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venerdì 2 ottobre 2020

Cristianofobia in Europa: i numeri di un'emergenza nascosta

Incendi nelle chiese, statue di santi distrutte, graffiti satanici sui portoni delle cattedrali e cimiteri vandalizzati. È questo l’identikit, incompleto, degli attacchi ai simboli della fede cristiana registrati in Europa nel 2019. I dati vengono da una ricerca effettuata dall’Istituto Gatestone, che per mesi ha visionato i siti dei quotidiani locali del Vecchio Continente: solo nel 2019, sono stati registrati oltre 3000 episodi di cristianofobia in Europa. 

E proprio tra le pagine dei giornali locali europei ci siamo immersi ad “iFamNews”, realizzando un’inchiesta su uno dei fenomeni più tenacemente ignorati dai media mainstream. Difficile rimanere impassibili mentre scorrono le notizie, difficile immaginare di ignorare tanta violenza, basti pensare a quanto accaduto alla chiesa di Santa Maria Vergine a Wimbotsham, in Inghilterra

venerdì 15 maggio 2020

Europa, non dimenticare la libertà religiosa

«ONG e leader musulmani in Pakistan rifiutano aiuti di emergenza contro il Coronavirus ai cristiani e alle altre minoranze religiose, nonostante questi ultimi siano fra quelli più gravemente colpiti dalla pandemia». La denuncia arriva da Cecil Shane Chaudhry, Direttore esecutivo della Commissione nazionale giustizia e pace, ed è stata rilanciata da Aiuto alla Chiesa che Soffre

Immagine dell'abbazia di Mont Saint Michel al tramonto

giovedì 9 gennaio 2020

Tafida al Gaslini: rinasce la speranza

Le condizioni di salute della piccola Tafida migliorano. Ricoverata dall’ottobre scorso all’ospedale Gaslini di Genova, la bambina rimane attaccata con tenacia alla vita. Con i suoi cinque anni e le sue treccine, Tafida lancia un messaggio al mondo, e in modo particolare al Royal London Hospital di Londra, dove è stata ricoverata a febbraio 2019 in seguito a un’emorragia cerebrale, e dove i medici volevano staccare il ventilatore che la aiutava a respirare. Per il suo “best interest”. 

I genitori di Tafida con Citizen Go chiedono il trasferimento in Italia

giovedì 2 gennaio 2020

Cosa significa "Epifania" oggi?

Cos’ha da dire all’uomo di oggi la Solennità dell’Epifania? Cosa c’entra con la mia vita super impegnata la storia di tre anziani Re Magi che si sono messi in cammino seguendo una stella? È difficile rendersene conto, ma questi giorni di festa sono una grazia. Dall’attesa del 24 dicembre alla gioia del 25, dai pranzi (merende e cene incluse) con i parenti del 26 ai preparativi per il 31, ogni giorno è un dono, perché invita a guardare al Cielo.

La messa di mezzanotte a Natale, il canto del “Te Deum” l’ultimo giorno dell’anno, il canto del “Veni Creator” il primo giorno dell’anno nuovo: sono segni che scandiscono un tempo spirituale, il tempo dell’anima. Che chiede ristoro dopo un anno di sollecitazioni senza soluzione di continuità. 

I Re Magi in cammino verso la grotta per adorare Gesù

lunedì 23 dicembre 2019

"Soul": dove rinasce l'Europa

“L’uomo sembra indifferente a Dio, ma nel suo cuore abita un desiderio che non si può estirpare. Dio è l’Eterno, e nel cuore dell’uomo c’è sempre il desiderio dell’Eternità.” E ancora: “La vita monastica ha sempre la capacità di rifiorire, anche nelle circostanze più difficili della storia.” Perché: “La vita monastica rappresenta Cristo cercato in una vita semplice, fraterna, di Vangelo vissuto.”

