per i nostri delitti... per le sue piaghe siamo stati guariti". Seguendo le orme di Cristo, i fedeli cristiani sempre si sono sforzati di aiutarsi vicendevolmente nella via che va al Padre celeste, mediante la preghiera, lo scambio di beni spirituali e la espiazione penitenziale; più erano animati dal fervore della carità tanto maggiormente imitavano Cristo sofferente, portando la propria croce in espiazione dei propri e degli altrui peccati, persuasi di poter aiutare i loro fratelli presso Dio, Padre delle misericordie, a conseguire la propria salvezza. 

È questo l’antichissimo dogma della comunione dei santi, mediante il quale la vita dei singoli figli di Dio in Cristo e per mezzo di Cristo viene congiunta con legame meraviglioso alla vita di tutti gli altri fratelli cristiani nella soprannaturale unità del corpo mistico di Cristo, fin quasi a formare una sola mistica persona».

Una foto del cimitero monumentale di Pavia dal Famedio nel giorno della Commemorazione dei fedeli defunti

venerdì 1 novembre 2019

Carlotta Nobile: la vita vale la pena sempre

Come si può mantenere lo sguardo fiducioso e incantato di fronte alla diagnosi “melanoma al quarto stadio con metastasi”? Come si fa a continuare a vivere, a sorridere, a suonare, senza gridare ogni istante contro gli altri e contro Dio il proprio dolore? La terribile diagnosi piomba nella vita di Carlotta Nobile il 5 ottobre del 2011.

Carlotta ha solo 22 anni, ma ha già ottenuto un diploma al conservatorio e la maturità classica, ha girato l’Europa con i più grandi maestri di violino, si sta laureando in storia dell’arte e ha scritto due libri. La prima reazione è la rabbia: perché a me? Perché questo errore del destino? Perché il cancro dopo tutti i miei sforzi per realizzare bene la mia vita? 

La storia di Carlotta Nobile raccontata durante la Veglia nella Notte dei Santi a Pavia

giovedì 31 ottobre 2019

2 novembre: quando l'assenza si fa presenza

L’assenza è un macigno. Quando muore una persona cara si crea un piccolo strappo nel cuore, mentre sul petto si appoggia un grande peso, spesso superiore alle nostre forze. A volte, proprio insostenibile. Siamo schiacciati dalla perdita e a nulla servono le frasi “vedrai, col tempo…”. No, il tempo non cura nulla, il tempo anestetizza i sintomi, ma lo strappo nel cuore rimane aperto, vivo.

Da quella ferita è possibile vedere il ribollire della nostra coscienza, strapazzata dai rimorsi e dai rimpianti. Per quel giorno che non sono stato abbastanza presente, per quella sera che mi è scappata una parola cattiva che non pensavo, per tutto quello che avrei potuto fare e non ho fatto. Non ho fatto in tempo, perché il tempo all’improvviso ha iniziato a correre, molto più veloce del solito, e “sorella morte” ti ha portato via. Non sono riuscito a vederla, non sono riuscito a fermarla, non ho potuto tenerla fuori dalla tua stanza. Non sono arrivato in tempo.

È con questo carico di pensieri che si passa davanti al cimitero, e spesso è proprio questo carico di pensieri che blocca, che ci impedisce di entrarvi. 

Scultura con due innamorati posta su una tomba nel cimitero delle Porte Sante, basilica di San Miniato al Monte, Firenze

lunedì 28 ottobre 2019

Una luce nella notte di Halloween

Mai come quest’anno Halloween si fa sentire. Da almeno una settimana nelle panetterie ci sono biscotti a forma di ragno, fantasma e zucca, nei bar ragnatele finte corrono lungo il bancone, in un grande vivaio ho trovato addirittura una riproduzione della morte (con scheletro, mantello, cappuccio nero e falce), accanto alla cassa. Halloween o legge di bilancio? Mi è rimasto il dubbio. 

Cari amici del parco di Giacomo, ho chiesto a don Donato Vicini, sacerdote ambrosiano e voce di Radio Mater, di fare un tagliando alla nostra bussola per questi giorni così particolari. 

