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sabato 28 dicembre 2019

Cosa fai a Capodanno? Un viaggio

Che cosa fare a Capodanno? Un viaggio. Un viaggio indietro nel tempo, nei dodici mesi che ora si concludono, un viaggio a ritroso tra le gioie e le ferite che si sono impresse nell’anima. Il viaggio, per chi crede, può trasformarsi in Te Deum, in canto di lode al Signore per i doni concessi. Per tutti, questo viaggio all’indietro nell’anno trascorso può diventare occasione di rinascita. Perché tutto questa notte acquista una luce particolare, perché tutto può essere rivissuto come da un altopiano, con il distacco necessario e la lucidità conquistata, perché “da lontano tutto è nitido, da lontano in un attimo il sereno si intravede già, e i temporali si allontanano”. Non partiamo soli, riempiamo le nostre valigie di testimoni luminosi, capaci non solo di indicarci la strada giusta, ma di camminare al nostro fianco.

Il 31 dicembre accendere una lanterna cinese

giovedì 4 agosto 2016

Pillole di Gmg

Si è conclusa da poco la 31° Giornata Mondiale della Gioventù, che ha richiamato i giovani di tutto il mondo a Cracovia. 
La Gmg è la festa della Chiesa giovane, è un momento di “riossigenazione spirituale”, come l’ha definita Papa Francesco, ma è anche un cammino che inizia a Cracovia e prosegue poi nelle diocesi e nelle città di ciascuno di noi. 
Dal 31 luglio 2016 fino all’estate del 2019: questo il tempo che abbiamo per irradiare nel mondo la luce incontrata in Polonia.
Ci saranno momenti nei quali l’energia mancherà... Ecco allora alcune “Pillole di Gmg”: citazioni raccolte durante questa settimana di gioia e incontro, settimana che ho avuto il piacere di seguire per Radio Mater. Sono parole pronunciate a Cracovia o richiamate dal passato, che hanno tratteggiato i contorni di questa indimenticabile Giornata Mondiale della Gioventù. 
Ti senti spento? Una “Pillola di Gmg” al giorno toglie la “divano-felicità” di torno!
(Attenzione, le "Pillole di Gmg" non sono da intendersi come sostituti di una vita spirituale sana ed equilibrata!)


sabato 19 aprile 2014

La croce: collocazione provvisoria

Nel Duomo vecchio di Molfetta c'è un grande crocifisso di terracotta. Il parroco, in attesa di sistemarlo definitivamente, l'ha addossato alla parete della sagrestia e vi ha apposto un cartoncino con la scritta: "collocazione provvisoria".
La scritta, che in un primo momento avevo scambiato come intitolazione dell'opera, mi è parsa provvidenzialmente ispirata, al punto che ho pregato il parroco di non rimuovere per nessuna ragione il crocifisso di lì, da quella parete nuda, da quella posizione precaria, con quel cartoncino ingiallito.
Collocazione provvisoria. Penso che non ci sia formula migliore per definire la Croce. La mia, la tua croce, non solo quella di Cristo.

Coraggio, allora, tu che soffri inchiodato su una carrozzella. Animo, tu che provi i morsi della solitudine. Abbi fiducia, tu che bevi al calice amaro dell'abbandono. Non ti disperare, madre dolcissima che hai partorito un figlio focomelico. Non imprecare, sorella, che ti vedi distruggere giorno dopo giorno da un male che non perdona. Asciugati le lacrime, fratello, che sei stato pugnalato alle spalle da coloro che ritenevi tuoi amici. Non tirare i remi in barca, tu che sei stanco di lottare e hai accumulato delusioni a non finire. Non abbatterti, fratello povero, che non sei calcolato da nessuno, che non sei creduto dalla gente e che, invece del pane, sei costretto a ingoiare bocconi di amarezza. Non avvilirti, amico sfortunato, che nella vita hai visto partire tanti bastimenti, e tu sei rimasto sempre a terra.

Coraggio. La tua Croce, anche se durasse tutta la vita, è sempre "collocazione provvisoria". Il calvario, dove essa è piantata, non è zona residenziale. E il terreno di questa collina, dove si consuma la tua sofferenza, non si venderà mai come suolo edificatorio. Anche il Vangelo ci invita a considerare la provvisorietà della Croce.

"Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio, si fece buio su tutta la terra". Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Ecco le sponde che delimitano il fiume delle lacrime umane.

Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Solo allora è consentita la sosta sul Golgota. Al di fuori di quell'orario c'è divieto assoluto di parcheggio. Dopo tre ore, ci sarà la rimozione forzata di tutte le croci. Una permanenza più lunga sarà considerata abusiva anche da Dio.

Coraggio, fratello che soffri. C'è anche per te una deposizione dalla croce. Coraggio, tra poco, il buio cederà il posto alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori verginali, e il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole in fuga. (Tonino Bello, "Il parcheggio del calvario, in Omelie e scritti quaresimali", vol. 2, p. 307, Luce e Vita Edizioni)