Perle di speranza dall’incontro tra Monica Mondo e due monache trappiste di Vitorchiano, da “Soul” del 22 dicembre. Per prepararci al Natale che viene, per ricostruire l'Europa dalle fondamenta.

sabato 26 ottobre 2019

"Sradicati": i cittadini globali e il mito della società aperta

Un nuovo ordine mondiale economico e politico non funziona se non c’è un rinnovamento spirituale, se non possiamo avvicinarci di nuovo a Dio. (Benedetto XVI, omelia, 6 gennaio 2007) 

La nuova presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, nel suo discorso programmatico da candidata alla presidenza aveva annunciato, fra l’altro, che triplicherà i fondi destinati a Erasmus, il programma di mobilità studentesca della Ue. Un dettaglio, forse. Oppure un'indicazione precisa per spingere ancora di più su di un certo modello di cittadino europeo? Tanti giovani beneficiano del programma di mobilità studentesca, ma oltre alle opportunità ci sono tante criticità. «È un programma ideologico volto a produrre persone sradicate e conformiste, attraverso anche l’industria del divertimento e dello sballo», dice il giovane storico Paolo Borgognone al Timone. Di fronte a fenomeni complessi come il cosiddetto globalismo, ricordiamo che popolo e nazione sono realtà che fanno parte della dimensione naturale della persona. Pensare di fabbricare a tavolino una terra dei padri è utopia, scrive Stefano Fontana. Questo e molto altro sul numero di ottobre del Timone

Il progetto studentesco Erasmus fabbrica cittadini globali, il dossier del mensile "il Timone"

mercoledì 18 settembre 2019

Benedetto XVI: "L'Europa è sbocciata nei monasteri occidentali"

Non c’è futuro senza Europa, non c’è pace senza Europa, non c’è lavoro senza Europa. Ma quale Europa? È papa Benedetto XVI, in un discorso tenuto il 12 settembre 2008 al Collegio dei Bernardini in Francia, a fornire un quadro di questo continente oggi confuso, forse tradito, di certo trasformato. Un’Europa che è nata nei monasteri, che ha saputo guardare lontano perché ha cercato le cose ultime, vere. Un’Europa che perde la sua capacità di mettere al centro l’uomo se volutamente cancella le sue radici, autenticamente cristiane.

Nei monasteri occidentali, tra le opere di grandi santi, il lavoro di conservazione della cultura e la preghiera quotidiana, è sbocciata l’Europa. E le tracce di questo passato, ancora ben visibili nelle nostre città, sono il nostro filo di Arianna della storia europea. Nel rintocco di una campana batte il cuore dell’Europa.  

Nei monasteri occidentali, ricorda Benedetto XVI, è nata l'Europa

«Vorrei parlarvi stasera delle origini della teologia occidentale e delle radici della cultura europea. Ho ricordato all’inizio che il luogo in cui ci troviamo è in qualche modo emblematico. È infatti legato alla cultura monastica, giacché qui hanno vissuto giovani monaci, impegnati ad introdursi in una comprensione più profonda della loro chiamata e a vivere meglio la loro missione. È questa un’esperienza che interessa ancora noi oggi, o vi incontriamo soltanto un mondo ormai passato? 

Per rispondere, dobbiamo riflettere un momento sulla natura dello stesso monachesimo occidentale. Di che cosa si trattava allora? In base alla storia degli effetti del monachesimo possiamo dire che, nel grande sconvolgimento culturale prodotto dalla migrazione di popoli e dai nuovi ordini statali che stavano formandosi, i monasteri erano i luoghi in cui sopravvivevano i tesori della vecchia cultura e dove, in riferimento ad essi, veniva formata passo passo una nuova cultura. 

Ma come avveniva questo? Quale era la motivazione delle persone che in questi luoghi si riunivano? Che intenzioni avevano? Come hanno vissuto? Innanzitutto e per prima cosa si deve dire, con molto realismo, che non era loro intenzione creare una cultura e nemmeno conservare una cultura del passato. La loro motivazione era molto più elementare. Il loro obiettivo era: quaerere Deum, cercare Dio. 

