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lunedì 1 marzo 2021

Milva e la memoria (che non c'è)

«Esiste un'artista, che si chiama Milva, che nella sua lunga carriera è passata dalla canzone popolare al Teatro di Giorgio Strehler, toccando la musica di Battiato, di Morricone, di Astor Piazzolla, le canzoni dei grandi compositori greci, francesi, tedeschi e tantissime altre cose, portando una testimonianza di immenso talento italiano in tutto il mondo. Un'artista di tale spessore non merita uno speciale televisivo?». 

Non ha dubbi Peppe Barra, cantante e attore teatrale, che si unisce all’appello di Renato Zero e Diego Della Palma affinché la televisione italiana dedichi uno speciale a Milva. Ma può uno speciale in tv curare l’italica smemoratezza? 

Milva teatro

sabato 27 febbraio 2021

Milva oggi è libera

«Ingiustamente dimenticata», l’ha definita Renato Zero. «Noi italiani non coltiviamo la memoria», ha aggiunto Diego Della Palma. Da dieci anni la cantante Milva si è ritirata dalle scene e la televisione italiana si è presto dimenticata di lei. Eppure, la Rossa continua a sorprendere il proprio pubblico. Ecco la storia che la tv non può raccontare. 

Dov’è finita Milva? Cosa fa oggi la Rossa? Come sta la pantera di Goro? Sono passati dieci anni da quando la cantante ha annunciato il ritiro dalle scene con un'intensa lettera indirizzata al proprio pubblico. In quel messaggio, intitolato semplicemente “Grazie”, è condensato il saluto al palcoscenico dell’ultima diva dal fascino mitteleuropeo. Un saluto sofferto, segnato dalla malattia, eppure sorprendentemente sereno. Un saluto superbo (nell’accezione evocata da Alda Merini), eppure affettuoso e sincero. 

Oggi Milva «aspetta all’angolo come Marlene», con la consapevolezza di chi ha donato tutto il proprio talento, scoprendo così la libertà. La libertà di fare un passo indietro, fuori dal fascio di luce dell’occhio di bue, la libertà di non dover a tutti i costi occupare uno spazio pubblico per affermare la propria realizzazione. 

Milva oggi

lunedì 24 agosto 2020

Milva, tu come mai non senti nostalgia?

La borsa del Piccolo Teatro è ancora lì. In un angolo nascosto e protetto dell’armadio. Al suo interno, i biglietti autografati della Variante di Luneburg e il programma dello spettacolo. Oltre al DVD “Milva canta Brecht”. Sembra una settimana fa, invece tutto risale alla sera del 22 marzo 2011. 

E «tutto mi ricorda» l’incontro nei camerini, al termine della rappresentazione, «con le mani un po’ tremanti» che porgevano un piccolo dono di Pavia e una copia con dedica di “Toppy, un moscerino dal cuore grande”. Lo sguardo divertito, sorpreso eppure attento e curioso. Le battute sui dolci pavesi e sul libro di favole. La chioma raccolta ma sempre protagonista. La stanchezza che spariva nell’incontro con il pubblico.  

I manifesti fuori dal teatro Arena del Sole di Bologna per l'ultimo spettacolo di Milva

mercoledì 27 maggio 2020

La solitudine dopo l'isolamento

«Siamone certi: nessuna lacrima, né di chi soffre, né di chi gli sta vicino, va perduta davanti a Dio». (Benedetto XVI)  

Qualcuno è rimasto solo. Qualcuno ha perso il lavoro. Qualcuno ha perso se stesso. Finalmente muoviamo i primi passi fuori casa: il lockdown è finito, ma lo spettacolo che troviamo nelle nostre strade non è quello che ci aspettavamo. Non tutto si è congelato, rimanendo così protetto dallo scorrere del tempo. Ci sono saracinesche che forse non si alzeranno più, ci sono volti che non incontreremo più, e ci sono sorrisi che non riconosciamo. La ripartenza, la rinascita, la Fase 3. Belle parole che faticano a diventare realtà. 

Immagine di una donna in riva al mare circondata da gabbiani in volo

giovedì 30 aprile 2020

Isolamento con Milva: l'aria sa già di musica

«Il Piccolo Teatro, queste tavole consunte anche dalle mie scarpe, dai miei passi, sono tra le cose che ho amato di più nella mia vita». Cosa significa tornare dove tutto ha avuto inizio? E cosa si prova a farlo dopo oltre 50 anni di carriera?

