sabato 27 febbraio 2021

Milva oggi è libera

«Ingiustamente dimenticata», l’ha definita Renato Zero. «Noi italiani non coltiviamo la memoria», ha aggiunto Diego Della Palma. Da dieci anni la cantante Milva si è ritirata dalle scene e la televisione italiana si è presto dimenticata di lei. Eppure, la Rossa continua a sorprendere il proprio pubblico. Ecco la storia che la tv non può raccontare. 

Dov’è finita Milva? Cosa fa oggi la Rossa? Come sta la pantera di Goro? Sono passati dieci anni da quando la cantante ha annunciato il ritiro dalle scene con un'intensa lettera indirizzata al proprio pubblico. In quel messaggio, intitolato semplicemente “Grazie”, è condensato il saluto al palcoscenico dell’ultima diva dal fascino mitteleuropeo. Un saluto sofferto, segnato dalla malattia, eppure sorprendentemente sereno. Un saluto superbo (nell’accezione evocata da Alda Merini), eppure affettuoso e sincero. 

Oggi Milva «aspetta all’angolo come Marlene», con la consapevolezza di chi ha donato tutto il proprio talento, scoprendo così la libertà. La libertà di fare un passo indietro, fuori dal fascio di luce dell’occhio di bue, la libertà di non dover a tutti i costi occupare uno spazio pubblico per affermare la propria realizzazione. 

Milva oggi

martedì 23 febbraio 2021

Gli insulti e le scuse (che non bastano)

Chiedere scusa non basta. Gli insulti all’onorevole Giorgia Meloni, giunti pochi giorni dopo il messaggio antisemita della consigliera comunale M5S di Torino e dopo le minacce alla senatrice Liliana Segre, “colpevole” di essersi vaccinata contro il Covid-19, non si possono cancellare con un semplice messaggio di scuse. Non funziona così. 

Lo spiega senza mezzi termini il collega Giorgio Levi sul blog “Il Times” (il pezzo merita lettura integrale): «Alle scuse è necessario accoppiare un gesto significativo, irreversibile, forte». 

Odio e hater

domenica 21 febbraio 2021

L'odio mascherato

Nella vicenda degli insulti rivolti a Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, da Giovanni Gozzini, docente dell’Università di Siena, non sono le parole in sé a generare sconforto. Non sono infatti gli epiteti, che volutamente non saranno qui ripresi, a qualificare l’episodio, ma lo stile e il contesto. 

Il fatto cioè che tanta bassezza sia emersa in un confronto fra intellettuali, fra professori e scrittori. Gozzini è docente ordinario, il grado più alto che si può raggiungere nella carriera universitaria. 

Giorgia Meloni

martedì 16 febbraio 2021

Canzoni contro il grigiore da isolamento

«Non ce la faccio più. È un anno che non lavoro, non vedo mia figlia, non vedo mia madre anziana. Non vivo più e sono stanco. Ora basta». Qualche settimana fa, pubblicando su Twitter il link all’articolo “Isolamento e depressione, una rassegna stampa”, sono stato sommerso da messaggi come questo. Grida silenziose che non riescono a conquistare spazio sui più importanti quotidiani, eppure ci sono, eppure sono segnali d’allarme che non possono essere ignorati. 

Grazie alla collega Letizia Davoli e ad Alessandro Mella, che sono intervenuti sotto al tweet, abbiamo cercato di dare una risposta a tutti gli utenti. Due parole, due chiacchiere anche leggere, un accenno di quella umanità che manca da troppo tempo ormai. 

Giradischi

Brunetta, il Corsera e il giornalismo

La triste vicenda dell’intervista vintage a Renato Brunetta, riproposta come ultim’ora inedita dal Corriere della Sera, ricorda che le testate giornalistiche devono smetterla di inseguire i siti di quart’ordine per acchiappare una manciata di clic in più. 

Non è una questione marginale: se il giornalismo perde la propria deontologia allora si consegna inerme al mondo dei social, allora mette sullo stesso piano un giornalista professionista che fa cronaca e un profilo anonimo che pubblica tutto ciò che gli passa per la testa

Renato Brunetta

lunedì 15 febbraio 2021

Era il 23 febbraio 2020

Domenica 23 febbraio 2020, ore 20.45. La televisione accesa su Rainews24. Lo smartphone all’improvviso si illumina: una collega chiede aggiornamenti sulla questione “coronavirus e chiese”. Da un paio di giorni, infatti, si vocifera di provvedimenti inediti, ma ancora non ho novità da darle in merito. Passano due minuti e l’ufficio per le comunicazioni sociali della diocesi di Pavia pubblica un lungo messaggio del vescovo Corrado Sanguineti

La prima lettura veloce conferma le voci: sono sospese le Messe con concorso di popolo. Il tempo di una verifica e alle 21.49 il messaggio del vescovo è online anche su questo blog. Da quel momento le notifiche non si contano più, perché la “linea pavese” è condivisa all’unanimità dalla Conferenza episcopale lombarda, e più la notizia viene diffusa (su questo blog alle 23 il messaggio era già stato letto da più di 1800 persone) più se ne comprende la portata storica. 

Chiesa

venerdì 12 febbraio 2021

Una Rossa di troppo

«Noemi è matura per diventare almeno la “prima rossa” della canzone italica (exaequo con la Mannoia)» (dalle pagelle di Avvenire, 11 febbraio 2021). No Massimiliano Castellani, no Avvenire. Premessa: si comprende bene la fretta, si comprende bene la pressione nel preparare le pagelle insieme a decine di giornali concorrenti. 