L'ombra di una campana riflessa sul Ponte Coperto di Pavia

mercoledì 21 agosto 2019

Terri, Eluana, Charlie, Alfie, Vincent: perché non possiamo tacere

Non dobbiamo dimenticare, non possiamo dimenticare. Anche se il silenzio si è fatto impenetrabile, anche se ogni tentativo per cancellare dalla memoria collettiva Vincent Lambert è tutt’ora in atto, noi abbiamo il dovere di ricordarci di lui. Di un uomo francese di quarant’anni privato di acqua e di cibo fino alla morte perché in stato di coscienza minima. Di una famiglia lacerata che ha comunque combattuto fino allo stremo delle forze, con dignità e rispetto, senza mai scegliere la strada della violenza. Di alcuni medici che, d’accordo con giudici e con il presidente della Repubblica Macron, hanno voluto, cercato e ottenuto la morte per Vincent. Di tanti cittadini che in Francia, in Italia, e in molti Paesi del mondo, hanno organizzato veglie, hanno sollecitato politici e vescovi, hanno pregato affinché non vincesse l’orrore. 

Le dittature cercano sempre un pertugio dal quale insinuarsi di nuovo nelle società. Si presentano con una nuova maschera, un nuovo colore, ma sono mosse sempre dallo stesso odio per l’uomo e per la verità. Ho voluto raggruppare qui alcuni post che ho pubblicato sulla mia pagina facebook in quelle settimane, pagina sulla quale sono confluite tante persone cercando quelle notizie che i grandi media hanno volutamente taciuto.

Sulla mia pagina ho potuto riportare gli aggiornamenti quasi in tempo reale forniti dagli avvocati della famiglia Lambert, e ho condiviso notizie, riflessioni e confronti da “Tempi”, “La Nuova Bussola Quotidiana” e “Avvenire”. Come per Terri Schiavo, Eluana Englaro, Charlie Gard e Alfie Evans è stato importante scoprire di non essere soli. Anche per questo non dobbiamo dimenticare, non possiamo dimenticare. 

Il racconto degli ultimi giorni di vita di Eluana a cura di Lucia Bellaspiga per Avvenire

8 luglio 2019: «Caro Vincent, ma tu vedi già il Paradiso? Cosa stai provando ora, mentre le tue labbra si spaccano dopo oltre sei giorni senza una goccia d'acqua? Cosa pensi del tuo Paese, anestetizzato di fronte all'orrore? Quali pensieri ti suscita l’immagine di chi, proprio oggi, organizza barbecue a Parigi, distraendo la propria coscienza dal tuo volto sofferente? Caro Vincent, ci meritiamo il tuo perdono? Abbiamo protetto i tuoi amati genitori, Pierre e Viviane, dal dolore più grande che potessero provare? Ci vedi già piccole pedine informi dall’alto? Schiavi grigi di una dittatura nuova, che prima ci fa credere liberi persino di poter cambiare la nostra identità, e poi violenta la nostra intelligenza mentendo sulla tua uccisione? Caro Vincent, la dolce morte non esiste. Perdonaci se non siamo riusciti a difenderti. Tu stai incontrando il volto più oscuro di questa orrida ideologia, noi dovremo vivere il suo massimo potere. Ma anche Mordor ha una data di scadenza».

La Cassazione francese sul caso di Vincent Lambert

10 luglio 2019: «Con oggi, siamo al nono giorno di agonia per Vincent. Nove giorni senza acqua né cibo, eppure Vincent è ancora lì, nel suo letto d'ospedale. Privato di tutto, sedato, eppure vivo. Vivo come una piccola luce tremolante in un cielo d'Europa nero di morte». 

10 luglio 2019: «Caro Vincent, sono vicino alla finestra. Dal vetro entrano gli ultimi raggi di sole della giornata, lì accanto il calendario mi ricorda che il sole tramonta sul tuo nono giorno di agonia. Sono 9 giorni che non ti viene concessa una goccia d’acqua, una porzione di cibo, un po’ di vitamine o di elettroliti. Eppure tu, malato terminale, vegetale, non vita, vita futile, sei vivo. Tu continui a respirare autonomamente, il tuo cuore continua a pulsare da solo. Sei aggrappato a questa vita, la pretendi. Da dove ti arriva questa forza che sconvolge le rassicuranti bugie sul tuo stato di salute? Dove trovi questo coraggio di lottare con la mancanza d’acqua, con la sedazione profonda? Perché non ti sei lasciato subito andare? Perché continui a graffiare le nostre coscienze addormentate e spaventate, terrorizzate all’idea di risvegliarsi e comprendere l’orrore?».

