Che cosa fare a Capodanno? Un viaggio. Un viaggio
indietro nel tempo, nei dodici mesi che ora si concludono, un viaggio a ritroso
tra le gioie e le ferite che si sono impresse nell’anima. Il viaggio, per chi
crede, può trasformarsi in Te Deum, in canto di lode al Signore per i doni
concessi. Per tutti, questo viaggio all’indietro nell’anno trascorso può
diventare occasione di rinascita. Perché tutto questa notte acquista una luce
particolare, perché tutto può essere rivissuto come da un altopiano, con il
distacco necessario e la lucidità conquistata, perché “da lontano tutto è
nitido, da lontano in un attimo il sereno si intravede già, e i temporali si
allontanano”. Non partiamo soli, riempiamo le nostre valigie di testimoni
luminosi, capaci non solo di indicarci la strada giusta, ma di camminare al
nostro fianco.
Blog di Giacomo Bertoni, giornalista e scrittore. Già la Provincia Pavese, Ossigeno per l'informazione, il Ticino, Radio Mater, iFamNews. Qui si parla di giornalismo, giovani, vita, libri, Chiesa e futuro.
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sabato 28 dicembre 2019
Cosa fai a Capodanno? Un viaggio
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venerdì 8 novembre 2019
Perché l'individualismo ci ruba la speranza
“Il loro amore moriva
come quello di tutti
non per una cosa astratta
come la famiglia
loro scelsero la morte
per una cosa vera
come la famiglia…”
(“Dilemma”, Giorgio Gaber)
«Voi parlate
tanto dei vostri figli, ma che mondo lasciate loro?». Greta Thunberg compare sul
maxi schermo e attacca i politici, colpevoli di aver creato e di continuare a
promuovere un modello iniquo di società, dove pochi si arricchiscono sulle
spalle di tanti. «Il cuore del messaggio di Greta non è tanto l’ambiente,
quanto un mondo nel quale si sono rotti tutti i legami. Quello fra l’uomo e la
natura, certo, ma prima di tutto quelli fra gli uomini, come il legame
transgenerazionale», commenta don Luca Massari al termine del video.
È giovedì sera, siamo nell’aula magna del seminario vescovile di Pavia. Fuori diluvia: per raggiungere il seminario abbiamo attraversato le viuzze longobarde trasformate in fiumi. Si apre così la seconda serata de “La Quinta Direzione”, il cammino per i giovani che si presenta come: «Un percorso rivolto a chi non si accontenta di cercare seguendo le classiche planimetrie, i quattro punti cardinali che ben descrivono le realtà piatte, senza spessore».
È giovedì sera, siamo nell’aula magna del seminario vescovile di Pavia. Fuori diluvia: per raggiungere il seminario abbiamo attraversato le viuzze longobarde trasformate in fiumi. Si apre così la seconda serata de “La Quinta Direzione”, il cammino per i giovani che si presenta come: «Un percorso rivolto a chi non si accontenta di cercare seguendo le classiche planimetrie, i quattro punti cardinali che ben descrivono le realtà piatte, senza spessore».
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Foto di Harut Movsisyan da Pixabay |
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sabato 2 novembre 2019
La "solidarietà soprannaturale" di papa Paolo VI
«Regna tra gli uomini, per arcano e benigno mistero della divina
volontà, una solidarietà soprannaturale, per cui il peccato di uno nuoce anche
agli altri, così come la santità di uno apporta beneficio agli altri». Così
scriveva papa Paolo VI, nella costituzione apostolica “Indulgentiarum doctrina”,
il 1° gennaio del 1967.
Sono parole da rileggere in questi giorni di visite ai cimiteri, giorni durante i quali è anche possibile lucrare l’indulgenza plenaria per i defunti: «Cristo, infatti, "il quale non commise peccato", "patì per noi", "fu ferito per le nostre iniquità, schiacciato per i nostri delitti... per le sue piaghe siamo stati guariti". Seguendo le orme di Cristo, i fedeli cristiani sempre si sono sforzati di aiutarsi vicendevolmente nella via che va al Padre celeste, mediante la preghiera, lo scambio di beni spirituali e la espiazione penitenziale; più erano animati dal fervore della carità tanto maggiormente imitavano Cristo sofferente, portando la propria croce in espiazione dei propri e degli altrui peccati, persuasi di poter aiutare i loro fratelli presso Dio, Padre delle misericordie, a conseguire la propria salvezza.
È questo l’antichissimo dogma della comunione dei santi, mediante il quale la vita dei singoli figli di Dio in Cristo e per mezzo di Cristo viene congiunta con legame meraviglioso alla vita di tutti gli altri fratelli cristiani nella soprannaturale unità del corpo mistico di Cristo, fin quasi a formare una sola mistica persona».
Sono parole da rileggere in questi giorni di visite ai cimiteri, giorni durante i quali è anche possibile lucrare l’indulgenza plenaria per i defunti: «Cristo, infatti, "il quale non commise peccato", "patì per noi", "fu ferito per le nostre iniquità, schiacciato per i nostri delitti... per le sue piaghe siamo stati guariti". Seguendo le orme di Cristo, i fedeli cristiani sempre si sono sforzati di aiutarsi vicendevolmente nella via che va al Padre celeste, mediante la preghiera, lo scambio di beni spirituali e la espiazione penitenziale; più erano animati dal fervore della carità tanto maggiormente imitavano Cristo sofferente, portando la propria croce in espiazione dei propri e degli altrui peccati, persuasi di poter aiutare i loro fratelli presso Dio, Padre delle misericordie, a conseguire la propria salvezza.
È questo l’antichissimo dogma della comunione dei santi, mediante il quale la vita dei singoli figli di Dio in Cristo e per mezzo di Cristo viene congiunta con legame meraviglioso alla vita di tutti gli altri fratelli cristiani nella soprannaturale unità del corpo mistico di Cristo, fin quasi a formare una sola mistica persona».
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