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sabato 16 maggio 2020

Il 18 maggio #TorniamoaMessa

«Quando [Gesù] fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero». (Lc 24, 30-31) 

Lunedì 18 maggio riprende la celebrazione delle Messe con concorso di popolo, dopo una sospensione inedita e lunghissima: in Lombardia è dal 23 febbraio scorso che i fedeli non possono partecipare di persona alle celebrazioni. Giovedì 7 maggio è stato reso noto il protocollo firmato dalla Conferenza episcopale italiana e dal Governo, per consentire la partecipazione dei fedeli in sicurezza e nel rispetto del Dpcm anti-contagio. 

Immagine di fedeli seduti distanziati per coronavirus

lunedì 27 aprile 2020

No alle Messe con fedeli, come salvare la libertà di culto

«È un errore molto grave. Non si può pensare di affrontare una generale “ripartenza” che si annuncia delicatissima rinunciando inspiegabilmente a valorizzare la generosa responsabilità con cui i cattolici italiani – come i fedeli di altre confessioni cristiane e di altre religioni – hanno accettato rinunce e sacrifici e, dunque, senza dare risposta a legittime, sentite e del tutto ragionevoli attese della nostra gente». 

Così commenta oggi Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, la decisione del governo di escludere la ripresa delle Messe con concorso di popolo dalla Fase 2. La decisione è stata resa nota dal premier Giuseppe Conte in una conferenza stampa trasmessa ieri sera, subito seguita da un duro comunicato della Conferenza episcopale italiana nel quale si accusa il governo di violare la libertà di culto. 

Una chiesa vuota per l'isolamento da coronavirus, Messe senza fedeli

domenica 26 aprile 2020

Fase 2, la Cei contro il governo

I vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Interviene a gamba tesa la Conferenza episcopale italiana in seguito alla conferenza stampa in diretta del premier Giuseppe Conte sulla Fase 2, conferenza trasmessa pochi minuti fa sul profilo Facebook del presidente del consiglio. 

Concessi i riti delle esequie, con massimo 15 persone e all’aperto, ma restano ancora sospese le Messe con concorso di popolo. Ecco la Nota della Cei dopo la conferenza stampa di Giuseppe Conte e la presentazione del decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri sulla Fase2.

Il comunicato dei vescovi per le Messe nella Fase 2 del coronavirus

sabato 18 aprile 2020

Fase 2: l'ansia per la ripartenza

Non ci sono scuse o giustificazioni: fino al 3 maggio dobbiamo restare a casa. Ma, a partire dal 4 maggio, se il contagio continuerà a calare, potrebbe prendere avvio l’ormai famosa “Fase 2”. Tanto citata quanto nebbiosa, la Fase 2 prevederà la riapertura graduale delle aziende, con la conseguente ripresa delle principali attività produttive del Paese. 

Ma come sarà la nostra nuova vita quotidiana? Già si possono immaginare i titoli dei giornali: “Ansia da ripartenza”, “Depressione post isolamento” o ancora “10 consigli per tornare alla normalità”. Al di là delle esagerazioni, che non mancheranno, la domanda non può essere elusa: cosa ci aspetta? 

Immagine di una ragazza in isolamento che guarda fuori dalla finestra

domenica 29 marzo 2020

Coronavirus, l'autoisolamento per riscoprirci umani

[«Si deve evitare di uscire di casa. Si può uscire per andare al lavoro o per ragioni di salute o per altre necessità, quali, per esempio, l’acquisto di beni necessari. Si deve comunque essere in grado di provarlo, anche mediante autodichiarazione che potrà essere resa su moduli prestampati già in dotazione alle forze di polizia statali e locali. La veridicità delle autodichiarazioni sarà oggetto di controlli successivi e la non veridicità costituisce reato».

Con l’ultimo decreto per contrastare il contagio da coronavirus, che ha reso l’Italia intera zona rossa, blindando le persone in casa, è cambiato tutto. 

Autoisolamento e inquietudine, a casa da soli dobbiamo fare i conti con noi stessi

giovedì 19 marzo 2020

Coronavirus: prima del decreto, la responsabilità

Ti manca fare fitwalking?” Sì, tantissimo. Quell’oretta quotidiana di camminata veloce è il mio momento di ossigenazione dei pensieri. Mi rilasso, mi distacco un attimo dalle ansie, dalle scadenze, faccio il punto della situazione, sto un po’ in mezzo alla natura.

Eppure il decreto dice che si può fare attività fisica…” Se non ti muovi in macchina e resti dove abiti conosci tutti, e troppe persone sono in giro. Chi con il cane, chi con i bambini, chi a buttare la spazzatura, chi a fare la spesa, chi per andare in farmacia, chi per “allenarsi”. Impossibile non incontrarsi sul marciapiede, non salutarsi, impensabile ignorare tutti o fare sport con la mascherina (io già respiro a fatica quando la metto per fare la spesa). “Allora perché non prendi la macchina e te ne vai al parco?

Il problema vero è: siamo o no in una situazione di emergenza? I nostri ospedali, eccellenze riconosciute a livello mondiale, sono vicini al collasso. I posti in terapia intensiva sono quasi terminati. Non posso partecipare alla Santa Messa, non posso andare in redazione, non si può andare né a scuola né in università, e io vado a fare la camminata veloce? Sapendo che potrei involontariamente passare il virus a qualcuno, farmi male, prenderlo io stesso? 

Immagine con gente che corre all'aperto nonostante il coronavirus