Il comitato ONU sul caso di Vincent Lambert

martedì 2 luglio 2019

Vincent Lambert: non nel mio nome


Potrebbe riprendere fra pochi minuti la procedura di sospensione dell’idratazione e della nutrizione per Vincent Lambert. Vincent respira da solo, si addormenta e si sveglia da solo, segue con lo sguardo i suoi genitori ed è consapevole di ciò che accade attorno a lui. Per ucciderlo sarà necessario interrompere l’idratazione e rimuovere la sonda attraverso la quale viene nutrito, iniziando poi una sedazione profonda per limitare le terribili sofferenze provocate da una morte per fame e per sete. Cosa si può fare ora? Pregare, bussare alle porte di chi può intervenire direttamente per impedire questo atto eutanasico, e tenere lo sguardo fisso sulla Francia. Perché se uno dei Paesi fondatori dell’Europa vuole uccidere un suo cittadino perché disabile, questo gesto non può passare sotto il nostro silenzio complice. Vincent non può essere ucciso nel mio nome.

lunedì 3 giugno 2019

Abbazia di Chiaravalle: dove sono i custodi della storia?

«L’Abbazia di Chiaravalle Milanese, fondata da San Bernardo di Clairvaux nel 1135, è uno tra i più importanti complessi monastici italiani, situato in Milano all’interno del Parco Agricolo Sud Milano. Ancora oggi popolata dalla tradizionale comunità monastica cistercense, è luogo di considerevole valore spirituale e polo di rilievo dal punto di vista storico, artistico e culturale. Il complesso rappresenta una meta turistica di altissimo pregio, il cui valore è stato notevolmente incrementato negli ultimi anni grazie ad interventi di restauro e di valorizzazione». 

Così si legge sul sito monasterodichiaravalle.it, nella sezione “Storia e arte”. Le aspettative dunque sono altissime: si parte alla ricerca di un luogo di pace, silenzio, sulle orme di San Bernardo e San Benedetto.

Da san Bernardo a san Benedetto, le radici dell'Europa passano anche da Chiaravalle

È da questi centri di fede, di arte e di cultura che l’Europa è nata: dalla storia conservata e trascritta in preziosi volumi, dalle tradizioni botaniche e fitoterapiche, dalle comunità che crescevano attorno ai monasteri, dalle relazioni umane coltivate nella quotidianità della campagna, dalle preghiere silenziose e notturne recitate mentre fuori dalle mura il mondo era squassato dalle guerre. 

Entrando nell’antica abbazia, lo sguardo è subito catturato dalle imponenti colonne che sembrano il punto d’incontro tra l’architettura romanica e le linee gotiche, i due stili che caratterizzano l’intera struttura. Gli antichi affreschi sono quasi interamente indecifrabili, ma non è solo il tempo il colpevole.

domenica 28 aprile 2019

Charlie Gard e Vincent Lambert: l'ideologia e la speranza

Sabato 29 luglio 2017, Inghilterra: a Charlie Gard, bambino nato con la sindrome da deplezione del DNA mitocondriale, viene spento il ventilatore che lo aiuta a respirare. Secondo medici e giudici “la sua qualità della vita è troppo bassa”. Charlie muore così soffocato, davanti agli occhi disperati e impotenti dei suoi giovani genitori. Un anno fa, come ben ricorda alla Nuova Bussola Quotidiana la giornalista Benedetta Frigerio (unica inviata italiana a Liverpool), il piccolo Alfie Evans viene ucciso per soffocamento. La sua vita, come emerse durante le udienze, era considerata “futile”. Oggi, in Francia, Vincent Lambert, uomo in stato di coscienza minima da 11 anni dopo un grave incidente, è condannato a morire di fame e di sete “per la sua dignità”. 

