Io invece spero di no. Io spero che le emozioni rimangano
sempre quel bottone che, una volta schiacciato, fa aumentare il battito del
cuore. Anche dopo anni di tachicardia non corrisposta, anche dopo delusioni e
sofferenze. Anche dopo che le nostre emozioni più sincere si sono infrante
contro un muro di cemento o, peggio, contro un muro di gomma. Le emozioni
sincere, primitive, quelle che attraversano tutto il corpo invadendoci, si
accendono come stelle improvvise nel cielo. Sono lì, altissime e luminose. Dopo
la loro comparsa, così accecante, il nostro sguardo però viene tirato verso il
basso. Esistono infatti piccole pietre che si attaccano al mento, e gli
impediscono di sollevarsi troppo in alto. Sono pietre molto diverse fra loro e
diverse per ciascuna persona.
Qualcuno ha il mento pesante per le troppe ferite subite: perché illudersi ancora, perché ripartire da zero, perché crederci se in passato ho avuto solo dolore in cambio? Qualcun altro ha la testa bloccata in avanti perché il cuore si è inaridito: in ogni cuore c’è una scintilla divina, che non si spegne mai del tutto, ma che può finire coperta dalla polvere delle brutture quotidiane se non viene mai ravvivata. E la scintilla resta viva con progetti alti, con amicizie sincere, con la bellezza di un Creato che ogni giorno può essere riscoperto. Servono spazi per ampi respiri, e bisogna ritagliarseli con costanza.
Qualcuno, infine, ha il mento pieno di pietre per un’ideologia: perché cercare la verità se aderire a un dogma è così rassicurante, semplice, conveniente? Seguire la corrente porta molti benefici, anche di carriera. E quante energie si risparmiano evitando di imprimere una direzione al nostro navigare.