Ceri per la veglia nella Notte dei Santi
Foto di S. Hermann & F. Richter da Pixabay

Halloween si espande, anche sul calendario, ma da dove nasce questa insistenza sulla notte? Come si spiega questa pervasività del volto oscuro di Halloween? «Da un lato c’è l’attrazione del proibito – spiega don Donato Vicini –, come quando la mamma ci diceva “non aprire quella scatola lì”, e il nostro primo pensiero era scoprire cosa ci fosse dentro. Il proibito però non soddisfa mai in pieno l’uomo, dunque bisogna alzare l’asticella sempre più in alto. 

Va poi detto che, quando togli la luce, avanzano le tenebre. Se non proponi più i modelli belli e luminosi, se non presenti più la bellezza della fede, avanza il buio. Non rimangono spazi vuoti, non esistono spazi neutri fra Dio e il diavolo. Halloween inoltre è un grande business, e l’idea di vederci tutti come consumatori manipolabili è da sempre affascinante per i potenti di turno»

La notte del 31 ottobre accendiamo un cero per tutti i Santi
Foto di S. Hermann & F. Richter da Pixabay

sabato 26 ottobre 2019

"Sradicati": i cittadini globali e il mito della società aperta

Un nuovo ordine mondiale economico e politico non funziona se non c’è un rinnovamento spirituale, se non possiamo avvicinarci di nuovo a Dio. (Benedetto XVI, omelia, 6 gennaio 2007) 

La nuova presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, nel suo discorso programmatico da candidata alla presidenza aveva annunciato, fra l’altro, che triplicherà i fondi destinati a Erasmus, il programma di mobilità studentesca della Ue. Un dettaglio, forse. Oppure un'indicazione precisa per spingere ancora di più su di un certo modello di cittadino europeo? Tanti giovani beneficiano del programma di mobilità studentesca, ma oltre alle opportunità ci sono tante criticità. «È un programma ideologico volto a produrre persone sradicate e conformiste, attraverso anche l’industria del divertimento e dello sballo», dice il giovane storico Paolo Borgognone al Timone. Di fronte a fenomeni complessi come il cosiddetto globalismo, ricordiamo che popolo e nazione sono realtà che fanno parte della dimensione naturale della persona. Pensare di fabbricare a tavolino una terra dei padri è utopia, scrive Stefano Fontana. Questo e molto altro sul numero di ottobre del Timone

Il progetto studentesco Erasmus fabbrica cittadini globali, il dossier del mensile "il Timone"

venerdì 25 ottobre 2019

Il cammino di San Colombano per riscoprire la dimensione spirituale dell'uomo

«L’uomo deve scoprire di essere amato, al di fuori di questo disegno l’uomo è un fallito». Possiamo definire eufemisticamente “diretto e inaspettato” l’intervento di don Siro Cobianchi, responsabile dell’Ufficio beni culturali ecclesiastici della diocesi di Pavia, a “Il cammino di San Colombano in Europa”, convegno organizzato dalla Camera di Commercio di Pavia per presentare l’itinerario ormai pronto a candidarsi per l’approvazione al Consiglio d’Europa (ne scrivo sulla Provincia Pavese di domani). 

L’attesa era quella per un saluto istituzionale, nel quale sarebbe stato portato l’augurio di buon lavoro del vescovo Corrado, assente giustificato. Bisogna premettere una cosa: per noi giornalisti, che arriviamo a seguire anche quattro convegni, seminari e conferenze stampa al giorno, il momento dei saluti istituzionali non è proprio l’apice dell’attenzione. Di solito insomma, salvo curiose eccezioni, la notizia non la si trova nei saluti. 

In realtà, don Siro Cobianchi ha volato molto alto: «Nel 525 a Pavia moriva San Severino Boezio, il grande filosofo che ha segnato il pensiero cristiano dei secoli successivi. Mentre Severino moriva, Colombano nasceva. E si trovava davanti un’Europa confusa, ferita da una cultura pagana pervasiva». 

