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sabato 27 marzo 2021

Le 6 cose da fare in isolamento

Nessuna riapertura dopo Pasqua, l’Italia rimane in zona rossa e arancione fino al 30 aprile. È forse questa la notizia, rilanciata anche oggi sulla homepage dell’Ansa, che fa più paura. Congelata nella bolla l’emergenza economica, rischia infatti di esplodere l’emergenza sociale. 

Si va verso un altro mese di limitazioni agli spostamenti e coprifuoco alle 22: come passare il tempo in isolamento? Cosa fare per preservare la sanità mentale? Come combattere la solitudine durante il nuovo lockdown? Ecco sei cose da fare in isolamento per ritrovare la serenità.

Una clessidra

sabato 13 marzo 2021

Zona rossa: si chiede serietà

Da lunedì 15 marzo la Lombardia torna in zona rossa. Crescono smarrimento, sconforto, stanchezza. Qualcuno studia come evitare le multe, ma chi da febbraio 2020 rispetta le regole pretende risposte. 

«Siamo veramente a terra, l’idea di trovarci di nuovo chiusi in casa ha tolto ogni nota positiva a questa bella giornata di sole». Sono le 16 di un sabato pomeriggio particolarmente luminoso. L’ultimo sabato in zona arancione rafforzato, il penultimo giorno prima che la Lombardia torni in zona rossa

Una lunga passeggiata all’aria aperta (con mascherina, gel igienizzante in tasca e distanze) vorrebbe esorcizzare l’ansia per le nuove restrizioni che scatteranno lunedì 15 marzo, ma gli incontri lungo la strada confermano la stanchezza

Albero fiorito

venerdì 29 gennaio 2021

Isolamento e depressione, una rassegna stampa

Hans Kluge, Direttore Organizzazione Mondiale della Sanità Europa, lancia l’allarme: «La cattiva salute mentale è diventata una pandemia parallela». La paura del virus e le restrizioni imposte dai governi per contenere la diffusione del Covid-19 presentano ora il conto, un conto fatto di isolamento, solitudine, relazioni sfilacciate e virtuali. In un contesto generale di infodemia e lavoro sempre più precario, la depressione e l’esaurimento nervoso rischiano di diventare pandemici. 

La solitudine

domenica 3 gennaio 2021

"Rewind", la musica è finita

No, non è polvere, il disco ormai è usurato e la musica non si sente più. Si spegne per sempre la vetrina di “Rewind”, l’ultimo negozio di dischi di Pavia, e via Menocchio si scopre più povera. Da 18 anni il piccolo negozio illuminava la viuzza longobarda che si apre su piazza Duomo, offrendo in pochi metri quadrati un assortimento musicale tendente all’infinito. 

CD, cassette, vinili, DVD, poster promozionali: tutto trovava magicamente un posto dove rimanere in equilibrio precario. E il cliente, entrando, veniva sommerso da due onde di musica alte fino al soffitto. 

Il vero segreto di “Rewind” però era ed è il titolare, Silvio Racchi, con la sua voce potente e il suo atteggiamento apparentemente burbero. Si entrava per acquistare un disco, ma raramente si usciva con un disco solo. 

Rewind Pavia

domenica 20 dicembre 2020

Cosa leggere nelle vacanze di Natale

Da giovedì 24 dicembre tutta l’Italia ridiventa una grande zona rossa. Come sarà il Natale 2020? Alle 22 tutti in casa, e pensare che fino all’anno scorso le 22 segnavano l’inizio dei preparativi per la Messa di mezzanotte: il tavolo addobbato per Gesù Bambino, con la tazza di latte per l’asinello, il vestito elegante, il cappotto pesante e poi via a prendere posto nella chiesa sempre stracolma. 

Il 25 dicembre pranzo in solitaria o con la propria famiglia, e pensare che fino all’anno scorso il giorno di Natale era la festa della condivisione, con i parenti più stretti alla tavola della festa. 

