“Diventammo subito amici, noi amici impossibili. Cioè io
donna normale, e tu uomo anormale, almeno secondo i canoni ipocriti della
cosiddetta civiltà, io innamorata della vita e tu innamorato della morte. Io
così dura e tu così dolce.” (Oriana Fallaci)
Ci sono incontri che segnano la
storia. Uno di questi è senza dubbio quello fra Oriana Fallaci e Pier Paolo
Pasolini. Così diversi, eppure così vicini. Uniti da un grande amore per la ricerca della verità, simili nel disprezzo dell’ipocrisia che animava e anima
la nostra società.
Oggi più che mai è affascinante leggere “Pasolini un uomo
scomodo”, perché all’ipocrisia piccolo borghese si sta sostituendo il pensiero
unico, i cui germi erano già stati individuati da Fallaci e da Pasolini. Un pensiero unico che invade dolcemente televisione, giornali, libri, scuole,
politica. La verità viene truccata e resa orribile, offensiva, fuori moda. E
chi osa più pronunciarla?
Pur nella diversità di vedute, Oriana e Pier Paolo avevano il dono di vedere oltre la realtà, come solo gli artisti e gli intellettuali veri sanno fare. Forse è un dono, sicuramente è uno strumento che va educato durante la vita, ed è un percorso doloroso. Fallaci e Pasolini, ciascuno nella sua storia personale, hanno saputo combattere tutta la vita per vedere oltre, per leggere tra le righe della quotidianità i piccoli dettagli nascosti, per anticipare la scoperta della verità, per pungere le coscienze intorpidite. Come tutti i grandi artisti, giornalisti, intellettuali, è impossibile etichettare Fallaci e Pasolini. Non si può dire “è di sinistra”, “è anti…”, “è radical-chic”… O meglio, c’è chi con miopia non sempre inconsapevole ci prova, ma il risultato è distorto.
Pur nella diversità di vedute, Oriana e Pier Paolo avevano il dono di vedere oltre la realtà, come solo gli artisti e gli intellettuali veri sanno fare. Forse è un dono, sicuramente è uno strumento che va educato durante la vita, ed è un percorso doloroso. Fallaci e Pasolini, ciascuno nella sua storia personale, hanno saputo combattere tutta la vita per vedere oltre, per leggere tra le righe della quotidianità i piccoli dettagli nascosti, per anticipare la scoperta della verità, per pungere le coscienze intorpidite. Come tutti i grandi artisti, giornalisti, intellettuali, è impossibile etichettare Fallaci e Pasolini. Non si può dire “è di sinistra”, “è anti…”, “è radical-chic”… O meglio, c’è chi con miopia non sempre inconsapevole ci prova, ma il risultato è distorto.
La verità non è politicamente corretta, la verità non è vicina al potere, la verità è spesso nascosta da poteri e trame occulte. Oggi più che mai abbiamo bisogno di intellettuali liberi, coraggiosi, di artisti capaci di tornare a dettare le mode, e non a subirle fingendosene gli inventori. “Pasolini un uomo scomodo”, Oriana Fallaci, Rizzoli. Da leggere e regalare. Da diffondere.
“Sono cattiva a dirti questo? Sono crudele anch’io? Forse, ma sei
stato tu ad insegnarmi che bisogna essere sinceri a costo di sembrare cattivi,
onesti a costo di risultare crudeli, sempre coraggiosi dicendo ciò in cui si
crede: anche se è scomodo, scandaloso, pericoloso”. (“Lettera a Pier Paolo”,
Oriana Fallaci, “Europeo”, 14 novembre 1975)