C’è tutto questo e molto altro nel flusso di parole e ricordi che Milva regala a Pino Strabioli e ai telespettatori in questa intervista, realizzata nel 2009 per il programma “Cominciamo Bene Prima”, su Rai3. Intervista che oggi, non senza azzardo, proviamo a immergere nel silenzio carico di attese della quarantena.

Il disco Milva canta Merini al Castello visconteo di Pavia

domenica 19 gennaio 2020

Milva: frammenti di una storia da riscoprire

«Io non voglio parlare di carriera ma di lavoro: il mio è un lavoro che va avanti, è uno studio che va approfondito, come in tutte le attività. Credo che un grande professore, un medico, non si fermi dopo aver operato due o tre volte, va avanti e cerca di fare sempre meglio. E così è il mio lavoro. Sono molto rigida con me stessa, non mi accontento delle cose appena acquisite, voglio fare meglio. E si può sempre fare meglio». 

Così si racconta Milva nella grande hall di un hotel a Salonicco, ospite di “Storie con sette note”, un programma della televisione greca. È l’ottobre del 1997, e la Rossa è in Grecia per presentare il suo recital, “Milva canta un nuovo Brecht”, con la regia di Giorgio Strehler. 

Milva canta un medley di successi ospite di una tv tedesca

martedì 10 dicembre 2019

Dov’è finita Milva?

«Ma dov’è finita la tua Milva?». La domanda scoppia così, all’improvviso, nell’aria gelida di Milano. È la sera di Sant’Ambrogio, manca poco all’ora di cena. La sosta davanti alla vetrina di una grande libreria risveglia la curiosità di un amico. Sugli scaffali sono esposti gli ultimi arrivi: decine e decine di dischi stampati per il Natale. Alcuni nati da un’ispirazione, altri da un calcolo, alcuni già onnipresenti in radio, altri invece ancora in attesa di essere scoperti. 

Milva ascolta il disco di Mina Fossati fotografata dalla sua assistente Edith Meier

mercoledì 16 ottobre 2019

Cara Milva, ci manchi

La nostalgia potrebbe prendere il sopravvento. In un turbinio di ricordi, melodie, atmosfere che certamente non torneranno più, rimane la memoria. Memoria di una chioma rossa, che avanza superba sul palcoscenico catalizzando l'attenzione. Memoria di una voce, che cresce vibrando dalle più profonde armonie e riempie il teatro. Memoria di uno sguardo, che anticipa storie e sentimenti. Ogni esibizione un viaggio, ogni canzone una storia, ogni nota un assaggio di perfezione. 

Collezione dischi di Milva, la Rossa, che dal 2011 vive lontana dalle scene

giovedì 3 gennaio 2019

Milva Year 2019: si apre il sipario

Si apre il sipario sul Milva Year. Il 2019 sarà l’anno della riscoperta di una carriera straordinaria, la carriera della Rossa. Eventi, ristampe, campagne sui social: dopo il premio alla carriera al Festival di Sanremo 2018, ritirato dalla figlia Martina Corgnati, inizia ora un viaggio a ritroso, un viaggio lungo più di 52 anni seguendo le tracce lasciate in giro per il mondo dalla pantera di Goro. 

Dal libretto dello spettacolo La Variante di Luneburg

Sarà un viaggio entusiasmante, che farà ritrovare suoni e colori conosciuti a chi da tanti anni segue la Rossa, ma che guiderà nella scoperta soprattutto chi ancora non ha ascoltato questa voce così difficile da dimenticare. Come disse Astor Piazzolla: «Milva nella voce ha il suono di due strumenti, il saxofono e il violoncello», e sarà proprio la voce di Milva a indicare il percorso. Per non perdere neanche una tappa del viaggio basta cliccare “Mi piace” sulla pagina facebook ufficiale di Milva. 

giovedì 27 dicembre 2018

Ci sarà la ristampa della discografia di Milva nel 2019?

Dopo cinquantadue anni di ininterrotta attività, migliaia di concerti e spettacoli teatrali sui palcoscenici di una buona metà del pianeta, dopo un centinaio di album incisi in almeno sette lingue diverse, ho deciso di mettere un punto fermo alla mia carriera di interprete dal vivo: una carriera che credo grande e unica, non solo come cantante ma come attrice ed esecutrice musicale e teatrale, prediletta da registi e compositori della statura di Giorgio Strehler e Astor Piazzolla, Franco Battiato e Vangelis, Luciano Berio ed Ennio Morricone; oltre che complice privilegiata di scrittori e poeti come Alda Merini, Paolo Maurensig, Giorgio Faletti, ai cui testi ho offerto la mia voce. 