Libro Natale

sabato 19 dicembre 2020

Luci, tante luci di Natale

Quante luci di Natale ci sono per le strade? È uno degli ultimi giri prima delle nuove restrizioni, e la città sorprende. Anzi, sorprendono i pavesi, che quest’anno non hanno badato a spese per rendere manifesta la gioia del Natale. Dai balconi più nascosti a quelli che si affacciano sulle vie più trafficate, dagli appartamentini alle ville, dalle ringhiere più corte agli alberi alti fino ai tetti, è tutta una gara a chi splende di più. 

Una reazione a questo 2020 inedito e sofferto? La semplice conseguenza del maggiore tempo trascorso in casa? La risposta è sì a entrambe. Certo, tra lockdown e smart working c’è stata la possibilità di addobbare con una cura particolare case e giardini. Ma sarebbe ingiusto fermare qui l’analisi. 

Luci di Natale

domenica 13 dicembre 2020

Lockdown a Natale? Basta annunci

Lockdown a Natale: non si potrà vedere nessuno. Natale con pochi parenti: regole severe e prudenza. Natale in zona gialla: possibilità di viaggiare in regione senza autocertificazione. L’ultimo contrordine? Pochi minuti fa, ne dà notizia il Corriere della Sera: «Verso una stretta alla circolazione delle persone durante le feste. Il governo convoca una riunione d’urgenza alle 19». 

A questo punto sorge spontanea la domanda: il vero problema è la pandemia? Perché, salvo eccezioni (che non mancano mai), gli italiani in questi mesi hanno accettato di cambiare stile di vita per rallentare la diffusione del Covid-19. Hanno fatto sforzi concreti e quotidiani per combattere il virus, hanno fatto rinunce e hanno cercato di rispettare al meglio le regole. Non tutti? No, vero, ma è inutile aprire qui il capitolo “furbetti”, tanto si tratta di pagine già conosciute. 

Dopo dieci mesi di emergenza è doveroso pensare a chi le regole le ha rispettate, in modo particolare i lavoratori indipendenti, per i quali fermarsi e restare a casa spesso significa non ricevere più lo stipendio. 

Coronavirus e isolamento

martedì 17 novembre 2020

Germania e Svizzera, Natale in casa

«La città si accende per Natale, i bar si riempiono mentre il sole tramonta, nelle vetrine si specchiano passanti veloci carichi di borse. Voi non avete voglia di scappare? Di fuggire lontano? Solo per qualche giorno, solo per poco». Così scrivevo in apertura di un mio pezzo dal titolo “Avvento, un tempo per rimanere”, pubblicato sul blog di Costanza Miriano il 4 dicembre 2019

Le prime settimane di dicembre sono sempre le più frenetiche: le lancette dell’orologio accelerano all’improvviso, tutto inizia a correre ed è facile perdere la bussola. Quest’anno? Come sarà l’Avvento 2020

Luci Natale
Image by Marina khrapova from Unsplash

domenica 8 novembre 2020

Maratona Harry Potter dal 12 novembre su Canale 5

Quasi 5 milioni di telespettatori. Martedì 7 aprile, nel pieno della Fase 1, l’ultimo capitolo della speciale maratona Harry Potter aveva vinto la sfida dell’Auditel, regalando a Mediaset risultati insperati. 

Tutta la maratona in realtà si era rivelata il vero “caso lockdown”: richiesta a gran voce dai fan sui social, aveva saputo conquistare ogni sera migliaia di spettatori in più del capitolo precedente, fino a picchi di oltre cinque milioni di persone. Un dato incredibile, soprattutto considerando gli anni passati dall’uscita, le repliche annuali, i milioni di VHS e DVD venduti. 

