sabato 18 aprile 2020

Fase 2: l'ansia per la ripartenza

Non ci sono scuse o giustificazioni: fino al 3 maggio dobbiamo restare a casa. Ma, a partire dal 4 maggio, se il contagio continuerà a calare, potrebbe prendere avvio l’ormai famosa “Fase 2”. Tanto citata quanto nebbiosa, la Fase 2 prevederà la riapertura graduale delle aziende, con la conseguente ripresa delle principali attività produttive del Paese. 

Ma come sarà la nostra nuova vita quotidiana? Già si possono immaginare i titoli dei giornali: “Ansia da ripartenza”, “Depressione post isolamento” o ancora “10 consigli per tornare alla normalità”. Al di là delle esagerazioni, che non mancheranno, la domanda non può essere elusa: cosa ci aspetta? 

Immagine di una ragazza in isolamento che guarda fuori dalla finestra

C’è paura per il lavoro, ma l’incertezza sulle relazioni è altrettanto forte. Facciamo ordine: in Lombardia è dal 23 febbraio che sono sospese le Messe, misura straordinaria che non si ricorda nella storia recente della Chiesa. Misura che ha preceduto di qualche giorno la dichiarazione della regione come "zona rossa", dando un segno inequivocabile della gravità della situazione. Niente Messe, niente caffè nei bar, niente pizzate con gli amici, niente apericena, niente sushi, niente cinema, niente teatro, niente palestre o passeggiate al parco. 

La vita dopo il 3 maggio 

Cosa accadrà il 4 maggio? Forse nulla di troppo eclatante. Dalla Fase 2 infatti potrebbero essere esclusi bar, ristoranti, teatri, cinema, parrucchieri, insomma tutte quelle attività nelle quali rispettare le norme anti-contagio appare un’impresa impossibile. Ancora in forse la ripresa delle Messe feriali con concorso di popolo, la trattativa fra Conferenza episcopale italiana e governo è in corso proprio in questi giorni. Quasi certamente poi, saranno escluse anche le scuole, che potrebbero restare chiuse fino a settembre, quantomeno nelle regioni più colpite. 

Quando sarà reso possibile e dichiarato sicuro, avremo ancora il coraggio di tornare a mangiare una pizza insieme in pizzeria? Avremo voglia di andare a fare l’apericena a buffet? Ce la sentiremo di tornare a teatro, in una sala con centinaia di persone, per assistere a uno spettacolo dal vivo? Cosa decideranno i vescovi per quanto riguarda la celebrazione delle Sante Messe? Ora si parla di Messe a numero chiuso, mascherine e disinfettante per le mani a disposizione ovunque. Ma chi controllerà che tutti usino questi dispositivi? In queste settimane abbiamo visto tanta responsabilità ma anche tanto egoismo, abbiamo scoperto una allergia alle regole e al rispetto degli altri che diventa subito ottima alleata del virus. 

La normalità dopo il coronavirus 

Come saranno le nostre azioni quotidiane? Torneremo ad abbracciarci? Potremo andare in vacanza quest’estate? Cambierà il nostro sguardo verso gli altri? Ricorderemo con gratitudine chi in queste settimane ha aiutato a combattere il virus, e prenderemo le distanze da chi ha pensato solo a se stesso? Le domande sono infinite, le risposte certe pochissime, forse nessuna. Una certezza però c’è: stiamo scrivendo pagine che resteranno nel grande libro della storia. E l’ansia può essere positiva, a patto di usarla per tornare a volare alto. Per rifiutare la mediocrità, i compromessi, per dire no a un quieto vivere che è solo mettere radici su piccole o grandi poltrone. 

Ripartire per ricostruire, con novità 

In queste settimane sono morte più di 20mila persone nel nostro Paese, molte delle quali in solitudine, avvolte dalla paura e dal brusio dei macchinari della terapia intensiva. Le loro vite spezzate non possono essere dimenticate, non possono finire silenziate dai tanti impegni e problemi che ci attendono con la riapertura. 

È il momento di custodire l’umano, di ridare luce alle relazioni che contano, alle presenze luminose che aiutano ad alzare lo sguardo. È il momento di cercare, di pretendere cose grandi. Perché dopo questo lungo e doloroso stop, dopo questa traversata del deserto, non iniziare una ricerca verso le cose che contano davvero sarebbe il peccato più grande. 


(Image by Free-Photos from Pixabay)

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