Sabato 29 luglio 2017, Inghilterra: a Charlie Gard,
bambino nato con la sindrome da deplezione del DNA mitocondriale, viene spento
il ventilatore che lo aiuta a respirare. Secondo medici e giudici “la sua
qualità della vita è troppo bassa”. Charlie muore così soffocato, davanti agli
occhi disperati e impotenti dei suoi giovani genitori. Un anno fa, come ben
ricorda alla Nuova Bussola Quotidiana la giornalista Benedetta Frigerio (unica
inviata italiana a Liverpool), il piccolo Alfie Evans viene ucciso per
soffocamento. La sua vita, come emerse durante le udienze, era considerata “futile”.
Oggi, in Francia, Vincent Lambert, uomo in stato di coscienza minima da 11 anni
dopo un grave incidente, è condannato a morire di fame e di sete “per la sua
dignità”.
C’è un filo rosso che lega le tre vicende, e che unisce a sé altre storie, altri nomi, altre vite spezzate. C’è il volto macabro e oscuro di un’ideologia antiumana, che mira a scartare chiunque non sia più produttivo, sfruttabile, chiunque non sia manipolabile come una pedina grigia, chiunque possa ricordare al mondo, attraverso la sua fragile e magari silenziosa esistenza, che la vita non è solo routine ideologizzata a servizio di un padrone. Ma dove l’ideologia si fa opprimente, la speranza cresce. Perché anche Mordor ha una data di scadenza.