Di fronte ai nuovi lockdown regionali e al coprifuoco nazionale, Mediaset rilancia: da giovedì 12 novembre, in prima serata su Canale 5, ritorna la saga nata dalla penna di J.K. Rowling, con una lunga maratona che accompagnerà gli spettatori attraverso i 7 film tutti i giovedì sera fino al 31 dicembre. 

venerdì 6 novembre 2020

Coprifuoco a Roma, non chiudete la bellezza

Ecco il Colosseo, l’Altare della Patria, la cupola di San Pietro, più in là anche il Quirinale. Il tramonto si stende su Roma come un lenzuolo, e la città pian piano si addormenta, senza sapere che giornate la attendono. Il nuovo Dpcm ormai è stato firmato, si avvicinano il coprifuoco nazionale alle 22 e le chiusure regionali in base all'avanzata del contagio. 

Scendere in strada ora ha un sapore diverso, perché nella capitale non si arriva mai per caso: ogni visita porta con sé emozioni, paure, incognite e speranze. Questa volta professionali, e la soddisfazione conquistata cancella finalmente la lunga fatica. 

Tramonto su Roma

martedì 13 ottobre 2020

Covid-19: se vince il più forte

Un nuovo lockdown nazionale? Difficile immaginarlo oggi. Difficile pensare che il mondo delle piccole e medie imprese, delle partite iva e dei liberi professionisti possa reggere un ulteriore stop, mentre all’appello mancano ancora alcune conseguenze della Fase 1. Il blocco dei licenziamenti, precario paravento di fronte a una diga crepata, è lì a ricordare che la bolla continua a gonfiarsi. 

Difficile ignorare poi gli effetti psicologici che una nuova chiusura totale potrebbe provocare, in modo particolare sulle persone più fragili, sugli anziani, su chi vive da solo, su chi già combatte con altre patologie che limitano i suoi spostamenti quotidiani. 

Difficile, allo stesso tempo, credere che la delazione possa impedire il crescere della pandemia. Che affidare ai cittadini il ruolo di sceriffi risolva le gravi carenze organizzative statali. Sceriffi influenzabili da paura, invidia, rancori antichi per questioni di vicinato, ripicche e antipatie. Parentesi: il senso civico va formato, accudito, nutrito ogni giorno, anche con il buon esempio. 


lunedì 17 agosto 2020

Nuovo lockdown, 700 psicologi scrivono al premier Conte

Aumento dei sintomi depressivi, propensione al danneggiamento di altri e di se stessi, timori, disagio e ansia legata alla propria sopravvivenza. Sono solo alcuni dei sintomi registrati nella popolazione italiana a seguito del lockdown, spia di un malessere profondo: accanto all’emergenza sanitaria ed economica, corre parallela un’emergenza sociale, le cui proporzioni potrebbero essere drammatiche.

È questo l’allarme lanciato da 700 psicologi e psichiatri, che hanno firmato una lettera aperta al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, Al Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, al Ministro della Salute Roberto Speranza e alle Presidenze di Camera e Senato. 

Solitudine per lockdown, un ragazzo solo guarda alla finestra

mercoledì 8 luglio 2020

Coronavirus: una seconda ondata di infodemia?

L’assalto alle farmacie in cerca di integratori di vitamina C, le lunghe code fuori dai supermercati per il timore di una improvvisa chiusura, i feroci dibattiti sui social tra sostenitori del lockdown e contrari alle limitazioni imposte da Regioni e Governo. Sono solo alcune delle immagini che rimangono oggi, mentre il Covid-19 sembra allentare la sua presa, almeno sull’Italia. 

Accanto alla pandemia causata dal virus, il belpaese si è trovato ad affrontarne un’altra, altrettanto invisibile e altrettanto globale: l’infodemia. Il neologismo è stato coniato per indicare la grande sete di informazioni che ha caratterizzato in modo particolare i mesi della Fase 1 quando, con l’Italia intera dichiarata zona rossa, si è registrato un vero e proprio boom di clic ai siti dei giornali e un significativo aumento dei dati Auditel.