In tutti questi anni, la mia prima cura, preoccupazione e desiderio è stata quella di garantire al pubblico dei tantissimi teatri in cui ho avuto l’onore di esibirmi, dalla Scala al Piccolo Teatro di Milano dallo Châtelet all’Opéra di Parigi e dallo Schauspielhaus di Zurigo alla Konzerhaus di Berlino, dal Concertgebouv di Amsterdam alla Suntory Hall a Tokyo, la più alta qualità dell’interpretazione e dell’esecuzione musicale: e quindi la massima precisione tecnica e vocale ma anche l’intensità emozionale, la partecipazione di tutta me stessa. 

Ritengo che proprio questa speciale combinazione di capacità, versatilità e passione sia stato il mio dono più prezioso e memorabile al pubblico e alla musica che ho interpretato e per quello voglio essere ricordata. Oggi questa magica e difficile combinazione forse non mi è più accessibile: per questo, dato qualche sbalzo di pressione, una sciatalgia a volte assai dolorosa, qualche affanno metabolico; e, soprattutto, dati gli inevitabili veli che l’età dispiega sia sulle corde vocali sia sulla prontezza di riflessi, l’energia e la capacità di resistenza e di fatica, ho deciso di abbandonare definitivamente le scene e fare un passo indietro in direzione della sala d’incisione, da dove posso continuare ad offrire ancora un contributo pregevole e sofisticato. 

Fra pochi giorni, alla fine di settembre, sarà disponibile il mio nuovo cd “Non conosco nessun Patrizio”, composto e prodotto da Franco Battiato. 

Saluto con affetto e riconoscenza il mio adorato pubblico di Italia, Germania, Svizzera, Austria, Giappone, Francia, Grecia, Spagna, Argentina, Polonia, Olanda, Corea, Croazia, Slovenia, Russia, Stati Uniti, che mi ha seguita e amata

Grazie, Milva

Milva durante un concerto

Sono passati quasi nove anni da questa lettera di congedo e continua incessante la desertificazione del panorama musicale contemporaneo. In un mix di corsa al ribasso e di appiattimento delle differenze, l’offerta si fa sempre più ricca di nomi eppure sempre più povera di idee. 

Dov’è finita la “magica e difficile combinazione di capacità, versatilità e passione”? L’idea insomma che salire su un palco sia prima di tutto un dare. Dare al pubblico il risultato di un talento innato, di anni di studio e di passione bruciante. L’interprete è qualcuno che prende la canzone di un autore e la traduce: dandole vita, la rende accessibile. Dunque, oggi più che mai, AAA interpreti cercasi. 

giovedì 1 febbraio 2018

Milva: 52 anni d'arte

Premio alla carriera sì, premio alla carriera no, il dibattito di queste settimane ha riacceso i riflettori sulla Rossa e sulla sua carriera unica nel panorama musicale italiano. Oggi ci sono giovani che sentono il nome di Milva per la prima volta, ma ci sono anche meno giovani che ritrovano una voce amata e mai dimenticata. Per tutti rimane una storia incredibile, tutta da riscoprire… 

«Dopo aver trionfato in un concorso di voci nuove, arrivando prima su ben 7600 partecipanti, viene lanciata al Festival di Sanremo nel 1961 dove si classifica terza con “Il mare nel cassetto”. L’anno dopo è seconda con “Tango italiano”. In questo periodo canta “Flamenco Rock” e “Milord”, nei quali il suo forte timbro vocale, celebre per la ricchezza di sfumature dai bassi intensi ai vibranti vocalizzi di note alte, trova la sua ideale collocazione esaltando le capacità interpretative notevoli. Vince nel 1971 la Gondola d’Oro con la canzone “La filanda”, che risulta il disco più venduto dell’anno.
Milva interpreta con versatilità la canzone leggera e le opere liriche (ha lavorato con Luciano Berio), il teatro leggero (ha lavorato con Gino Bramieri e Davide Riondino) e quello impegnato (famosissime le sue interpretazioni brechtiane che ne hanno fatto un vero personaggio cult in Germania) passando per spettacoli televisivi (“Palcoscenico” con Oreste Lionello, “Al Paradise” con Heather Parisi) e commedie musicali (“Mai di sabato”, “Signora Lisistrata”, “Angeli in bandiera” e “Un mandarino per Teo”). Ha fatto anche delle incursioni cinematografiche (“La bellezza di Ippolita” con Gina Lollobrigida, “D’amore si muore” con Peppino Patroni Griffi, “Via degli specchi” di Giovanna Gagliardo e “Celluloide” di Lizzani).

