Blog di Giacomo Bertoni, giornalista e scrittore. Già la Provincia Pavese, Ossigeno per l'informazione, il Ticino, Radio Mater, iFamNews.
Qui si parla di giornalismo, giovani, vita, libri, Chiesa e futuro.
La crisi del giornalismo e il politicamente corretto che
impera anche nelle redazioni. L’ideologia che cerca di imporsi sulla realtà. Una
democrazia in pericolo, perché senza verità non c’è libertà. Non potevamo che
affrontare questi temi con Monica Mondo, giornalista, autrice e conduttrice su Tv2000 di “Soul”, un dialogo senza reticenze alla ricerca della verità, con ampio spazio per le grandi domande di senso della vita.
E proprio senza reticenze Monica Mondo
risponde alle nostre domande, regalandoci una fotografia preziosa del
giornalismo oggi, un giornalismo ferito da una grande rivoluzione digitale e da
un’ideologia soffocante. Si può ripartire, si può ricostruire, c’è tutto da rinnovare.
Il giornalismo affronta oggi la sua crisi più grande. Le vendite
dei giornali sono in caduta libera dal 2008, anno nel quale è stato anche congelato il turnover nelle redazioni. A questa emorragia di copie cartacee si affiancano
altre ferite: una crescita debolissima del digitale, una concorrenza feroce di
Google e dei social network nella raccolta pubblicitaria, la diffusione
illegale dei giornali in pdf su Telegram.
«Molti i mali che ci affliggono, ma esiste ancora
speranza. E gente buona. La chiamiamo a raccolta». Nasce con questo spirito
oggi, dopo molti mesi di lavoro silenzioso, International Family News, il
nuovo quotidiano online che vuole raccontare ciò che accade in Italia e nel
mondo con un’attenzione particolare per la vita, la famiglia e la libertà
religiosa.
«La prima causa di morte nel mondo è l’aborto – scrive il direttore,
Marco Respinti, nel primo editoriale –. Si muore di meno, molto di meno, per malattie,
fumo, alcol, incidenti stradali, omicidi e guerre. Nel 2019 l’olocausto
silenzioso dell’aborto, dice l’Organizzazione Mondiale della Sanità, è costato
42,4 milioni di vittime». Questo dato, diffuso agli inizi del nuovo anno, è una
notizia, e non occorre essere giornalisti da una vita per rendersene conto.
Eppure non ha trovato spazio, se non attraverso “brevi”, sulla maggior parte
dei giornali italiani.
IFamNews nasce per questo, perché c’è una porzione
significativa di realtà che non viene riportata. Ci sono notizie che non
vengono riprese, ci sono storie che non vengono raccontate, ci sono dati che
non vengono forniti.
Il giornalismo come missione, il giornalismo come
scoperta, il giornalismo come sospensione del giudizio di fronte a una realtà
complessa, spesso più misteriosa delle proprie convinzioni, e dunque tutta da
illuminare. Insomma, il giornalismo.
All’inizio del 2018 e per tutto il 2019 ho
avuto la fortuna di essere incaricato da “Ossigeno per l’Informazione” di
seguire il processo per l’omicidio di Andy Rocchelli, fotoreporter ucciso in
Ucraina il 24 maggio del 2014, mentre documentava le condizioni dei civili
coinvolti nella guerra. Oltre un anno di udienze, perizie, testimonianze,
immagini, video. Un mare di informazioni da ascoltare, comprendere e poi
riportare ai lettori.
Poi all’improvviso ti rivedi sul muro del convento di
Santa Maria Incoronata di Canepanova… La prima sera della nuova edizione di “Soul
Food 4 You”, quando sono state proiettate nel chiostro del convento alcune
delle immagini più significative dello scorso anno, è stato ancora più facile
rendersi conto della fortuna. La fortuna di esserci, di far parte di un
progetto nuovo, la fortuna di condividere un’alternativa di senso con altri
giovani inquieti.
