“Quando sento che mi prende la depressione, torno a
Firenze a guardare la cupola del Brunelleschi: se il genio dell’uomo è arrivato
a tanto, allora anche io posso e devo provare a creare, agire, vivere.” (Franco
Zeffirelli)
Proprio non riuscivo a capire Firenze. Non trovavo la chiave per
andare oltre le immagini da cartolina. Non capivo dove fosse Firenze nei
marciapiedi sporchi, spesso maleodoranti. Non capivo dove fosse Firenze in un
turismo di rapina, che invade le vie sgomitando, calpestando passanti e lapidi.
Non capivo dove fosse Firenze nel fiume di persone che fotografano all’impazzata senza neanche guardare le opere d’arte disseminate ovunque. Non lo capivo mentre giravo guardando Maps sullo smartphone, preoccupato di raggiungere tutti i monumenti più importanti nei pochi giorni a disposizione.
Non capivo dove fosse Firenze nel fiume di persone che fotografano all’impazzata senza neanche guardare le opere d’arte disseminate ovunque. Non lo capivo mentre giravo guardando Maps sullo smartphone, preoccupato di raggiungere tutti i monumenti più importanti nei pochi giorni a disposizione.