Non si apre la porta agli sconosciuti, non si fanno
accomodare in casa propria gli sconosciuti, non ci si ferma per strada a
parlare con gli sconosciuti, non si consegnano soldi agli sconosciuti. Forse potrebbe bastare questo a evitare molte
truffe, spesso perpetrate ai danni di anziani soli, ma vale la pena fare un po’
il punto della situazione.
Ho partecipato per “la Provincia Pavese” al convegno “Più sicuri insieme”, organizzato da Confartigianato Persone in collaborazione con il ministero dell’Interno, e mi è stato chiesto di rilanciare questa campagna sicurezza per gli anziani anche sui miei canali. Lo faccio con piacere, perché questo argomento ci tocca tutti.
Ho partecipato per “la Provincia Pavese” al convegno “Più sicuri insieme”, organizzato da Confartigianato Persone in collaborazione con il ministero dell’Interno, e mi è stato chiesto di rilanciare questa campagna sicurezza per gli anziani anche sui miei canali. Lo faccio con piacere, perché questo argomento ci tocca tutti.
L’Arma dei carabinieri,
rappresentata al convegno dal comandante provinciale di Pavia Luciano Calabrò,
ha raccolto in un vero e proprio vademecum i consigli da seguire per prevenire
le truffe.
Non aprite agli sconosciuti e non fateli entrare in casa;
non
mandate i bambini ad aprire la porta;
comunque, prima di aprire la porta,
controllate dallo spioncino e, se avete di fronte una persona che non avete mai
visto, aprite con la catenella attaccata;
in caso di consegna di lettere,
pacchi o qualsiasi altra cosa, chiedete che vengano lasciati nella cassetta
della posta o sullo zerbino di casa. In assenza del portiere, se dovete firmare
la ricevuta aprite con la catenella attaccata;
prima di farlo entrare,
accertatevi della sua identità ed eventualmente fatevi mostrare il tesserino di
riconoscimento;
nel caso in cui abbiate ancora dei sospetti o c'è qualche
particolare che non vi convince, telefonate all'ufficio di zona dell'Ente e
verificate la veridicità dei controlli da effettuare. Attenzione a non chiamare
utenze telefoniche fornite dagli interessati perché dall'altra parte potrebbe
esserci un complice;
tenete a disposizione, accanto al telefono, un'agenda con
i numeri dei servizi di pubblica utilità (Enel, Telecom, Acea, etc.) così da
averli a portata di mano in caso di necessità;
non date soldi a sconosciuti che
dicono di essere funzionari di Enti pubblici o privati di vario tipo.
Utilizzando i bollettini postali avrete un sicuro riscontro del pagamento
effettuato;
mostrate cautela nell'acquisto di merce venduta porta a porta;
se
inavvertitamente avete aperto la porta ad uno sconosciuto e, per qualsiasi
motivo, vi sentite a disagio, non perdete la calma. Inviatelo ad uscire
dirigendovi con decisione verso la porta. Aprite la porta e, se è necessario,
ripetete l'invito ad alta voce. Cercate comunque di essere decisi nelle vostre
azioni.
Chiamare gli enti e le aziende però spesso richiede tempo, e i
truffatori puntano proprio sulla velocità, sul non concedere tempo alla
riflessione: «Rimane sempre una regola su tutte – ha ricordato il comandante
Calabrò –, la regola della sana diffidenza. Non si apre a sconosciuti, non si
danno soldi a sconosciuti, non ci si ferma a parlare per strada con sconosciuti
che riempiono di domande. Questo è un messaggio importante soprattutto nei
piccoli centri, dove le persone sono più abituate a fidarsi e ad aprire la
propria porta. Una sana diffidenza va sempre bene: anche a costo di essere
scortesi, non fate entrare. E segnalate situazioni sospette al 112».
Se le vittime predilette di questi crimini odiosi sono gli anziani soli, noi vicini “giovani” non ne siamo però automaticamente immuni, e soprattutto rischiamo di diventare complici nell’indifferenza: «Quando si è anziani rallenta la percezione degli stimoli – ha aggiunto don Franco Tassone, presidente onorario dell’associazione Piccolo Chiostro onlus –. L’anziano non è che non capisce, è che non riesce a stare dietro al flusso rapidissimo di informazioni che gli viene diretto contro. A volte gli anziani mentono, nascondono la truffa subita perché si trovano a doversi difendere anche dalla frustrazione. Diventano vittime due volte. Stiamo vicini, parliamoci, aiutiamoci, chiediamoci come va. Non giriamo la testa dall’altra parte».
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