venerdì 26 gennaio 2018

Giornata della Memoria: "E ancora la notte trattiene il respiro"

È tardi è tardi, ormai dobbiamo andare. Esuli siamo, esuli, e questa è la condanna: per quanto tu non voglia, il nostro è un congedo. Ascolta tua madre! Eva non piangere, è inutile sbracciarsi come fronda al vento... Esuli siamo, esuli, la nostra è una condanna. Puoi solo ricordare quel viale tanto amato, che ci portava a casa, la nostra casa… La pendola in soggiorno e il pianoforte a coda, che tua madre suonava… Quante note e la tastiera, il quaderno di Magdalena, puoi solo ricordare… Ricorda la tua casa, per quanto puoi. Ricorda, perché mai più, mai più ci torneremo…” ("È tardi", Milva

In questi giorni gelidi risuonano nella mente e nel cuore le melodie de "La variante di Luneburg". Siamo pietrificati davanti all'orrore. Ma non basta. La memoria da sola non basta se non accende il pensiero sull'oggi: non esistono vite "non degne di essere vissute". Questo l'impegno, ora e sempre, per custodire l'umano.

La Variante di Luneburg e il Giorno della Memoria

sabato 13 gennaio 2018

Milva e Sanremo: premio alla carriera?

Se tu sei vicino a me, sognando insieme a te, la vita è tutta rosa…” È quasi l’ora di cena, dallo stereo arriva la voce maestosa di Milva. L’omaggio a Edith Piaf è solo uno dei tanti regali che la Rossa ha fatto al suo pubblico, pubblico che ha preso per mano e accompagnato per cinquant’anni su strade artistiche sempre nuove e imprevedibili. Da Don Backy a Piazzolla, da Berio a Battiato, da Brecht a Vangelis, da Theodorakis a Faletti, da Morricone a Jannacci. Milva ha sempre voluto provare meraviglia e cantarla, come quando nel 2004 ha dato nuova vita ad alcune poesie di Alda Merini con il disco “Milva canta Merini”.


L’arte è, l’arte deve essere una questione di meraviglia. Un incontro tra sensibilità e verità. Tra la verità, che non è sempre riconoscibile tra le pieghe del quotidiano, e la sensibilità dell’artista, che riesce a scorgerla e a renderla fruibile a tutti. Lo ha fatto egregiamente Milva con “La Variante di Luneburg”, fabula in musica con la quale ha chiuso la sua straordinaria carriera domenica 1 aprile 2012, al teatro Arena del Sole di Bologna. La malattia cercava di avere il sopravvento, ma l’urgenza di cantare ancora una volta le atrocità dell’Olocausto ha vinto i limiti del fisico. Impossibile dimenticare gli applausi scroscianti che hanno interrotto (ebbene sì) l’opera più volte. Milva sentiva che era la sua ultima esibizione, noi avvertivamo la stessa cosa. “Anime bianche nel cielo non vi scordate, per quanto sia il male, non vi scordate”: non c’era solo amore per il pubblico e per il teatro, c’era necessità di cantare. Coscienza e consapevolezza di poter trasmettere un messaggio di senso, regalando pensieri in un’epoca che vuole cancellare ogni forma di pensiero libero. 


mercoledì 8 febbraio 2017

Milva e un Festival di Sanremo affetto da amnesia

"Non occorre che io mi sieda sul letto a rivedere i sogni perduti,
basta guardare gli occhi di Milva e vedo la mia felicità.
Coloro che pensano che la poesia sia disperazione
non sanno che la poesia è una donna superba
e ha la chioma rossa…” 
(“Gli occhi di Milva”, Alda Merini)