Sì, perché è questa la cifra distintiva di Soul Food:
l’inquietudine. Semplicemente, tutto è troppo poco. Abbiamo il futuro nelle
nostre mani? Abbiamo mille possibilità di scelta? Possiamo cambiare la nostra
vita tutte le volte che vogliamo? A noi tutto questo non basta. C’è qualcosa di
più, che continuamente sfugge eppure continuamente richiama: il senso. Perché
abbiamo il futuro nelle nostre mani? Perché abbiamo mille possibilità di
scelta? Perché cambiare tutto?
Un uomo di Dio. Profondamente innamorato della Chiesa e
della Verità. Per ricordare il cardinal Caffarra, scomparso il 6 settembre 2017,
ecco le parole che ha pronunciato nel 2016 a Pavia davanti all’arca di Sant’Agostino.
<<La Chiesa, come ci viene detto nella prima lettura, è l’unità umana
ricostruita dall’obbedienza all’insegnamento degli Apostoli e dalla “frazione
del pane”, cioè dalla celebrazione eucaristica. L’espressione inequivocabile
dell’unità riedificata dalla fede e dal Sacramento, è la scomparsa delle
categorie “mio-tuo”: «tenevano ogni cosa in comune». Se dalla prima lettura
passiamo alla pagina evangelica, la presentazione della Chiesa diventa
drammatica.
Accanto all’amabile ed attraente figura del Buon Pastore, si
muovono lupi rapaci. Essi si sono introdotti nel gregge del Signore “per rapire
e disperdere”; e di fronte ai lupi vi sono pastori-mercenari che fuggono,
impauriti dal pericolo. Ma la seconda lettura è ancora più drammatica. Essa
preannuncia per la Chiesa «un giorno in cui non si sopporterà più la sana
dottrina…rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole».
Paolo VI ha scritto: «Non sminuire in nulla la salutare
dottrina di Cristo è eminente forma di carità verso le anime».
«La
fermezza della Chiesa, nel difendere le norme morali universali e immutabili,
non ha nulla di mortificante. È solo al servizio della vera libertà dell'uomo:
dal momento che non c'è libertà al di fuori o contro la verità, la difesa
categorica, ossia senza cedimenti e compromessi, delle esigenze assolutamente
irrinunciabili della dignità personale dell'uomo, deve dirsi via e condizione
per l'esistere stesso della libertà.
Questo servizio è rivolto a ogni uomo,
considerato nell'unicità e nell'irripetibilità del suo essere ed esistere: solo
nell'obbedienza alle norme morali universali l'uomo trova piena conferma della
sua unicità di persona e possibilità di vera crescita morale. E, proprio per
questo, tale servizio è rivolto a tutti gli uomini: non solo ai singoli, ma
anche alla comunità, alla società come tale.
Eppure c’è molta quiete… Strade semideserte, piazze vuote
e silenziose, giornali allineati su notizie quasi prevedibili ma rassicuranti… E’
la pace? Guardando più attentamente si vedono foglie secche fra i grandi
cespugli verde smeraldo, s’ode che il silenzio della città è in realtà un
respiro soffocato, si scorge il filo rosso che lega le notizie allineate nel
quadro del pensiero unico… Con questa situazione di calma apparente si apre “Un
ponte tra le Valli”…
La libertà si può imprigionare. Certo, non lo si può fare
in un giorno solo: tutti se ne accorgerebbero! Occorre farlo lentamente, oserei
dire dolcemente. Chi prova a svelare l’inganno dietro al politicamente corretto,
chi infrange il sorriso di cartapesta, viene rapidamente reso inoffensivo:
“E’ solo un retrogrado, è contro tutto, è ignorante, è folle…” Le pressioni
vengono da lontano, travalicano i confini nazionali ed i soliti palazzi del
potere. La battaglia in gioco è più grande di semplici elezioni.A chi interessa più amministrare solo i
soldi, quando si possono amministrare le menti?
I primi cooptati dal pensiero
unico (non tutti ovviamente, qualcuno ha la forza di opporsi accettando di
scomparire dalla scena) sono i personaggi famosi, poi i politici, e poi, perché
no, magari anche qualche uomo di Chiesa più abituato alle luci della ribalta.