Secondo Primacomunicazione.it, durante il lockdown alcuni quotidiani hanno visto un incremento di visite ai loro siti pari al 30%. Ma con quali risultati? 

Immagine di un computer acceso e uno smartphone con Facebook attivo

lunedì 1 giugno 2020

Le Sante Spine sono ancora la festa di Pavia

Una festa delle Sante Spine diversa, in un duomo che si riempie a fatica di fedeli, tutti ben distanziati. È dal 1499 che la cattedrale di Pavia custodisce tre spine che provengono dalla croce di Cristo, e da secoli la città, nel lunedì dopo Pentecoste, si ritrova nel suo duomo per rendere omaggio alle Sante Spine. 

Il segno è la processione che attraversa le strade del centro storico, una processione che raccoglie migliaia di pavesi e che è guidata dalla grande cupola illuminata, come una stella polare nella notte. Quest’anno, per la prima volta, niente di tutto questo è possibile. Ci si ritrova così in duomo, rispettando distanze e norme igieniche. 

Immagine della festa delle Sante Spine nel duomo di Pavia

mercoledì 27 maggio 2020

La solitudine dopo l'isolamento

«Siamone certi: nessuna lacrima, né di chi soffre, né di chi gli sta vicino, va perduta davanti a Dio». (Benedetto XVI)  

Qualcuno è rimasto solo. Qualcuno ha perso il lavoro. Qualcuno ha perso se stesso. Finalmente muoviamo i primi passi fuori casa: il lockdown è finito, ma lo spettacolo che troviamo nelle nostre strade non è quello che ci aspettavamo. Non tutto si è congelato, rimanendo così protetto dallo scorrere del tempo. Ci sono saracinesche che forse non si alzeranno più, ci sono volti che non incontreremo più, e ci sono sorrisi che non riconosciamo. La ripartenza, la rinascita, la Fase 3. Belle parole che faticano a diventare realtà. 

Immagine di una donna in riva al mare circondata da gabbiani in volo

venerdì 15 maggio 2020

Europa, non dimenticare la libertà religiosa

«ONG e leader musulmani in Pakistan rifiutano aiuti di emergenza contro il Coronavirus ai cristiani e alle altre minoranze religiose, nonostante questi ultimi siano fra quelli più gravemente colpiti dalla pandemia». La denuncia arriva da Cecil Shane Chaudhry, Direttore esecutivo della Commissione nazionale giustizia e pace, ed è stata rilanciata da Aiuto alla Chiesa che Soffre

Immagine dell'abbazia di Mont Saint Michel al tramonto

mercoledì 6 maggio 2020

Uniti si trema, uniti si spera, uniti si ricostruisce

«Uniti si trema, uniti si spera, uniti si ricostruisce». Radio Mater ha scelto questa frase, dal mio articolo “Lockdown della fede? Non avete capito niente”, per una grande operazione da avviare nella parrocchia dell’etere: il rilancio della speranza. Di questo abbiamo bisogno oggi: mentre tutte le certezze vacillano, abbiamo bisogno di sapere che l’orizzonte indicato dalla paura non è quello definitivo. 

Slogan di Radio Mater Uniti si spera per dare speranza davanti al coronavirus

domenica 26 aprile 2020

Fase 2, la Cei contro il governo

I vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Interviene a gamba tesa la Conferenza episcopale italiana in seguito alla conferenza stampa in diretta del premier Giuseppe Conte sulla Fase 2, conferenza trasmessa pochi minuti fa sul profilo Facebook del presidente del consiglio. 

Concessi i riti delle esequie, con massimo 15 persone e all’aperto, ma restano ancora sospese le Messe con concorso di popolo. Ecco la Nota della Cei dopo la conferenza stampa di Giuseppe Conte e la presentazione del decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri sulla Fase2.

Il comunicato dei vescovi per le Messe nella Fase 2 del coronavirus