C’è un filo rosso che lega le tre vicende, e che unisce a sé altre storie, altri nomi, altre vite spezzate. C’è il volto macabro e oscuro di un’ideologia antiumana, che mira a scartare chiunque non sia più produttivo, sfruttabile, chiunque non sia manipolabile come una pedina grigia, chiunque possa ricordare al mondo, attraverso la sua fragile e magari silenziosa esistenza, che la vita non è solo routine ideologizzata a servizio di un padrone. Ma dove l’ideologia si fa opprimente, la speranza cresce. Perché anche Mordor ha una data di scadenza. 

Una croce al tramonto sulle colline del Pavese

venerdì 19 aprile 2019

Notre Dame, dall'incendio si salva la croce

Dall'incendio si salva la croce a Notre Dame

«Rimane la croce. Quando le fiamme divorano tutto, rimane la croce. Quando “la foresta” di 1.300 querce si trasforma in cenere e fumo, rimane la croce. Quando anche le colonne più solide vacillano, rimane la croce. È la croce il primo segno luminoso che i pompieri francesi hanno visto quando, dopo ore di lotta estenuante con l’incendio, sono riusciti ad aprire il portone di Notre Dame. Nella distruzione più totale, soffocati da una notte resa insopportabile dal fumo, i loro occhi hanno visto una croce (…)». Per il blog di Costanza Miriano una conversazione con il vescovo Corrado Sanguineti sull’incendio che ha devastato la cattedrale di Notre Dame. 

giovedì 6 settembre 2018

Carlo Caffarra, un uomo di Dio

Un uomo di Dio. Profondamente innamorato della Chiesa e della Verità. Per ricordare il cardinal Caffarra, scomparso il 6 settembre 2017, ecco le parole che ha pronunciato nel 2016 a Pavia davanti all’arca di Sant’Agostino.


<<La Chiesa, come ci viene detto nella prima lettura, è l’unità umana ricostruita dall’obbedienza all’insegnamento degli Apostoli e dalla “frazione del pane”, cioè dalla celebrazione eucaristica. L’espressione inequivocabile dell’unità riedificata dalla fede e dal Sacramento, è la scomparsa delle categorie “mio-tuo”: «tenevano ogni cosa in comune». Se dalla prima lettura passiamo alla pagina evangelica, la presentazione della Chiesa diventa drammatica.

Accanto all’amabile ed attraente figura del Buon Pastore, si muovono lupi rapaci. Essi si sono introdotti nel gregge del Signore “per rapire e disperdere”; e di fronte ai lupi vi sono pastori-mercenari che fuggono, impauriti dal pericolo. Ma la seconda lettura è ancora più drammatica. Essa preannuncia per la Chiesa «un giorno in cui non si sopporterà più la sana dottrina…rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole».

La cupola del duomo di Pavia, terza in Italia per dimensione

martedì 4 luglio 2017

Il miracolo di Charlie Gard

Eccoli. Li aspettavamo, li temevamo. Sono arrivati i “motivi legali”. «L’ospedale ci ha detto che, per motivi legali, non può trasferire il bambino da noi. Questa un’ulteriore nota triste". Lo ha detto Mariella Enoc, presidente dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, a margine della presentazione della Relazione Sanitaria e Scientifica 2016» (ANSA). 
Sì, li aspettavamo, perché qualcosa nell’aria è cambiato durante il fine settimana. Dopo la straordinaria presa di coscienza di venerdì, quando la corsa delle lancette dell’orologio verso le 13 ha scatenato uno tsunami di civiltà, l’attenzione mediatica ha incominciato a scemare, a farsi intermittente. È tornata, almeno nella maggior parte dei casi, al buon vecchio politicamente corretto. La spiegazione è semplice: Charlie rischia di salvare il mondo. 

domenica 2 luglio 2017

Charlie combatte. Noi con lui

Lo dicevo ieri mattina mattina in radio a “Leggiamo insieme Avvenire”, in una puntata che ho voluto (e ringrazio Radio Mater per il consenso immediato) tutta dedicata a Charlie Gard: Costanza Miriano ci ha aiutati a ribaltare la prospettiva. L’Italia non è il fanalino dell’Europa sui diritti, ma un faro di civiltà in un’Europa anestetizzata, stanca, annebbiata da un’ideologia antiumana. 