Un
piccolo esempio totalmente inventato? Gastone è un ladro. Certo, non è un assassino, ma è
un ladro abile e furbo, che appena può ruba ciò che gli interessa, e non lo fa
per necessità estrema perché è già molto ricco. Il tuo cantante preferito gli
dedica una canzone: “Il furto del cuore”, dove racconta di un ladro innamorato,
che ruba cuori e regala amore. Una canzone struggente. Mah, la realtà non è
proprio così… Però dai, è solo una canzone: canta e lascia stare. I giornali
(tutti, o quasi) lo intervistano, raccontando di un uomo di successo, un uomo
affascinante che ha saputo prendere in mano il suo destino. Mah, sarei tentato
di prendere in mano una penna e scrivere una lettera: non mi sembrava questa la
realtà. Però tanto poi non mi ascolta nessuno, lasciamo stare. I politici si
muovono per fare una legge che consenta a Gastone (ricordo, nome e situazione
di pura fantasia) di rubare nella piena legalità. Mah, con tutti i problemi del
mio Paese forse non è la priorità, forse è proprio sbagliato. Dovrei scrivere…
Ma no dai, lo farà qualcun altro. Ecco un’intervista a Mons. In Vino Veritas,
nella quale il porporato ammette che la Chiesa dovrebbe fare un passo avanti e
superare la dottrina secondo la quale rubare è un peccato. Mah, adesso basta,
ora prendo la penna e mi faccio sentire. Come, non c’è più la penna?
31 ottobre 2014. Arriva nelle librerie “Un ponte tra le
Valli”. E’ il mio primo libro per ragazzi, e va ad affiancare i miei due libri
per bambini, “Toppy, un moscerino dal cuore grande” e “Gino e la Vecchia
Consigliera”. “Un ponte tra le Valli” è una storia fatta di incontri, scontri,
scoperte e speranze.
Incontri fra generazioni, perché i protagonisti della
storia sono giovani amici che trovano un aiuto inaspettato in una guida matura,
saggia, un personaggio molto speciale ispirato e dedicato all’artista Milva,
Memoria. Incontri fra popoli diversi, perché la storia si svolge in un futuro
ipotetico nel quale il nostro mondo è diviso in due grandi blocchi, la Valle
degli Shamaketjiani e la Valle degli Umanoidi, divisi e diversi per tradizioni,
culture, storia. Incontri fra la natura, e la vita completamente naturale che
caratterizza gli shamaketjiani, e la tecnologia, con la quotidianità fatta di
scienza e tecnica degli umanoidi.
“Un ponte tra le Valli” è però anche una
storia di scontri, come quello fra il mondo dei ragazzi, ricco di inventiva e
intraprendenza, e quello degli adulti, disilluso e incapace di cogliere il
positivo dell’energia dei giovani. Ed è proprio nella cornice di un grande
scontro che tutta la storia si svolge: lo scontro tra verità e menzogna. Tra la
verità tanto cercata dai giovani protagonisti e la propaganda, l’ideologia, la
menzogna creata dai potenti per garantirsi il controllo sulla Valle.
Sono molte
le scoperte che cinque giovani amici, i Sognatori Selvaggi, faranno grazie all’aiuto
di Memoria, e tutto il loro percorso vuole essere un lampo di speranza. La
speranza che, anche quando tutto sembra volgere a favore dell’ideologia
dominante, c’è sempre qualcuno che lotta per la verità. A volte sono proprio
energie giovani, che sanno trovare conferme e consigli in Memoria, ponte umano
(anzi, per essere precisi, shamaketjiano) fra generazioni e verità.
31 ottobre
2015. Un anno di “Un ponte tra le Valli”. E’ stato un anno molto ricco di
incontri, scoperte e speranze. Tutto è cominciato il 22 e 23 novembre 2014,
quando ho avuto l’onore di presentare come novità “Un ponte tra le Valli” a
Milano, al Primo Salone Internazionale della Piccola Editoria. Per poi
continuare con le interviste, a Radio Voghera, Radio Libriamoci Web, Radio
Lodi, e la sorpresa delle prime recensioni, La Provincia Pavese, Il Ticino, Il
Macaone, LiberWeb, e gli incontri nelle scuole, come quelli negli istituti del
circolo didattico di Certosa, e le presentazioni, come quella presso la
biblioteca “Anna Frank” di San Martino Siccomario, all’interno della
manifestazione letteraria “Libri in Libertà”.