Una riflessione di don Siro Cobianchi sul cammino di San Colombano e la salvezza dell'uomo

mercoledì 23 ottobre 2019

Bambini in ospedale: l'idea di Maugeri Pavia

Una cucina in miniatura completa di tutti gli accessori, tavoli per disegnare, pouf colorati e tanti libri pieni di favole. Superata la grande porta a vetri sembra quasi di non essere più in un ospedale, ma nella sala bambini di una biblioteca.

Succede all’Irccs Maugeri di Pavia dove, grazie a una vera e propria rete di solidarietà e creatività, da oggi è presente un’area a misura di bambini e ragazzi. Siamo nella hall dell’istituto pavese, in via Salvatore Maugeri 4: il via vai di persone è costante e caotico. Medici, infermieri, pazienti, personale del 118. Qualcuno aspetta gli esiti di una visita, qualcuno muove i primi passi incerti incontro ai parenti, qualcuno in silenzio spera.

Come portare un bambino qui dentro a trovare un genitore, un nonno, un parente ricoverato? Come proteggerlo dagli stimoli acustici, visivi e olfattivi che parlano di medicine, dolore, sofferenza? Una cosa però è certa: il bambino non può perdere il contatto con il suo famigliare ricoverato. La vicinanza, l’incontro, i momenti trascorsi insieme nonostante la malattia sono fondamentali per entrambi. Forse, anche questi sono parte della cura. 

All'Irccs Maugeri di Pavia è stata inaugurata la nuova area bambini, dove i piccoli potranno incontrare i genitori ricoverati

lunedì 21 ottobre 2019

Weekend a Firenze: perdersi per ritrovarsi

Quando sento che mi prende la depressione, torno a Firenze a guardare la cupola del Brunelleschi: se il genio dell’uomo è arrivato a tanto, allora anche io posso e devo provare a creare, agire, vivere.” (Franco Zeffirelli) 

La cupola del Brunelleschi compare tra gli alberi di Giardino Boboli

Proprio non riuscivo a capire Firenze. Non trovavo la chiave per andare oltre le immagini da cartolina. Non capivo dove fosse Firenze nei marciapiedi sporchi, spesso maleodoranti. Non capivo dove fosse Firenze in un turismo di rapina, che invade le vie sgomitando, calpestando passanti e lapidi.

Non capivo dove fosse Firenze nel fiume di persone che fotografano all’impazzata senza neanche guardare le opere d’arte disseminate ovunque. Non lo capivo mentre giravo guardando Maps sullo smartphone, preoccupato di raggiungere tutti i monumenti più importanti nei pochi giorni a disposizione. 

La Fontana del Nettuno, nota anche come il Biancone, si trova accanto a Palazzo Vecchio

mercoledì 16 ottobre 2019

Cara Milva, ci manchi

La nostalgia potrebbe prendere il sopravvento. In un turbinio di ricordi, melodie, atmosfere che certamente non torneranno più, rimane la memoria. Memoria di una chioma rossa, che avanza superba sul palcoscenico catalizzando l'attenzione. Memoria di una voce, che cresce vibrando dalle più profonde armonie e riempie il teatro. Memoria di uno sguardo, che anticipa storie e sentimenti. Ogni esibizione un viaggio, ogni canzone una storia, ogni nota un assaggio di perfezione. 

Collezione dischi di Milva, la Rossa, che dal 2011 vive lontana dalle scene

lunedì 14 ottobre 2019

Lettera da una professoressa

«Miei cari ragazzi, 
ho predisposto un volumetto con i vostri lavori più belli, che non sempre siamo riusciti a leggere in classe. C’è anche il racconto di Valentina e una “cosina” che avevo scritto qualche tempo fa, e che vi dedico, pensando al periodo impegnativo e meraviglioso dell’adolescenza che state vivendo. 
È un’idea per lasciarvi un ricordo del tempo passato insieme: abbiamo lavorato, vi ho sempre trovati curiosi, entusiasti, disponibili e, se posso dire, contenta, che ho la fortuna di fare il lavoro (per me) più bello del mondo, lo devo a studenti come voi, oltre che, naturalmente, alle “cose meravigliose” che altri hanno scritto per noi. 
Ci sarebbe stato ancora moltissimo da leggere e gustare insieme! Però vi dico anche che un po’ v’invidio, perché avete ancora tanto da conoscere: i Russi, i Francesi, i Sudamericani…! Un libro ti aiuta a fuggire da te stesso, quando ne hai bisogno (come dice Pennac), ed è anche il modo più formidabile per rientrarvi, riuscendo a capirsi un po’ di più (come dice Proust). 
Grazie di tutto. 
Buona fortuna per tutto quello che desiderate. 
Un abbraccio: 
Chiara Gramegna»

