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sabato 22 agosto 2020

ASMR, quando anche le carezze diventano virtuali

Screenshot from YouTube Gina Carla ASMR

«Parole dolci sussurrate con un filo di voce, polpastrelli che accarezzano oggetti vicino al microfono, luci soffuse e inquadratura fissa sul primo piano. È questo l’identikit, incompleto, dei video ASMR che riescono a diventare virali su YouTube, superando la soglia del milione di visualizzazioni. Si scrive ASMR, ovvero «Autonomous Sensory Meridian Response», e si legge vittoria del virtuale sul reale. 

Le basi: ASMR, in italiano «Risposta sensoriale apicale autonoma», descrive quella sensazione di formicolio che scende giù dalla nuca lungo la schiena quando si ascolta una voce o un suono particolarmente piacevole e rilassante. (…)». Per iFamNews un’inchiesta sulla nuova moda che impazza tra giovani e giovanissimi: l’ASMR. 

venerdì 7 agosto 2020

Il bambino sperduto

Così tanto forte da farla morire…” La consapevolezza arriva così, all’improvviso, nel traffico di Milano, mentre il disco gira nell’autoradio coprendo i rumori della strada. Quante volte, prima di oggi, questa melodia ha risuonato nell’abitacolo senza sconvolgere la guida. 

La traccia 5: una canzone così misteriosa, così cupa eppure lieve, nostalgica e forse terribile. Questa volta è diverso. L’ascolto allarga l’orizzonte, le parole arrivano finalmente dritte al cuore, e trasformano lo sguardo in un lago che tenta di straripare. 

La copertina dell'album di Ornella Vanoni "Meticci"

giovedì 16 luglio 2020

Gianluca e Flavio, una ferita da curare

No, la maschera di Pilato non è accettabile. Di fronte alla morte di Gianluca e Flavio, i due adolescenti di Terni uccisi da una bottiglietta di metadone, lavarsi le mani sperando di candeggiare così la coscienza non vale. Non funziona. 

Per i due giovani la morte è arrivata di notte, nel buio delle loro camerette. Una morte inaspettata, forse involontariamente cercata, esito terribile di un gioco più grande di loro. Ma per il mondo degli adulti il passo felpato della morte dovrebbe essere sirena che squarcia la notte. Non ha dubbi il procuratore capo di Terni, che parla di “responsabilità collettiva”, proprio ora che il presunto colpevole c’è, proprio ora che le indagini stanno rivelando cosa è accaduto quella notte. 

Immagine di una fabbrica abbandonata in bianco e nero

venerdì 19 giugno 2020

Lettera aperta di un giovane ai vescovi italiani

Eccellenze reverendissime,
sono un ragazzo di 29 anni, sono un giornalista freelance. Il 20 di febbraio non sapevo come tenere assieme i tanti nuovi progetti che stavano nascendo, il 20 di giugno mi ritrovo a guardare un mondo ferito, tutto da ricostruire. Oggi scrivo a voi, perché quando la bufera ci ha travolti voi ci siete stati. 

Il 23 febbraio, quando ancora molti sottovalutavano l’emergenza e ci proponevano l’apericena, i vescovi lombardi hanno sospeso le Messe con concorso di popolo. In quella decisione, sofferta e inedita, abbiamo visto il desiderio di custodire l’umano, di collaborare con le autorità civili, di essere nel mondo senza diventare del mondo. 

Immagine di una scrivania con un computer e un taccuino

venerdì 12 giugno 2020

L’Italia non ha bisogno del Ddl Zan

Si allarga il fronte del “no” al Ddl Zan contro l’omo-transfobia. In campo scende anche la Chiesa: ieri la Conferenza Episcopale Italiana, attraverso una nota, ha espresso preoccupazione per le possibili «derive liberticide» che potrebbero verificarsi se questo disegno diventasse legge. 

A questo allarme ha subito risposto la senatrice Pd Monica Cirinnà con un tweet, nel quale si legge: «Il discorso è semplicissimo: discriminazione e violenza non sono opinioni protette dall’articolo 21 della Costituzione. Di una legge che tuteli la comunità #LGBT+ e tutte le persone dai crimini d’odio c’è molto bisogno. Si approvi in fretta la legge contro #omofobia, con coraggio». 

Articolo sul Ddl Zan contro l'omotransfobia cosa cambia

sabato 6 giugno 2020

#UnaletteraperMike: 119 lettere in un giorno solo

Oltre 119 lettere di auguri. Continua a crescere e a diffondersi la mobilitazione #UnaletteraperMike, lanciata su questo blog il 31 maggio scorso per dare voce anche in Italia a padre Thomas Petri. Padre Thomas ha un fratello, Mike, che il 7 giugno compirà 50 anni. 

