È il «duello drammatico tra la morte e la vita, tra il bene e il
male, tra la speranza e il nulla» il cuore del messaggio pasquale del
vescovo Corrado Sanguineti ai pavesi. Un messaggio che parte dai numerosi «segni
di impoverimento della speranza nel nostro quotidiano», segni impressi anche nelle strade
della nostra bella Pavia, ma in parte nascosti dalla velocità frenetica delle
giornate. Se lo sguardo si aprisse senza filtri resterebbe ferito, perché
vedrebbe i graffi che la “globalizzazione dell’indifferenza” sta lasciando sulla
città.
Basterebbe guardare nelle case di riposo, dove testimoni e attori della
storia pavese ormai anziani non di rado sono parcheggiati in solitudine, come
libri bellissimi che nessuno ha più voglia di leggere. Si potrebbe chiedere ai
tanti volontari pavesi, che ogni giorno in vari modi portano sorrisi e
compagnia ad anziani, bambini e ammalati di raccontare la grande dignità di
queste vite segnate dalla solitudine e dalla sofferenza. Si potrebbe fare una
passeggiata in piazza Duomo, piazza Cavagneria, e nelle piccole viuzze
dall’impronta longobarda del centro, magari dopo le undici di sera, quando sono
costellate di bicchieri e bottiglie rotte. Si scoprirebbe una movida che cerca
il divertimento più sfrenato nell’alcool e nel fumo, si riconoscerebbero volti
e, forse, si proverebbe paura e preoccupazione: «Che cosa offriamo di vero, di
bello e di autentico alla sete di vita che vibra, anche silenziosamente, nel
cuore di un adolescente?».