Il saluto di una professoressa di lettere ai suoi studenti per la fine dell'anno scolastico

domenica 13 ottobre 2019

"Exit", hotel fantasma in provincia di Pavia

Ogni volta che si passa davanti a un edifico abbandonato, la curiosità prende il controllo e fa rallentare il passo, fino a fermarlo. Quei muri scrostati, quelle finestre mosse dal vento, quell’edera che prepotentemente cerca di prendere il sopravvento sui mattoni: tutto sembra immobile, eppure non è così. Se parliamo di grandi alberghi fantasma poi, sembra che lì la vita si sia fermata da poche ore, da pochi giorni. Le cucine sono silenziose, attrezzate, pronte a sfornare delizie. Le camere arredate, con la carta da parati che ancora riscalda le pareti, conservano decine di storie dei loro ospiti passati, tutte da raccontare. 

Exit, la mostra di Marcella Milani sugli hotel fantasma in provincia di Pavia

sabato 12 ottobre 2019

Sant'Alessandro Sauli, come un gelso piantato nel mare

Come un gelso che cresce piantato in mezzo al mare, come il miracolo di una vita che fiorisce anche nei luoghi più inospitali. È risuonata più volte in cattedrale questa immagine durante la messa per la festa di sant’Alessandro Sauli: «Gesù è capace di far fiorire una vita dove noi non siamo neanche capaci di immaginare – ha spiegato don Luigi Pedrini, vicario generale della diocesi di Pavia –. E il primo miracolo che scopriamo ripercorrendo la storia di sant’Alessandro è proprio la sua vita, la vita di un giovane aristocratico che, conquistato da Cristo, si spoglia di tutti i privilegi che gli avrebbero garantito una vita sicura, comoda, agiata, per mettersi a servizio dei fratelli». 

L'altare di sant'Alessandro Sauli nel duomo di Pavia

giovedì 10 ottobre 2019

"Il Giornalino": ritrovare un vecchio amico di carta

Cara Billa, mi sai dire quando uscirà il seguito del film La maledizione della prima luna? Mi puoi pubblicare una foto di Jack Sparrow?”. Così scrive Anna’93, via sms, sul Giornalino del 16 luglio 2006. Nella pagina accanto si annuncia “Sul prossimo numero del Giornalino, il mega poster dei magnifici tre: Rupert Grint, Daniel Radcliffe, Emma Watson”.

Erano gli anni di Harry Potter, gli anni delle corse in libreria alla ricerca dell’ultimo capitolo di una saga che ha segnato la fantasia della mia generazione. L’amicizia, la ricerca della verità, la lotta tra il bene e il male, lotta che diventa quasi opprimente quando il male occupa tutti i posti di potere e confonde le coscienze. Harry, Ron, Hermione, Silente, la professoressa Minerva McGranitt e noi, che ci sentivamo spesso una balbettante bambocciona banda di babbuini. 

Vecchi numeri del Giornalino emersi da scaffali pieni di ricordi

mercoledì 9 ottobre 2019

Truffe: come difendersi

Non si apre la porta agli sconosciuti, non si fanno accomodare in casa propria gli sconosciuti, non ci si ferma per strada a parlare con gli sconosciuti, non si consegnano soldi agli sconosciuti. Forse potrebbe bastare questo a evitare molte truffe, spesso perpetrate ai danni di anziani soli, ma vale la pena fare un po’ il punto della situazione.