A un Festival di Sanremo con la memoria corta, che spesso esalta ciò che senza riflettori non brilla, ricordiamo che Milva detiene il record di partecipazioni al Festival: la Rossa è salita per ben 15 volte sul palco dell’Ariston. La prima nel 1961, con “Il mare nel cassetto”, l’ultima nel 2007, con “The show must go on”. Record ineguagliato, inoltre, sono le sue 9 partecipazioni consecutive dal 1961 al 1969.
Da Sanremo, la sua voce ha girato il mondo, calcando i palcoscenici più prestigiosi di Italia, Germania (riconosciuta come la più grande interprete brechtiana), Svizzera, Austria, Giappone (nel 2008 la sua 26ma tournée), Francia, Grecia, Spagna, Argentina, Polonia, Olanda, Corea, Croazia, Slovenia, Russia e Stati Uniti. Impegno, talento, professionalità e curiosità: così la Pantera di Goro ha scritto nel mondo nuove pagine della storia dell'arte.
L'11 settembre 2009, Milva ha ricevuto l'onorificenza francese della Legion d'Onore, riconoscimento alla “diversità del suo talento - dalle performance teatrali alle sue musiche - offrendoci uno splendido panorama di generi e forme espressive. La sua storia con gli incontri eccellenti che la caratterizzano - da Strehler a Piazzolla - è improntata di impegno e passione”.
Milva è anche Ufficiale dell'Ordre des Arts et des Lettres (Parigi, 1995), Croce al Merito di I classe dell'Ordine al Merito della Repubblica Federale di Germania (Berlino, 2006), Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana (Roma, 2007). L'Italia delle canzonette è "nostra" e bellissima. Ma il bel paese non è tutto lì.

martedì 24 maggio 2016

Il ritorno di Milva: un nuovo (triplo) CD

Un ritorno, forse il ritorno: dal 27 maggio, in tutti i negozi di dischi, il nuovo (triplo) CD della Rossa. La carriera di Milva è troppo vasta per essere racchiusa in tre dischi, così come pare quasi impossibile riuscire a recuperare tutte le incisioni di più di 50 anni di carriera, incisioni numerosissime e varie (canzoni, opere teatrali, concerti dal vivo, trasmissioni televisive, etc). 
Nel panorama musicale odierno, però, questo triplo CD è una vera boccata di ossigeno, un evento da non perdere. L’occasione per ritrovare, ricordare o scoprire frammenti di una voce unica, dalla quale è nata anche la nostra Memoria, di “Un ponte tra le Valli”. Vi lascio il comunicato stampa e… Ci vediamo venerdì nei negozi di dischi! 

Il nuovo triplo cd con i più grandi successi di Milva

venerdì 11 settembre 2015

Perchè Milva in un libro fantasy per ragazzi?

Tra le domande che mi fate su “Un ponte tra le Valli”, molte e diverse fra loro (è bello vedere come ognuno leggendo viva la storia in modo differente), una senza dubbio ricorre maggiormente: perché ti sei ispirato a Milva per il personaggio di Memoria?


Milva mi accompagna musicalmente da anni, più precisamente da quando l’ho “conosciuta” per la prima volta grazie alla sua partecipazione al Festival di Sanremo del 2007, con il brano “The show must go on”, di Giorgio Faletti. Quella cascata rossa, quella voce, quell’interpretazione… Dovevo scoprire qualcosa di più! Pian piano ho conosciuto la sua sterminata e varia discografia, e più volte ho cercato di vederla dal vivo, ma solo nel 2011 ci sono riuscito.  

22 marzo 2011, Piccolo Teatro di Milano, un luogo magico e ricco di storia, “La variante di Luneburg”, un’opera struggente e affascinante, Milva. Una serata indimenticabile, coronata dall’incontro nei camerini con la Rossa (non mi tremavano le mani, no) alla quale ho donato “Toppy, un moscerino dal cuore grande” e alcuni dolci tipici della mia città. Non posso dimenticare il suo stupore nel vedere un libro per bambini (“Ma io non leggo più favole! Mia figlia è grande, e anche la mia assistente ormai è grande!”) ma anche l’attenzione e la curiosità con le quali mi ha ascoltato.

Una diva? Sì, e la cosa che mi è rimasta più impressa è proprio che nella consapevolezza del suo talento, del suo fascino, c’era un rifiuto dell’ipocrisia che circonda molti personaggi noti. L’attenzione e il tempo che quella sera mi ha dedicato sono stati preziosi e sinceri. Avrei voluto ripetere mille volte quella serata, ma purtroppo la pantera di Goro aveva già deciso di abbandonare il palcoscenico per concedere più spazio alla sua vita privata.