Si comprende anche la dimenticanza, in fondo chi di noi non sbaglia mai nulla? Io ho conosciuto una volta un collega che non sbagliava mai un articolo: non ne scriveva. Però ci sono scivoloni dai quali vale la pena risollevarsi presto. Di Rossa la canzone italica ne ha già una. 

Milva Sanremo

mercoledì 10 febbraio 2021

Ossigeno alla libertà di stampa

Che senso ha parlare della libertà di stampa oggi? Sui social chiunque può pubblicare qualsiasi notizia. Che senso ha investire ancora sugli inviati speciali? Sui social chi si trova sul luogo della notizia pubblica subito foto e video dell’accaduto. Che senso ha fare distinzioni fra chi è giornalista e chi non lo è? Sui social non serve il tesserino per informare. 

È il tempo della libertà assoluta, tempo nel quale il giornale di carta è visto o come malinconico retaggio del tempo che fu o come accessorio fashion da sfoggiare nei selfie, per fingere con i propri follower una predisposizione all’approfondimento che non esiste. 

Entrare in edicola se si è under 50? Impossibile. Quando un giovane passa davanti a un’edicola vede solo un piccolo chiosco abbandonato, come quando un babbano passa davanti al castello di Hogwarts

Giornali di carta

domenica 7 febbraio 2021

#unaluceperlavita

Oggi si celebra la 43° Giornata per la Vita, discreta campana che suona tra le caselle del calendario per ricordare che è ora di tornare a prendersi cura dell’umano. Che senza la difesa della vita ogni altro diritto perde le proprie fondamenta. 

Il quotidiano online iFamNews ha deciso di coinvolgere i lettori, e tutte le persone che hanno a cuore la vita, con una grande iniziativa: “Una luce per la vita”. 

Una luce per la vita

sabato 6 febbraio 2021

Giornalismo e Giornata per la Vita

«Grande e grave è la responsabilità degli operatori dei mass media, chiamati ad adoperarsi perché i messaggi trasmessi con tanta efficacia contribuiscano alla cultura della vita. Devono allora presentare esempi alti e nobili di vita e dare spazio alle testimonianze positive e talvolta eroiche di amore all'uomo; proporre con grande rispetto i valori della sessualità e dell'amore, senza indugiare su ciò che deturpa e svilisce la dignità dell'uomo. 

Nella lettura della realtà, devono rifiutare di mettere in risalto quanto può insinuare o far crescere sentimenti o atteggiamenti di indifferenza, di disprezzo o di rifiuto nei confronti della vita. Nella scrupolosa fedeltà alla verità dei fatti, sono chiamati a coniugare insieme la libertà di informazione, il rispetto di ogni persona e un profondo senso di umanità», così scrive papa Giovanni Paolo II il 25 marzo del 1995 nella lettera enciclica “Evangelium Vitae”, un’enciclica che vale la pena rileggere in prossimità della 43° Giornata per la Vita

Lanterna nella notte

mercoledì 3 febbraio 2021

Una luce per la vita

Domenica 7 febbraio si celebra la 43° Giornata per la Vita, che ha per titolo “Libertà e vita”. Per l’occasione, il quotidiano online iFamNews, che ha da poco festeggiato un anno di pubblicazione, propone “Una luce per la vita”. 

L’invito, rivolto ai lettori e a tutte le persone che hanno a cuore la difesa della vita, è semplice: domenica 7 febbraio, alle ore 20, accendi una luce sulla tua finestra per dire “sì” alla vita. 

Scatta una foto e pubblicala su Facebook e su Twitter utilizzando l’hashtag #unaluceperlavita e taggando la pagina ufficiale di International Family News. 

Una lanterna nella notte

martedì 2 febbraio 2021

Paolo Brosio da Medjugorje

«Era una cosa scherzosa, non c'è stato nulla di scandalistico. Si è trattato di un selfie e di un bacio sulla guancia». È la notte tra l’1 e il 2 febbraio, su Italia 1 va in onda Tiki Taka, programma pseudo calcistico condotto da Piero Chiambretti. Ospite in studio tale Manuela Ferrera, opinionista del talk show, in collegamento il giornalista Paolo Brosio con la fidanzata Marialuisa De Vitis. 

Il CorrieredelloSport.it parla di una “catfight”, un nostalgico della lingua italiana parlerebbe di ennesimo teatrino costruito ad arte per tenere incollati alla tv gli spettatori nottambuli. Gossip, baci rubati, presunte avances: la banalità autorale non sorprende neanche più. 

Paolo Brosio a Tiki Taka

Jérôme Lejeune è venerabile

«La qualità di una civiltà si misura dal rispetto che ha per il più debole dei suoi membri». Lo ripeteva spesso Jérôme Lejeune (1926-1994), il grande scienziato francese che il 21 gennaio scorso è stato dichiarato venerabile dalla Congregazione per le cause dei santi, che ne ha riconosciuto le «virtù eroiche». 

Una storia controcorrente la sua, con una carriera pronta a prendere il volo quando scopre le cause della Sindrome di Down (il Nobel era lì a un passo), ma il volo si arresta bruscamente quando il professor Lejeune spiazza la comunità scientifica: le sue scoperte non servono a eliminare la Trisomia 21, quanto ad accompagnare i genitori, ad aiutarli ad accogliere la vita nascente, servono a sostenere la vita di chi nasce con quel curioso quarantasettesimo cromosoma. 

Jerome Lejeune