A coronare questo anno ricco di
emozioni una grandissima sorpresa: il 31 gennaio 2015, “Un ponte tra le Valli”
vince il 19° Premio Nazionale Città di Riparbella. “Il racconto di carattere
fantascientifico ha una sua coerenza e presenta nel finale una morale che è
segno di saggezza, in quanto suggerisce soluzioni a problemi mondiali che
affliggono l’umanità e costituiscono una minaccia per il futuro…” (dalle
motivazioni della giuria). Grazie alla bella risposta di pubblico esce così la
seconda edizione di “Un ponte tra le Valli”, in ristampa dopo solo due
settimane. Un anno speciale si avvia verso la conclusione... Cosa riserverà il
2016?
“Un ponte tra le Valli” è distribuito a livello nazionale
da Centro Libri, Libri Diffusi e Licosa. Per librerie la Feltrinelli e
Mondadori, ordini diretti a edigio@edigio.it.
“Un ponte tra le Valli” è in vendita anche suibs.it eInmondadori.it. Se preferisci, ordina online “Un ponte tra le Valli” e ritiralo
presso la libreria più vicina a te grazie a GoodBook.it. Salvo ristampe, evasione immediata degli ordini.
Un gruppo di amici, legati da una profonda amicizia e pieni di curiosità e sogni, arriva a scoprire la potenza della menzogna e la forza straordinaria del dialogo.
Una storia molto originale nei personaggi e nello stile narrativo, piena di vitalità, fatta di colpi di scena e di felici intuizioni. Intrighi, sete di potere, prevaricazioni, ma anche e soprattutto amicizia, saggezza, rispetto per l’uomo e per l’ambiente, ricerca della verità. I giovani protagonisti dell’avventura sfidano il mondo degli adulti alla ricerca della verità, e trovano un aiuto inaspettato in una figura saggia e generosa, che l’autore dedica all’artista Milva.
Un genere “fantasy” particolarmente accattivante, che invoglia alla lettura e apre ad un futuro di speranza.
Cerca "Un ponte tra le Valli" nella tua libreria di fiducia oppure su:
Negli ultimi tempi fatico a leggere i nostri
quotidiani. Da sempre sono stato abituato a sfogliare ogni giorno queste pagine
dal profumo intenso di mondo, eppure oggi non trovo più quel profumo, un po’
forte forse, ma vero. A leggere alcune interviste, alcuni commenti, ci si
chiede: “Ma dov’è la verità? Dov’è la voce del giornalista che chiede conto di
quanto viene detto? Dov’è il dato di realtà con il quale dovrebbe confrontarsi
questo discorso?”
Spesso, troppo spesso, diviene riconoscibile un filo rosso
che lega le strade percorse da alcuni rami dell’informazione. Un filo che porta
verso il pensiero unico, dimenticando la sua vocazione originaria: raccontare
la verità, rendere consapevoli, dare la libertà. Sì, perché non c’è libertà
senza verità e consapevolezza. Non possiamo dirci liberi se le parole con le
quali ci viene raccontato il mondo sono false, tendenziose, se sono distorte
con noncuranza, travolgendo la realtà empirica con la forza della menzogna. E’
un gioco ingiusto e pericoloso, rafforzato dal “sentito dire”, dai virgolettati
non citati, da tutto quel magma vorticoso che popola i social network. E’ il
gioco del telefono senza fili, solo che qui si gioca con la realtà, e alla fine
del gioco siamo spesso guidati da giocatori invisibili.
Ai bambini racconto questo pericolo facendomi aiutare dalla magia delle
favole in “Gino e la Vecchia Consigliera”: chi racconta le bugie non si
presenta con la scritta “bugiardo” sulla fronte, anzi, appare come la fonte
migliore della verità!
Quindi leggiamo variando le nostre fonti, leggiamo tanto, anche locale, perché ciò
che accade nella nostra comunità è lo specchio di ciò che accade nei piani più
alti dei palazzi di potere. Che non sono più, e da molto, solo quelli della
politica.