Milva e Giacomo prima dell'ultima rappresentazione della Variante di Luneburg

Sono stato fortunato però, perché ho potuto incontrarla un’ultima volta a Bologna, il 1 aprile 2012, per l’ultima rappresentazione della Variante. L’ultima volta che la sua voce ha scaldato una platea, io c’ero. Questa volta le ho portato in dono “Gino e la Vecchia Consigliera”, che nel frattempo era arrivato in libreria, e sono riuscito ad avere una foto di quell’incontro.

La fatica, la malattia, il tempo: niente poteva impedirle di salire sul palco quell’ultima volta, e di dare tutta se stessa. La mia non è retorica: in quel dare tutta se stessa c’era un mix di talento naturale, studio, impegno, tecnica, bellezza, interpretazione, scelta di uno spettacolo di altissima qualità, musicisti talentuosi, musica dal vivo (solo strumenti, no tracce pre-registrate), voce completamente dal vivo (no playback, no pre-rec). Ottenere anche solo alcuni di questi elementi nei concerti è diventato ultimamente molto difficile.

Il fantasy per giovani lettori con un personaggio dedicato a Milva

Due anni dopo, mentre scrivevo le prime pagine del mio nuovo libro, “Un ponte tra le Valli”, ho iniziato a tratteggiare un personaggio che potesse aiutare i giovani protagonisti della storia nella loro avventura. Un personaggio maturo, saggio, ma anche coraggioso e ancora capace di mettersi in gioco. Così è nata Memoria, e più i suoi contorni diventavano definiti più mi era chiaro che l’ispirazione veniva da Milva. Memoria ha questo nome perché è una donna che ha avuto una vita lunga e ricca, e conserva fedelmente esperienze e passato con grande saggezza.

E’ un personaggio altero, all’inizio pare quasi antipatico, ma i Sognatori Selvaggi scopriranno presto che questo suo modo di fare è un rifiuto dell’ipocrisia che abita i palazzi del potere dai quali lei stessa proviene. E saranno proprio l’ipocrisia, la menzogna, la propaganda, i nemici contro i quali i giovani amici dovranno scontrarsi. Memoria non aiuterà solo a costruire ponti fisici: saprà essere ponte tra due generazioni diametralmente opposte che, se unite, possono fare moltissimo insieme.
Non voglio svelarvi altro… Se vi va, vi aspetto in libreria!

Giacomo Bertoni
EdiGio’ Edizioni
I edizione ottobre 2014
II edizione gennaio 2015
ISBN 8862055598

Per librerie: Ufficio ordini EdiGio’ edigio@edigio.it oppure Libri Diffusi ordini@libridiffusi.com

lunedì 12 gennaio 2015

"Un ponte tra le Valli" a "Copertine", di Radio Libriamoci Web

Iniziamo il 2015 con un po' di fantasia? Con grande piacere vi segnalo la mia presenza nella prima puntata di "Copertine" del 2015, programma che da ormai sei anni presenta le novità letterarie su Radio Libriamoci Web. Vi racconterò qualcosa di "Un ponte tra le Valli", di ciò che penso delle fiabe, di... Vi aspetto!


Con Adelaide Spallino, lunedì, mercoledì e venerdì alle ore 10, 16 e 22 sulla radio che ama chi legge! www.rlwebradio.info
  

martedì 30 settembre 2014

Una guida con la forza di una pantera...

Un ponte tra le Valli” è la storia di un incontro; un incontro di mondi, di storie, un incontro di idee e di generazioni. I protagonisti del romanzo sono ragazzi giovani, amici che decidono di prendere in mano il loro destino e provare a cambiare le cose, preparandosi a combattere con nemici adulti e senza scrupoli. Ma il mondo degli adulti non è composto solo da personaggi negativi o da figure non più interessate a mettere in discussione le proprie idee: una guida speciale aiuterà i nostri giovani eroi nell’impresa, una guida adulta e saggia. Memoria, questo il suo nome, è la chiave che permette di aprire la strada del dialogo tra il mondo dei ragazzi e quello degli adulti; incarna il bisogno di noi giovani di trovare punti di riferimento validi, che sappiano guidarci e consigliarci più con i fatti che con le parole. 


