Chi non ha una preghiera nascosta nel cuore? Chi non ha
una paura che lo blocca, un desiderio che lo anima, una speranza che lo fa
vivere? Chi non ha bisogno di una luce per illuminare la notte? Ci sono
incontri, segni, gesti che parlano al cuore di tutti i giovani di buona
volontà: continua il nostro viaggio “Chiesa e giovani”.
Foto di Rolanas Valionis da Pixabay |
Venerdì 23 ottobre, ore
21.30, Duomo, cupola illuminata. L’appuntamento è di quelli che non si possono
perdere: si replica “Luce nella notte”. L’evento, proposto l’anno scorso grazie
alla collaborazione della pastorale universitaria con i frati Minori, aveva
colpito la movida pavese con la sorpresa di una Cattedrale aperta di notte,
dove qualunque giovane desideroso di pregare, confessarsi, ma anche solo
parlare e confrontarsi era il benvenuto. Anche stavolta siamo stati divisi in
quattro gruppi: chi avrebbe animato la serata con il canto, chi avrebbe girato
le strade della movida per invitare i ragazzi all’evento, chi avrebbe fatto
accoglienza in Cattedrale e chi avrebbe pregato perché questo momento speciale
potesse essere illuminato dallo Spirito Santo.
Scelto per il servizio di accoglienza, ho avuto la fortuna di incontrare per tutta la serata e buona parte della notte la vera Pavia notturna, una Pavia che la parola “movida” non sa descrivere appieno. Il degrado che toglie colore alle vie del centro la notte ferisce il cuore di chi ama Pavia e vorrebbe poterla vivere in serenità sempre, ma sembra impossibile trovare soluzioni. Se è vero che la repressione, le multe ed i controlli non bastano, anche se sarebbe gradito vederne di più, occorre impegnarsi per creare alternative ricche di senso alle serate vuote fatte di alcool e fumo. “Luce nella notte” è stato anche questo.
Scelto per il servizio di accoglienza, ho avuto la fortuna di incontrare per tutta la serata e buona parte della notte la vera Pavia notturna, una Pavia che la parola “movida” non sa descrivere appieno. Il degrado che toglie colore alle vie del centro la notte ferisce il cuore di chi ama Pavia e vorrebbe poterla vivere in serenità sempre, ma sembra impossibile trovare soluzioni. Se è vero che la repressione, le multe ed i controlli non bastano, anche se sarebbe gradito vederne di più, occorre impegnarsi per creare alternative ricche di senso alle serate vuote fatte di alcool e fumo. “Luce nella notte” è stato anche questo.
Non sono
mancati i momenti di preoccupazione fra noi che facevamo accoglienza, così come
non sono mancati ragazzi che entravano solo per spavalda prepotenza, magari con
una bottiglia di vino in mano o un bicchiere di birra. Ma infinitamente
superiori sono stati gli incontri fatti di curiosità sincera, di gentilezza, rispetto.
Ragazzi che entravano per caso, affascinati da una Cattedrale illuminata solo
da centinaia di candele, e decidevano di partecipare lasciando una preghiera
sull’altare. E ragazzi sorpresi nello scoprire che tutti i foglietti verranno
consegnati a dei monasteri di clausura, dove le suore pregheranno per ciascuna
intenzione. Chi non ha una preghiera
magari nascosta nel cuore? Chi non ha bisogno di una luce per illuminare la
notte?
Foto di Albrecht Fietz da Pixabay |
Centinaia di incontri, anche con giovani di altre nazionalità e a volte
con giovani non credenti: non è stato sempre facile comunicare, ma camminare
insieme verso l’altare, condividere anche solo per un attimo speranze e attese,
ridere e raccontarsi, ha fatto sì che prevalesse la potenza dell’incontro
sull’apparente forza della chiusura.
Una preghiera, una candela e un foglietto con un brano di Vangelo da pescare in un cesto. Segni che parlano al cuore di tutti i giovani di buona volontà. La chiave per riaccendere la notte pavese passa anche da questi momenti. Momenti che nascono per annunciare la gioia dell’incontro con Gesù, e aiutano a creare nuovi incontri, nuovi ponti, a trasformare una massa di figure indistinte in volti nitidi, per poter riconoscere tratti comuni e strade condivise.
Una preghiera, una candela e un foglietto con un brano di Vangelo da pescare in un cesto. Segni che parlano al cuore di tutti i giovani di buona volontà. La chiave per riaccendere la notte pavese passa anche da questi momenti. Momenti che nascono per annunciare la gioia dell’incontro con Gesù, e aiutano a creare nuovi incontri, nuovi ponti, a trasformare una massa di figure indistinte in volti nitidi, per poter riconoscere tratti comuni e strade condivise.
Foto di Thomas B. da Pixabay |
Mi è rimasta particolarmente impressa una frase che mi ha detto un
ragazzo inizialmente diffidente: “Io sono ateo, non credo, ma apprezzo questa
iniziativa, perché tutti abbiamo sogni, speranze o, come le chiamate voi,
preghiere. E’ bello incontrarsi qui.” (“Una luce rischiara la notte pavese”,
Giacomo Bertoni, “il Ticino”, venerdì 30 ottobre 2015, anno 124, n. 40, pag.
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