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sabato 26 ottobre 2019

"Sradicati": i cittadini globali e il mito della società aperta

Un nuovo ordine mondiale economico e politico non funziona se non c’è un rinnovamento spirituale, se non possiamo avvicinarci di nuovo a Dio. (Benedetto XVI, omelia, 6 gennaio 2007) 

La nuova presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, nel suo discorso programmatico da candidata alla presidenza aveva annunciato, fra l’altro, che triplicherà i fondi destinati a Erasmus, il programma di mobilità studentesca della Ue. Un dettaglio, forse. Oppure un'indicazione precisa per spingere ancora di più su di un certo modello di cittadino europeo? Tanti giovani beneficiano del programma di mobilità studentesca, ma oltre alle opportunità ci sono tante criticità. «È un programma ideologico volto a produrre persone sradicate e conformiste, attraverso anche l’industria del divertimento e dello sballo», dice il giovane storico Paolo Borgognone al Timone. Di fronte a fenomeni complessi come il cosiddetto globalismo, ricordiamo che popolo e nazione sono realtà che fanno parte della dimensione naturale della persona. Pensare di fabbricare a tavolino una terra dei padri è utopia, scrive Stefano Fontana. Questo e molto altro sul numero di ottobre del Timone

Il progetto studentesco Erasmus fabbrica cittadini globali, il dossier del mensile "il Timone"

sabato 12 ottobre 2019

Sant'Alessandro Sauli, come un gelso piantato nel mare

Come un gelso che cresce piantato in mezzo al mare, come il miracolo di una vita che fiorisce anche nei luoghi più inospitali. È risuonata più volte in cattedrale questa immagine durante la messa per la festa di sant’Alessandro Sauli: «Gesù è capace di far fiorire una vita dove noi non siamo neanche capaci di immaginare – ha spiegato don Luigi Pedrini, vicario generale della diocesi di Pavia –. E il primo miracolo che scopriamo ripercorrendo la storia di sant’Alessandro è proprio la sua vita, la vita di un giovane aristocratico che, conquistato da Cristo, si spoglia di tutti i privilegi che gli avrebbero garantito una vita sicura, comoda, agiata, per mettersi a servizio dei fratelli». 

L'altare di sant'Alessandro Sauli nel duomo di Pavia

lunedì 11 settembre 2017

Il primo giorno di scuola e la città

Sono passati 7 anni. Ormai è un ritorno maturo, sei cambiato. Non passi più davanti al busto di Torquato come studente, ma come cronista (quindi puoi anche guardarlo negli occhi). Ora sei un osservatore esterno, distaccato. Eppure l’emozione si ripresenta. Il primo giorno di scuola fa ancora tremare le ginocchia, anche se forse c’entra la corsa che hai dovuto fare non trovando parcheggio… 
Seguire e raccontare (domani in edicola) il primo giorno di scuola nell’istituto dove hai vissuto il tuo primo giorno di scuola superiore è un’esperienza quasi mistica. I passi, oggi più sicuri, si posano sugli stessi gradini, percorrono gli stessi corridoi. Qualcosa è cambiato: cosa sono queste cartine geografiche antiche? E questo splendido pianoforte a coda? Tutta questa tecnologia, i computer, le lim? Le cose importanti però sono rimaste le stesse: il sorriso dei collaboratori scolastici, le voci dei professori, la fila in segreteria. Vi rendete conto di quanto sono belle le nostre radici?

La cupola del duomo di Pavia fotografata da una finestra del liceo Taramelli