giovedì 29 giugno 2017

Europa, se perdi Charlie non ti rimane nulla

Charlie assieme ai suoi genitori

«Caro piccolo Charlie, voglio chiederti scusa. Scusa come occidentale, perché ho sottovalutato il crimine che si stava compiendo nei tuoi confronti nel cuore della nostra Europa. Scusa come giovane, perché nonostante la retorica sulla nostra vivacità non ho speso abbastanza energie per te. Scusa come studente, perché non mi sono documentato abbastanza sul tuo caso. Scusa come cronista, perché non sono riuscito a raccontarti come avrei dovuto...» Per il blog di Costanza Miriano, una lettera al piccolo Charlie Gard. (foto "The Sun")

domenica 31 gennaio 2016

Circo Massimo: due milioni di utopie

“Sono sicura che se siete venuti qui partendo di notte, attraversando il mare e le montagne, rinunciando magari ai soldi per un vestito nuovo, non è solo per dire no a una legge sbagliata. Siamo qui perché la vita è una cosa seria, e quando è minacciata abbiamo il dovere di alzarci in piedi, non con rabbia ma da risorti.
Siamo qui a dire che la famiglia è il vero bene dell’uomo, di ogni uomo, è un patrimonio di tutti, e le leggi che la feriscono sono una sconfitta per l’umanità, tutta.
Noi non siamo qui a combattere per i principi, noi siamo qui per le persone, per la loro carne e per la loro anima. La famiglia è l’unione di un uomo e di una donna aperti alla vita, e non c’è bisogno di essere cristiani per capirlo. La famiglia è il luogo in cui i bambini imparano a voler bene, vedendo i genitori che continuamente, ogni giorno si perdonano per il fatto di essere così diversi, maschio e femmina. Ma se il pensiero unico nella parte ricca del mondo cerca di dire un’altra cosa, noi cristiani vogliamo continuare a dire la verità dell’uomo. La verità di ogni uomo è Cristo, anche per chi non lo conosce ancora, e noi abbiamo la gioia di annunciarlo, con umiltà e con fermezza, senza giudicare ma raccontando quello che ha guarito e salvato le nostre vite ferite.
Noi donne abbiamo un compito speciale. Le nostre viscere sanno cosa vuol dire custodire la vita. Anche quelle che non hanno avuto la gioia di essere madri hanno il compito di chinarsi sulla vita quando è più debole e di aiutarla a crescere. Noi donne, a cui Dio ha affidato l’uomo, dobbiamo aiutarlo ad alzare lo sguardo, a vedere il bene e la bellezza a cui ogni uomo è chiamato. Riprendiamoci questo ruolo che stiamo dimenticando per emanciparci, torniamo a essere vere donne capaci di accoglienza, e se lo faremo i nostri uomini torneranno a essere capaci di grandezza.


Ci dicono che siamo in ritardo, che dobbiamo far presto ad approvare questa legge per metterci alla pari. Ma alla pari con chi? Quali sono i paesi che stanno avanti? Quelli che vogliono che a nessun bambino down sia permesso di vivere? Quelli che vogliono l’eutanasia per i bambini malati e i vecchi improduttivi? L’aborto sempre, anche al sesto mese? Quelli stanno avanti nel declino di questa Europa in cui si nasce sempre di meno e ci si suicida sempre di più? Noi siamo l’Italia e fermeremo questa ondata che sta sconfiggendo l’umanità. A noi che fondavamo il diritto quando i barbari ancora si tingevano la faccia, non ce ne importa niente se “ce lo chiede l’Europa”. Ce lo chieda pure, ma noi diciamo no.
Fermiamo questa legge che chiama diritti i desideri, fermiamo questa legge che chiama civili pratiche barbare come l’utero in affitto, fermiamo questa legge che non vuole il vero bene delle persone omosessuali (e tanti sono qui con noi), e metteremo un fronte nel cuore dell’Europa. Fermeremo la sconfitta dell’umanità nella culla della civiltà occidentale.