Come tutti i personaggi delle mie storie, anche Memoria è nata da sola, è uscita con prepotenza dalla penna e ha conquistato il suo spazio tra le pagine. Man mano che prendeva forma, mi rendevo conto che l’ispirazione era reale e vicina, e si identificava in una persona che stimo e seguo con grande affetto: Milva. La Rossa. A lei il personaggio di Memoria è ispirato, a lei il personaggio di Memoria è dedicato. 
Milva rappresenta per me un esempio: artista raffinata, sempre alla ricerca di nuove sfide creative, è stata capace di scegliere la strada della qualità, dell’impegno e della serietà. E’ per me uno stimolo a credere nella meritocrazia, a lottare per portare avanti gli studi e le esperienze, a cercare di scegliere la strada che reputo più giusta e non la più facile da percorrere.

lunedì 2 aprile 2012

L'ultima Variante? La pantera ruggisce ancora

L’anno scorso, più precisamente il 22 marzo 2011, ho avuto due grandi fortune: assistere alla rappresentazione de “La variante di Luneburg”, al Piccolo Teatro Strehler di Milano, e incontrare Milva nei camerini, al termine dello spettacolo. In quella serata così speciale, ho portato a Milva dei dolci tipici di Pavia e, fra lo stupore di molti, una copia con dedica di “Toppy, un moscerino dal cuore grande”. La Rossa ha preso in mano Toppy e, ringraziando, mi ha detto che lei non legge più le favole, e neppure sua figlia, ormai grande, e neppure la sua assistente… Superba, preziosa, decisa. Cosa può cercare un autore di racconti per bambini dalla pantera di Goro? Voglio respirare almeno parte della sua immensa esperienza artistica, capire e imparare la vita di chi si è dedicato anima e corpo all’arte. Milva non è una scrittrice, eppure mi affascina esattamente come molti grandi scrittori, perché la sua storia parla, ti sussurra piano tante verità; la sua storia s’intreccia con quella di grandi scrittori (basti pensare agli incredibili dischi nati dall’incontro Milva – Merini e Milva – Faletti) e di grandi artisti, e non può lasciare indifferente chi sente che scrivere è la sua vita. 
Ma torniamo a noi: qualche tempo fa, la bella sorpresa: quattro nuove date della Variante, due a Vicenza e due a Bologna. Due settimane dopo avevo in mano i biglietti per domenica 1 aprile. E così, ieri, sono arrivato a Bologna, città che per troppo tempo ho aspettato a visitare, ho pranzato in un ristorantino di fronte al teatro “Arena del Sole”, e poi mi sono recato davanti all’”ingresso artisti” del teatro. 


giovedì 24 marzo 2011

La pantera di Goro e la fabula in musica

Quale amore o compassione si può provare per un pezzo di scacchi sacrificato al gioco?” – con questa battuta, pronunciata da Frisch, uno dei personaggi centrali de La variante di Luneburg, incominciamo ad avvicinarci alla complessità dell’opera di Mauresig, che tesse la trama della storia evocando l’orrore dello sterminio nazista attraverso la metafora del gioco degli scacchi.

Milva live

Da questo straordinario best-seller nasce l’omonima fabula in musica, portata a teatro da Milva e Walter Mramor, che ha vissuto proprio ieri sera al Piccolo teatro Strehler di Milano l’ultima rappresentazione. Ho avuto la fortuna di assistere al penultimo spettacolo, il 22 marzo 2011.

Lo spettacolo si apre con la voce calda di Walter Mramor (attore che durante la sua grande carriera ha saputo collaborare con artisti quali Ugo Gregoretti, Mario Scaccia, Gianrico Tedeschi, Andrea Giordana, Paolo Stoppa, Federico Fellini, Flavio Bucci, Delia Boccardo, e molti altri) che accompagna lo spettatore per tutta la durata della rappresentazione; una “voce narrante” che supera questa definizione limitante sapendo evocare la storia nel cuore di chi lo ascolta. 

Dopo poco, ecco che, lentamente, arriva sul palco lei, la Rossa. Prima ancora che cominci a cantare, Milva riempie il palco con la sua presenza, facendo aumentare i battiti del cuore del pubblico. Poi avvicina il microfono alla bocca e comincia a cantare. E lì si compie il miracolo: lo spettatore è rapito in un’altra dimensione, prigioniero della sua musicalità. 

La voce di Milva, non a caso, è celebre per l’incredibile ricchezza di sfumature, è una voce che colpisce al cuore dai bassi intensi ai vibranti vocalizzi delle note alte. Tutto lo spettacolo è un continuo intreccio di parti recitate e canzoni, con protagoniste due voci straordinarie unite a una presenza scenica che solo due artisti di questo livello sanno donare.