Mike ama molto ricevere lettere e cartoline, ma purtroppo questo accade molto raramente. Così, padre Thomas ha pensato bene di lanciare un appello sul suo profilo Twitter, chiedendo ai suoi follower di inviare un messaggio di auguri al fratello Mike.

Immagine di Mike Petri che apre le 119 lettere di auguri per il suo compleanno

martedì 2 giugno 2020

Giovani e Fase 3: facciamo vela verso Ithaca

È viola il mio primo fiordaliso di questa insolita primavera. Ha fatto capolino stamattina, come se volesse prendere parte alla ripartenza del Paese dopo il lungo isolamento. Anche lui, giovane fiore, vuole esserci. E i giovani umani invece, che possibilità hanno in questa ripartenza? 

Li semino ogni anno i fiordalisi, questi eleganti eppure rustici fiori dai leggerissimi petali azzurro/blu. Crescono in fretta, si moltiplicano con generosità, formano una macchia di colore che spazia dall’azzurro cielo al blu profondo del mare a un viola quasi cupo. Un viola che non potresti mai portare a teatro. 

Immagine di un fiordaliso viola appena sbocciato in primavera

domenica 31 maggio 2020

Una lettera per Mike

«Mio fratello Mike compie 50 anni il 7 giugno. Puoi farmi un favore?». Così scrive sul suo profilo Twitter padre Thomas Petri, sacerdote, dottore in teologia morale, professore presso la Pontificia facoltà dell’Immacolata Concezione dei padri domenicani a Washington. 

Il 7 giugno suo fratello Mike spegnerà 50 candeline, e padre Thomas ha pensato bene di organizzargli una grande sorpresa: sapendo della gioia che prova Mike ogni volta che riceve una lettera, si è rivolto ai suoi oltre 31mila follower di Twitter chiedendo di inviare un messaggio cartaceo di auguri al fratello. Un piccolo regalo di carta che, insieme a tanti altri, sarà una grande sorpresa per Mike. 

Immagine dei due fratelli Thomas e Mike Petri

venerdì 29 maggio 2020

Trovare pace e serenità in un'antica basilica

«Ma cerchi San Pietro in Ciel d'Oro, chi vuol andar per pace. Lo cerchi nella sua piazza remota, un tempo spaziante e mossa d'alberi, ora ingombra d’un pesante casone, che è un pugno nell'occhio della piazza e di chi la guarda. Se pensi che lì dentro, in un'arca d'avorio del Trecento (opera dei fratelli Senesi), trovano pace da secoli le inquiete ossa di Sant'Agostino. La basilica, anche per quel suo scendere giù (“giuso in Ciel d'auro”), pare inginocchiarglisi innanzi, in un gran singhiozzo delle Confessioni». (da “Viaggio in Pavia”, di Cesare Angelini)

Immagine della basilica di San Pietro in Ciel d'Oro a Pavia

Sostare in silenzio nella basilica di San Pietro in Ciel d’Oro a Pavia significa scoprire che quel silenzio è in realtà denso di parole sussurrate. Sant’Agostino continua incessantemente a chiedere verità, San Severino Boezio dona consolazione con la filosofia, Santa Rita ascolta con pazienza anche le cause impossibili, la Madonna del Buon Consiglio suggerisce la via ai confusi, Santa Monica protegge le mamme che soffrono a causa dei figli. I rumori della città scompaiono, coperti dal cinguettio degli uccellini che popolano il chiostro.

Immagine dell'arca che custodisce le spoglie mortali di Agostino d'Ippona

mercoledì 27 maggio 2020

La solitudine dopo l'isolamento

«Siamone certi: nessuna lacrima, né di chi soffre, né di chi gli sta vicino, va perduta davanti a Dio». (Benedetto XVI)  

Qualcuno è rimasto solo. Qualcuno ha perso il lavoro. Qualcuno ha perso se stesso. Finalmente muoviamo i primi passi fuori casa: il lockdown è finito, ma lo spettacolo che troviamo nelle nostre strade non è quello che ci aspettavamo. Non tutto si è congelato, rimanendo così protetto dallo scorrere del tempo. Ci sono saracinesche che forse non si alzeranno più, ci sono volti che non incontreremo più, e ci sono sorrisi che non riconosciamo. La ripartenza, la rinascita, la Fase 3. Belle parole che faticano a diventare realtà. 

