lunedì 4 novembre 2019

Chiesa e giovani (1): come essere felici?

Ma io sono davvero felice? Cosa penso della mia vita? Gli amici che ho accanto mi aiutano a volare? Gli studi che ho scelto sono il mio sogno o il frutto di un calcolo? Che senso hanno le mie serate in discoteca? Cosa mi regala quel cocktail in più? Dove vanno a finire i pensieri che nascondo sotto apericena, palestra e smartphone? Ci sono domande, a volte sommerse a volte dirompenti, che nascono e prendono dimora nel cuore dei giovani. Domande alle quali molte sirene cercano di dare risposta, offrendo scorciatoie, slogan ciclostilati in proprio e compromessi in cambio di follower. 

La Chiesa da sempre offre ristoro all’inquietudine dell’uomo, e lo fa anche attraverso proposte pensate apposta per i giovani, proposte che prendono vita nelle singole diocesi. Nelle prossime settimane vorrei riproporvi alcune esperienze, cresciute nella vivace diocesi di Pavia, come stimolo e spunto di riflessione per condividere bellezza. Partiamo oggi dalla sera del 12 aprile 2014: siamo in piazza del Carmine insieme a tantissimi giovani…

Un giovane in cima a una montagna, accanto a una croce, guarda la città illuminata
 Photo by Joshua Earle on Unsplash

Noi giovani desideriamo ardentemente la felicità. Riconosciamo il valore della serenità, della saggezza, della pace interiore, ma la nostra ricerca più frenetica è volta alla felicità. Lo potete leggere nei nostri occhi, lo potete scoprire scavando nei nostri discorsi, a volte sciocchi a volte importanti, osservandoci per le strade di Pavia. Spesso crediamo di trovare la felicità nel non avere problemi, in una buona situazione economica, nell’incontro con una persona che ci ami. A volte scopriamo che non ci basta, a volte rischiamo addirittura di perderci per strade pericolose, inutili, e tutto per la felicità. Con questo bagaglio di aspettative ci siamo ritrovati sabato 12 aprile in piazza del Carmine per l’inizio della “Veglia delle palme. I giovani in preghiera col Vescovo”. 

La Veglia delle Palme con i giovani della diocesi di Pavia

Accolti da don Daniele, abbiamo ricevuto i rami d’ulivo, e siamo partiti verso San Pietro in Ciel d’Oro. I rami d’ulivo, segno della festa e della sofferenza, hanno accompagnato tutto il nostro percorso. La preghiera è proseguita coralmente nella chiesa di San Pietro in ciel d’oro, dove sono risuonate le parole del saggio Qoelet: “Non sai come sarà il tuo avvenire. Perciò, godi la vita, ragazzo! Sii felice, finché sei ancora giovane. Fa’ tutto quello che ti piace e segui i desideri del tuo cuore. Ma non dimenticare che Dio ti chiederà conto di tutto”.

Qui abbiamo ricevuto due preziose indicazioni per giungere alla felicità: trovare il coraggio della sobrietà, e scoprire nell’altro un fratello o una sorella. "Cercate di essere liberi nei confronti delle cose, ambite all’essenziale e distaccatevi dalle idolatrie", si legge nel messaggio per la prossima GMG. Quanto pesano queste parole nel cuore di noi giovani, spesso guidati, anche nelle nostre scelte di studio o di lavoro, più dal miraggio del successo e del denaro, che non dalle nostre passioni più vere. 

Foto con chiesa in fondo a una lunga strada circondata di fiori
Foto di David Mark da Pixabay

La testimonianza di frate Giampaolo Possenti OFM ha reso tangibile questo invito, ricordandoci che la dignità di ogni essere umano, e soprattutto l’amore che Dio prova per ciascuno di noi, non possono essere misurati tramite un estratto conto. Ci ha invitati, mettendosi in gioco in prima persona, a sconvolgere la logica del denaro con la logica dell’Amore. Anche dentro la Chiesa, ha ricordato infine padre Possenti, ci sono uomini che “si sono prostituiti al potere”.

Ma la Chiesa è formata da tutti i battezzati, e per questo non ci sono scuse, non è il tempo dell’attesa: tutti noi possiamo portare una goccia di bellezza e rinnovamento. Dov’è la nostra energia di giovani? Dove sono il nostro coraggio e le nostre alte aspirazioni? Con queste esortazioni abbiamo ripreso il cammino, a simboleggiare la nostra continua ricerca di fede e il nostro desiderio di testimonianza, verso il Castello Visconteo.

Lì ci attendeva Mons. Giovanni Giudici, in un cortile aperto ed illuminato solo per noi. Persino la luna, discreta ma presente, sembrava volersi unire a noi nella gioia. Nelle parole del Vescovo una nuova scossa: “Cercate la sobrietà e sarete sale della terra!” E per accompagnare il nostro viaggio ci ha donato il Vangelo di Matteo, invitandoci ad essere sempre alla ricerca del significato più autentico della nostra vita. 


Lasciando il Castello, dopo la benedizione finale, mille sensazioni scuotevano l’animo. Guardandoci indietro potevamo vedere il nostro canto, magistralmente accompagnato dal coro dei giovani di Canepanova, salire verso le stelle: “Benedirò per sempre il Tuo nome, cantando a Te contemplerò la Tua gloria. Nella notte della vita Tu mi hai soccorso, per il Tuo nome vivrò.” (“Noi, mendicanti di felicità”, Giacomo Bertoni, "il Ticino", venerdì 18 aprile 2014, anno 123 - n. 15, pag. 4) 

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