Ho partecipato per “la Provincia Pavese” al convegno “Più sicuri insieme”, organizzato da Confartigianato Persone in collaborazione con il ministero dell’Interno, e mi è stato chiesto di rilanciare questa campagna sicurezza per gli anziani anche sui miei canali. Lo faccio con piacere, perché questo argomento ci tocca tutti. 

I consigli dei carabinieri per difendersi dalle truffe

lunedì 7 ottobre 2019

Quando giocavamo con le macchinine

Sono ancora lì, nel grande scatolone colorato, chiuse da anni eppure ancora pronte a rombare fuori. Grandi, piccole, medie. Da collezione o da poco più di mille lire. Perfette riproduzioni in scala di modelli esistenti o strani prototipi futuristici. Sono le macchinine! Quanti pomeriggi abbiamo passato a giocarci? A volte con i compagni di classe, a volte sequestrando i nonni e costringendoli a rispettare le (nostre) infinite regole del gioco.

Perché, osservando la scena dall’esterno, magari dalla porta della cameretta, un adulto poteva vedere un bambino seduto a terra davanti al suo letto, intento a spingere una o più macchinine. In realtà il bambino non era davanti al letto, ma dentro a una metropoli fatta di grattacieli, strade trafficate, pedoni, fantasmagorici uffici dove andare a fare fantastici lavori. E ogni modello di macchinina aveva la sua perfetta collocazione.

Per attraversare la nostra città immaginaria, per esempio, le automobiline ideali erano quelle piccole, magari dotate di ammortizzatori, così da rendere più realistiche le frenate e le ripartenze ai semafori, e di portiere apribili, perché bisognava pur scendere per fare le commissioni. Il massimo era unire le macchinine ai tappeti con disegnate strade, aiuole, case, supermercati e sensi unici. 

Collezione di macchinine piccole, medie e grandi, con i modelli più famosi di automobili

sabato 5 ottobre 2019

Francesco va', ripara la mia Chiesa

La fede cristiana come l’avventura di un amore che afferra l’esistenza e la trasforma. È questa la prospettiva che ancora oggi San Francesco ci invita a considerare per misurare il nostro rapporto con Cristo. Ed è questo l’invito che il vescovo di Pavia, monsignor Corrado Sanguineti, ha rivolto ai fedeli durante l’omelia per la solennità di San Francesco, celebrata nella basilica di Santa Maria Incoronata di Canepanova.

«Per Francesco – ha spiegato il vescovo Corrado –, amare Cristo è amare una persona viva e presente, che si è data per noi, che si è caricata i nostri peccati sul legno della croce e ha lavato la nostra sporcizia con il suo sangue». 

Questo incontro vivo e luminoso stravolge il quotidiano, sveglia dal torpore la coscienza: «San Francesco sarebbe a disagio di fronte a un cristianesimo esangue, ridotto alla difesa di valori, per quanto importanti, come la pace, la cura dell’ambiente, la causa dei poveri – ha ricordato monsignor Sanguineti –. Stiamo attenti al nuovo “moralismo” che tende a rendere accettabile la Chiesa nel consesso del mondo moderno, a condizione che si limiti a diventare una buona agenzia educativa che propugna e difende alcuni valori facilmente condivisibili. Alcuni. Per altri, come la purezza, la castità, il pudore, la custodia e la difesa della vita nascente o morente, non c’è molto spazio». 

Il vescovo di Pavia Corrado Sanguineti a Canepanova per la solennità di San Francesco

venerdì 4 ottobre 2019

Avere cura dell'umano per salvare il Creato

Dal ponte sospeso del Mondino si vedono la Maugeri e il Dea

«Da uno dei ponti sospesi che collegano la torre A e la torre B del Mondino è possibile vedere le grandi sagome della Maugeri e del Dea. Siamo quasi sul tetto della Fondazione Mondino Istituto Neurologico Nazionale di Pavia: immerse nel verde, le due strutture si stagliano nel cielo azzurro di questo giovedì mattina, indifferenti al forte vento che sembra volermi spingere lontano. Tre centri d’eccellenza, centinaia di dipendenti, migliaia di pazienti. (…)». Per il blog di Costanza Miriano, una riflessione nata sul ponte più alto della Fondazione Mondino.