Immagine di una donna in riva al mare circondata da gabbiani in volo

sabato 18 aprile 2020

Fase 2: l'ansia per la ripartenza

Non ci sono scuse o giustificazioni: fino al 3 maggio dobbiamo restare a casa. Ma, a partire dal 4 maggio, se il contagio continuerà a calare, potrebbe prendere avvio l’ormai famosa “Fase 2”. Tanto citata quanto nebbiosa, la Fase 2 prevederà la riapertura graduale delle aziende, con la conseguente ripresa delle principali attività produttive del Paese. 

Ma come sarà la nostra nuova vita quotidiana? Già si possono immaginare i titoli dei giornali: “Ansia da ripartenza”, “Depressione post isolamento” o ancora “10 consigli per tornare alla normalità”. Al di là delle esagerazioni, che non mancheranno, la domanda non può essere elusa: cosa ci aspetta? 

Immagine di una ragazza in isolamento che guarda fuori dalla finestra

domenica 12 aprile 2020

Io resto a casa, ma andrà tutto bene?

Per la prima volta siamo chiamati a trascorrere Pasquetta chiusi nelle nostre case. Niente gita fuori porta, niente visita a una mostra, a una città d’arte, niente pranzo con amici e parenti, niente pomeriggio a prendere il sole, niente pedalata nel verde. Le città deserte sono pattugliate dalle forze dell’ordine, in molti comuni sono in funzione già da oggi droni ed elicotteri.  
Che cosa possiamo fare per passare il tempo? Ascoltare il rumore del mondo. Esatto, la risposta è fuori dalla finestra, nel canto degli uccellini, nel fruscio delle foglie appena mosse dal vento, nelle prime api che svolazzano attorno ai primi fiori. La cosa migliore da fare in questa Pasquetta 2020 è ascoltare il silenzio, perché è un silenzio vivo che ha tanto da dirci. 

In isolamento per coronavirus possiamo leggere un buon libro in giardino

venerdì 10 aprile 2020

Il Triduo pasquale accanto a Pilato

È difficile non provare una sorta di empatia per Pilato. Una condivisione del suo tormento interiore di fronte a Gesù, ai sacerdoti del tempio, alla folla urlante.

Pilato è pagano, è estraneo alla vicenda di Gesù e della nascente fede cristiana, è forse la persona più distante dal Mistero che potesse irrompere nella storia della Passione. Viene coinvolto perché governatore, un ruolo, è possibile immaginare, conquistato con anni di sacrificio, di obbedienza, di rospi ingoiati a fatica. La sua carriera procede brillantemente, serenamente, fin quando all’improvviso tra le sue mani non passa una decisione che sovrasta ogni quotidianità.  

Pilato non sa molto di Gesù, forse lo crede anche un po’ pazzo, di certo però non lo crede un pericolo pubblico. Non riconosce in lui un criminale, Matteo nel suo resoconto è molto esplicito: «[Pilato] sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia». 

Via Crusi nel Triduo Pasquale

martedì 7 aprile 2020

Maratona Harry Potter, il gran finale e il senso della saga

Hermione ha cancellato la memoria ai suoi amati genitori: la sua immagine è pian piano scomparsa da tutte le foto di famiglia. Un amore così grande da spingerla a farsi da parte, per proteggere chi le è più caro. Ron combatte a fianco della sua famiglia, li ha visti feriti, forse vedrà qualcuno morire, eppure sa che è il momento di scegliere fra ciò che è giusto e ciò che è facile. E continua a lottare, per amore. Harry ha già perso i suoi genitori, ha rischiato di perdere le sue radici, fatica a costruirsene di nuove. Ma combatte, continua a combattere, per amore. 

Hermione cancella la memoria ai suoi genitori per difenderli

sabato 4 aprile 2020

Severus Piton: si può amare per sempre

«Dopo tutto questo tempo?» «Sempre» rispose Piton. C’è tanto in queste parole, forse tutto. Perché è adesso che si squarcia il velo su Severus Piton, professore ambiguo e tenebroso, mai clemente con Harry, naturale sospettato di tradimento, abile e oscuro Principe Mezzosangue. Colui che ha pronunciato la maledizione senza perdono contro Albus Silente non è ciò che sembra. È di più, molto di più: è un uomo. Perché è possibile amare per sempre, ed è profondamente umano amare per sempre.

La scena del dialogo fra Albus Silente e Severus Piton