«L’uomo deve scoprire di essere amato, al di fuori di questo
disegno l’uomo è un fallito». Possiamo definire eufemisticamente “diretto e
inaspettato” l’intervento di don Siro Cobianchi, responsabile dell’Ufficio beni
culturali ecclesiastici della diocesi di Pavia, a “Il cammino di San Colombano
in Europa”, convegno organizzato dalla Camera di Commercio di Pavia per
presentare l’itinerario ormai pronto a candidarsi per l’approvazione al
Consiglio d’Europa (ne scrivo sulla Provincia Pavese di domani).
L’attesa era quella per un saluto istituzionale, nel quale sarebbe stato portato l’augurio di buon lavoro del vescovo Corrado, assente giustificato. Bisogna premettere una cosa: per noi giornalisti, che arriviamo a seguire anche quattro convegni, seminari e conferenze stampa al giorno, il momento dei saluti istituzionali non è proprio l’apice dell’attenzione. Di solito insomma, salvo curiose eccezioni, la notizia non la si trova nei saluti.
In realtà, don Siro Cobianchi ha volato molto alto: «Nel 525 a Pavia moriva San Severino Boezio, il grande filosofo che ha segnato il pensiero cristiano dei secoli successivi. Mentre Severino moriva, Colombano nasceva. E si trovava davanti un’Europa confusa, ferita da una cultura pagana pervasiva».
L’attesa era quella per un saluto istituzionale, nel quale sarebbe stato portato l’augurio di buon lavoro del vescovo Corrado, assente giustificato. Bisogna premettere una cosa: per noi giornalisti, che arriviamo a seguire anche quattro convegni, seminari e conferenze stampa al giorno, il momento dei saluti istituzionali non è proprio l’apice dell’attenzione. Di solito insomma, salvo curiose eccezioni, la notizia non la si trova nei saluti.
In realtà, don Siro Cobianchi ha volato molto alto: «Nel 525 a Pavia moriva San Severino Boezio, il grande filosofo che ha segnato il pensiero cristiano dei secoli successivi. Mentre Severino moriva, Colombano nasceva. E si trovava davanti un’Europa confusa, ferita da una cultura pagana pervasiva».