Morena, Monica, Elena, Roberta, Gianpiero, Giulio, Monia.
I loro nomi mi sono esplosi nella testa appena ho saputo la decisione di GEDI
di tagliare 121 poligrafici nelle 15 testate del gruppo, 7 di questi a Pavia,
alla Provincia Pavese. Perché dietro a questo numero, 7, dietro a questa
parola, poligrafici, parola forse misteriosa per i non addetti ai lavori, ci
sono volti, voci, sorrisi, lavoro.
Sono i poligrafici che ti accolgono quando entri nella redazione di viale Canton Ticino, sono loro che rispondono al telefono, al 434511, sono le loro voci che danno risposta alle domande dei lettori, che li rassicurano, che li consigliano. I poligrafici sono il primo contatto con la città, sono l’anello di congiunzione fra i lettori e i giornalisti. Loro raccolgono le segnalazioni, fanno le prime verifiche, a volte rassicurano i lettori che si trovano a raccontare una brutta esperienza vissuta. Sono i poligrafici che aiutano a disegnare il giornale, che gli danno forma e colore.
Sono i poligrafici che ti accolgono quando entri nella redazione di viale Canton Ticino, sono loro che rispondono al telefono, al 434511, sono le loro voci che danno risposta alle domande dei lettori, che li rassicurano, che li consigliano. I poligrafici sono il primo contatto con la città, sono l’anello di congiunzione fra i lettori e i giornalisti. Loro raccolgono le segnalazioni, fanno le prime verifiche, a volte rassicurano i lettori che si trovano a raccontare una brutta esperienza vissuta. Sono i poligrafici che aiutano a disegnare il giornale, che gli danno forma e colore.