Le condizioni di salute della piccola Tafida migliorano.
Ricoverata dall’ottobre scorso all’ospedale Gaslini di Genova, la bambina
rimane attaccata con tenacia alla vita. Con i suoi cinque anni e le sue
treccine, Tafida lancia un messaggio al mondo, e in modo particolare al Royal
London Hospital di Londra, dove è stata ricoverata a febbraio 2019 in seguito a
un’emorragia cerebrale, e dove i medici volevano staccare il ventilatore che la
aiutava a respirare. Per il suo “best interest”.
Parole già sentite nei casi di
Charlie Gard, Alfie Evans e Vincent Lambert: se la qualità della vita, secondo
medici e giudici, è troppo bassa, il miglior interesse per il paziente è la
morte. Magari per fame e per sete come Vincent Lambert, 9 giorni di agonia, o
come Terri Schiavo, 15 giorni di agonia. Oppure per soffocamento, come i
piccoli Charlie e Alfie, ai quali è stato staccato il ventilatore meccanico
facendoli così morire soffocati tra le braccia impotenti dei loro giovani
genitori.
Anche i genitori di Tafida hanno combattuto con tutte le loro forze, e sono riusciti a ottenere il trasferimento della figlia al Gaslini di Genova, che subito aveva dato la disponibilità ad accoglierla. Ospedale che oggi spiega: «La piccola Tafida Raqeeb è stata dimessa dalla Rianimazione e trasferita al “Guscio dei bimbi” del Gaslini, dove ha iniziato un programma di riabilitazione e lo svezzamento parziale dalla ventilazione assistita».
Anche i genitori di Tafida hanno combattuto con tutte le loro forze, e sono riusciti a ottenere il trasferimento della figlia al Gaslini di Genova, che subito aveva dato la disponibilità ad accoglierla. Ospedale che oggi spiega: «La piccola Tafida Raqeeb è stata dimessa dalla Rianimazione e trasferita al “Guscio dei bimbi” del Gaslini, dove ha iniziato un programma di riabilitazione e lo svezzamento parziale dalla ventilazione assistita».
Impossibile non
pensare a Mariella Enoc, presidente dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, che in
poche ore nell’estate 2018 aveva fatto preparare un aereo ed era volata a
Londra per provare a salvare Alfie da una condanna a morte certa. Enoc non fu
neanche ricevuta all’ospedale. Eppure, quando le agenzie batterono la notizia
“Mariella Enoc in volo per portare Alfie in Italia”, fu un momento speciale.
Nel silenzio complice dell’Europa, l’Italia diceva no. L’Italia non era il
fanalino di coda, ma il faro di speranza di un continente stanco e oscurato da
questa opprimente ideologia antiumana.
Oggi il direttore generale del Gaslini,
Paolo Petralia, commenta così la situazione di Tafida: «Siamo felici di aver
accolto Tafida all’Istituto Gaslini, esaudendo il desiderio dei suoi genitori,
che hanno chiesto tempo e tutta la qualità di vita migliore possibile per la loro
piccola, poiché non sempre, purtroppo, è possibile guarire, ma è sempre doveroso prendersi cura e offrire spazio di accudimento ed accoglienza ad un
bambino e ai suoi genitori.
Questo tempo, che viene offerto a Tafida e ai suoi famigliari, è una condizione di dignità e qualità di vita, che da sempre al Gaslini viene garantito ai bambini di tutte le condizioni. Siamo soddisfatti per aver raggiunto tutti gli obiettivi possibili identificati nella relazione prodotta dai nostri esperti ad agosto per la High Court of Justice».
Questo tempo, che viene offerto a Tafida e ai suoi famigliari, è una condizione di dignità e qualità di vita, che da sempre al Gaslini viene garantito ai bambini di tutte le condizioni. Siamo soddisfatti per aver raggiunto tutti gli obiettivi possibili identificati nella relazione prodotta dai nostri esperti ad agosto per la High Court of Justice».
Dall'Italia,
una lezione di civiltà. Perché esistono malattie inguaribili, ma non esistono
malattie incurabili. Perché se prevale il "favor vitae" (e lo dice Ippocrate per
primo) si costruisce una società più giusta. Perché così eravamo pronti a fare
anche per Charlie Gard, Alfie Evans e Vincent Lambert. Perché, come ricorda
Costanza Miriano, "noi fondavamo il diritto quando i barbari ancora si
tingevano la faccia". Orgogliosi di essere italiani.
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