Il giornalismo oggi è come Venezia. Una realtà bellissima
ma ferita, trasformata eppure ancora confusa, un grande passato dal futuro
incerto. L’emergenza Covid-19 sembra aver dato il colpo di grazia a un sistema
che già arrancava dietro alla rivoluzione digitale: durante l’isolamento ci
sono testate che hanno registrato un -60% di copie cartacee vendute. Boom di
clic sui siti, ma quasi ferma la crescita degli abbonamenti digitali, unica
vera alternativa sostenibile alle copie cartacee.
Blog di Giacomo Bertoni, giornalista e scrittore. Già la Provincia Pavese, Ossigeno per l'informazione, il Ticino, Radio Mater, iFamNews. Qui si parla di giornalismo, giovani, vita, libri, Chiesa e futuro.
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mercoledì 1 luglio 2020
Giornalismo: lo salvi chi può
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venerdì 15 novembre 2019
Esuberi alla Provincia Pavese: non numeri ma persone
Morena, Monica, Elena, Roberta, Gianpiero, Giulio, Monia.
I loro nomi mi sono esplosi nella testa appena ho saputo la decisione di GEDI
di tagliare 121 poligrafici nelle 15 testate del gruppo, 7 di questi a Pavia,
alla Provincia Pavese. Perché dietro a questo numero, 7, dietro a questa
parola, poligrafici, parola forse misteriosa per i non addetti ai lavori, ci
sono volti, voci, sorrisi, lavoro.
Sono i poligrafici che ti accolgono quando entri nella redazione di viale Canton Ticino, sono loro che rispondono al telefono, al 434511, sono le loro voci che danno risposta alle domande dei lettori, che li rassicurano, che li consigliano. I poligrafici sono il primo contatto con la città, sono l’anello di congiunzione fra i lettori e i giornalisti. Loro raccolgono le segnalazioni, fanno le prime verifiche, a volte rassicurano i lettori che si trovano a raccontare una brutta esperienza vissuta. Sono i poligrafici che aiutano a disegnare il giornale, che gli danno forma e colore.
Sono i poligrafici che ti accolgono quando entri nella redazione di viale Canton Ticino, sono loro che rispondono al telefono, al 434511, sono le loro voci che danno risposta alle domande dei lettori, che li rassicurano, che li consigliano. I poligrafici sono il primo contatto con la città, sono l’anello di congiunzione fra i lettori e i giornalisti. Loro raccolgono le segnalazioni, fanno le prime verifiche, a volte rassicurano i lettori che si trovano a raccontare una brutta esperienza vissuta. Sono i poligrafici che aiutano a disegnare il giornale, che gli danno forma e colore.
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giovedì 30 luglio 2015
#ioleggolocale
Perché “Leggiamo il locale per comprendere l’universale”?
Perché nella stampa locale c’è il passato, il presente, il futuro. E perché proprio
“universale”? Perché “universale”, dal greco kathólou, indica la ricerca dell’essenza che appartiene a tutte
le cose: un legame profondo, fondamentale per la conoscenza ma anche per la società.
La crisi iniziata nel
2008 ha colpito molto duramente l’editoria: come un grande cuore pulsante ma affaticato è arrivato meno ossigeno a librerie, edicole, biblioteche, distributori,
tipografi... Chi si è trovato più
indifeso sono stati senza dubbio gli editori indipendenti e i giornali locali,
penalizzati anche da una distribuzione meno ampia e capillare. Eppure
l’importanza della stampa locale è tutt’altro che trascurabile. E non solo da
un punto di vista economico. La stampa locale parte dal passato, racconta
infatti la terra nella quale affondano le nostre radici, passa dal presente,
aggiornando e vigilando su ciò che accade sul territorio, e fa rotta verso il
futuro, nutrendo la consapevolezza di piccoli e grandi. La mia esperienza è
fortemente legata al settimanale diocesano “il Ticino”, con il quale ho
iniziato la mia avventura di autore. Il mio ultimo articolo risale all’aprile
2014, ma il legame continua da abbonato. E’ un piacere trovare nella cassetta
delle lettere ogni settimana un binocolo di carta: ogni pagina è un’angolazione diversa
sulla mia città, per scoprire problemi e belle notizie.
E’ vero, il mondo corre
sempre più veloce. Globalizzato, multiculturale, un intreccio di storie e
lingue diverse. Ma anche un vortice di interessi, lobby, poteri e decisioni non
sempre chiari o positivi. Beh, il mondo corre? Corri anche tu! No, io non
voglio correre. Io voglio fermarmi, almeno un po’, dare un po’ d’acqua alle mie
radici, per non essere sbalzato via da questa trottola che a volte pare
impazzita. La stampa locale può essere anche questo: una piccola bussola di
carta per affrontare il turbinio della vita sociale e lavorativa. Forse non
possiamo intervenire direttamente sulle decisioni dei grandi, ma possiamo
essere attenti a ciò che viene deciso, consapevoli delle scelte fatte e di chi
le ha fatte, capaci quindi di scegliere da che parte andare. Partiamo dal
piccolo, dalla nostra città. Sostenere la stampa locale significa dare ossigeno
anche e soprattutto alla propria mente.
Vuoi partecipare a “Leggiamo il locale
per comprendere l’universale”? Fai una foto al tuo giornale locale, postala
sulla pagina facebook “Il parco di Giacomo” con l’hashtag #ioleggolocale e racconta
qualcosa del tuo leggere locale… Puoi anche inviare in messaggio privato le foto a “Il
parco di Giacomo”: le più belle verranno pubblicate sulla pagina e sul blog!
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