Se provo a scavare tra i ricordi (non senza fatica visto
che il mio abituale disordine appare prepotentemente anche nella memoria) trovo
alcune parole ricorrenti: sogno, fantasia, utopia. Molti sogni, intesi non solo
come frammenti in fuga da un mondo vorticoso e turbolento, l’inconscio, che
durante la notte spalanca per poco le sue porte, liberandone alcuni. Ma anche
come il motore silenzioso delle nostre azioni coscienti. Il mondo onirico è
tangente al mondo reale: lo incrocia e lo supera in una corsa veloce verso un
futuro che ricorda sempre il passato.
Mi si perdoni l’eccessiva semplificazione, ma nella mia
mente la fantasia è presente come i mattoni, lo scalpello, la pala: come tutti
gli attrezzi necessari per delineare i contorni di un progetto solo sognato e
trasformarlo in un’utopia. Solo facendo rotta verso una meta utopica posso
sperare di approdare in un paese sconosciuto e bellissimo. Sogno, fantasia,
utopia: sono parole che appartengono a tutti (mi auguro). Forse, appartengono
un poco di più a noi giovani.
Nascono nell’adolescenza (ma anche prima),
aiutati magari dai pomeriggi trascorsi in compagnia dei primi libri
d’avventura, regolano il cuore su un ritmo fatto di attese, speranze e slanci
(non si esclude la comparsa della tachicardia) e da quel momento niente è più
come prima.
Queste tre parole sono come occhiali magici che
permettono di guardare la realtà ma di vedere oltre, con speranza, con cuore
aperto alle mille possibilità. Ecco, visto che parliamo di sogni, mi piacerebbe
una Chiesa capace di sognare. Mi piacerebbe respirare nelle nostre chiese quel
profumo d’infinito che ritrovo nelle pagine di don Tonino Bello, un prete
capace di vedere il mondo con gli occhi della poesia.
Il mondo denigra ogni
giorno di fronte a noi giovani la responsabilità, gli affetti duraturi,
l’onestà, la ricerca della verità, la famiglia, la fede: tutto ciò che
rappresenta le nostre radici, la stabilità e la sfera spirituale è
rappresentato come noioso e retrogrado. Ma noi dobbiamo trovare le parole, i
progetti, anche la poesia, per raccontarci che le vere avventure sono quelle
che partono da progetti veri, duraturi. I viaggi più belli sono quelli pieni di
senso!