martedì 1 dicembre 2020

Messa di mezzanotte, come fare

Sta scendendo su Pavia la prima neve mista a pioggia della stagione. Attraversando piazza Vittoria, nonostante cappuccio e mascherina, lo sguardo è chiamato verso l’alto dalla cupola del duomo. Il pensiero corre subito alle ultime agenzie lette prima di abbandonare la scrivania: la sera del 24 dicembre non sarà possibile ritrovarsi tutti in cattedrale per la tradizionale Messa di mezzanotte

Inutile girarci attorno: è un dolore. Un grande dolore. Perché la Messa di mezzanotte del 24 è il momento della condivisione per eccellenza. L’attesa, la preghiera, i canti, la benedizione finale e poi la cioccolata calda e il vin brulè fuori dal portone. Gli abbracci, gli auguri, gli scambi dei regali, il ritorno a casa cercando di prendere sonno in fretta per non farsi trovare svegli da Gesù Bambino. 

Natività presepe

La notte del 24 è un miracolo. Perché è la notte dell’Emmanuele, del Dio con noi. Di una luce che irrompe nella storia per salvarla. E questo miracolo vale anche per chi non crede, perché si compie per tutti, ogni volta, senza limiti. E allora sì, bisogna dirlo, in questo 2020 così ferito dalla pandemia la speranza di ritrovare almeno i riti del Natale c’era ed era forte. 

Soprattutto dopo aver dovuto rinunciare a quelli della Pasqua, almeno in presenza, anche se è stato possibile viverli a casa (dedicando forse alla preghiera una quantità di tempo impensabile in tempi normali). Ebbene, ancora una volta i piani non vanno come auspicavamo. Senza blasfemia, torna alla mente una canzone di Giorgia che recita: «Le cose non vanno mai come credi». 

E cosa faranno i cristiani di fronte a questa ennesima tempesta? Faranno ciò che ha detto oggi monsignor Mario Meini, pro-presidente Cei, introducendo il Consiglio permanente: «Se le liturgie e gli incontri comunitari sono soggetti a una cura particolare e alla prudenza, ciò non deve scoraggiarci. In questi mesi è apparso chiaro come sia possibile celebrare in condizioni di sicurezza, nella piena osservanza delle norme. Siamo certi che sarà così anche nella prossima solennità del Natale, e continuerà ad essere un bel segno di solidarietà con tutti». 

I cristiani insomma sono chiamati, ancora una volta, ad essere sale della terra e luce del mondo. Che significa fare un nuovo sacrificio, davvero grande, ma che può essere segno di speranza per tutti. 

Lincoln Cathedral

Non si conoscono ancora le disposizioni finali del nuovo Dpcm, ma è possibile avanzare alcune ipotesi: se, come sembra, il coprifuoco rimarrà alle 22 su tutto il territorio nazionale, sarà necessario anticipare la Messa di mezzanotte. Magari alle ore 20, per essere sicuri di lasciare il tempo a tutti di rientrare nelle proprie case. Ci sono già da anni Messe spalmate lungo la sera del 24 dicembre, ma quest’anno saranno necessari alcuni sacrifici: i sacerdoti, ad esempio, dovranno celebrare di più. 

Si sa, la sera del 24 partecipano alla santa Messa molte persone in più delle normali celebrazioni domenicali, e considerando che alcune parrocchie già adesso celebrano la domenica al limite della capienza bisognerà moltiplicare le Messe. I fedeli poi, potrebbero recarsi nella loro parrocchia, o comunque nella chiesa più vicina alla loro casa, così da limitare gli spostamenti in una sera che sarà già delicata vista la situazione. Restare nella propria parrocchia consentirà anche ai parroci di calcolare meglio i numeri dei fedeli che parteciperanno. 

Chi può, chi se la sente, potrebbe proporsi come volontario per il servizio di accoglienza in chiesa. Occorre controllare che tutti si disinfettino le mani prima di entrare, che tutti indossino bene la mascherina (su naso e bocca) per tutta la durata della celebrazione, che la Comunione venga presa sulle mani e la mascherina sia abbassata solo per portare alla bocca l’ostia consacrata, e che non si creino assembramenti in entrata e in uscita. Regole semplici, alle quali ormai si è abituati, ma che potrebbero sfuggire al controllo di fronte a un’affluenza record. Le diocesi di tutta Europa stanno già lavorando in questi giorni: non sarà consentito di affollare le chiese oltre i limiti stabiliti, ma tutti dovranno poter partecipare alla santa Messa. 

Si capisce subito: non sarà facile. Per questo la differenza la farà il buonsenso di ciascuno. Il coraggio, se necessario, di fare un passo indietro, perché rispettando queste regole si consentirà a tutti, anche alle persone più fragili, di partecipare alla Messa. Durante la Fase 1 purtroppo si è assistito anche a episodi spiacevoli, come i soliti raccomandati (non mancano mai) che hanno assistito serenamente alle celebrazioni (le porte venivano chiuse, ma per alcuni no). È questo forse lo spirito del Natale? No, e i cristiani sono chiamati a uno sforzo doppio proprio perché questo ennesimo sacrificio porti frutti duraturi. 

La tanto declamata unità dei cristiani si costruisce anche oggi, anche in queste settimane di Avvento. Settimane durante le quali spetta ai credenti decidere se marciare uniti, come “buoni cristiani e onesti cittadini”, oppure scivolare via, in cerca di scorciatoie e corsie preferenziali. Uniti si trema, uniti si spera, uniti si ricostruisce. 

Leggi anche https://parcodigiacomo.blogspot.com/2020/05/lockdown-della-fede-non-avete-capito.html 

(Image N. 1 by Ben White from Unsplash, image N. 2 by Matthew Feeney from Unsplash)

Nessun commento:

Posta un commento

E tu, cosa ne pensi?