Ecco il Colosseo, l’Altare della Patria, la cupola di San Pietro, più in là anche il Quirinale. Il tramonto si stende su Roma come un lenzuolo, e la città pian piano si addormenta, senza sapere che giornate la attendono. Il nuovo Dpcm ormai è stato firmato, si avvicinano il coprifuoco nazionale alle 22 e le chiusure regionali in base all'avanzata del contagio.
Scendere in strada ora ha un sapore diverso, perché nella capitale non si arriva mai per caso: ogni visita porta con sé emozioni, paure, incognite e speranze. Questa volta professionali, e la soddisfazione conquistata cancella finalmente la lunga fatica.
La visita continua all'esterno, prima il chiostro poi le terme vere e proprie, dove un’illuminazione blu fa credere di camminare nell'acqua. Si aprono scorci inediti, le stelle di Roma stanno lì a guardarci, i rumori della città giungono attutiti, i visitatori sono pochissimi e più che distanziati. Si calpesta, non senza un timore reverenziale, un pezzo di storia. Chiedendo permesso prima di ogni passo. Non è possibile nascondere questo patrimonio.
Gli ingressi sono contingentati, se non basta si possono ridurre ancora. Gli spazi sono immensi. La visita rallenta i pensieri e spegne il frastuono, si riesce persino a sentire la propria coscienza. A pensare. A farsi domande. A sperare. A gioire.
Un ultimo sforzo? La camminata verso piazza San Pietro. Attraversiamo vicoli segreti, silenziosi, dai quali ogni tanto fanno capolino sagome conosciute: il Colosseo, l’Altare della Patria, la cupola che si fa sempre più vicina.
Ponte Sant'Angelo è deserto e silenzioso, via della Conciliazione è invece popolata da decine e decine di gabbiani. Non ci sono turisti: la strada è loro. Hanno strappato alcuni sacchi della spazzatura, ora si dividono gli avanzi di cibo. Dobbiamo cambiare marciapiede, da lì non si passa. Inutile sfidarli, non sono per niente pazienti.
La piazza è meravigliosa. Non potrebbe essere altrimenti. È sempre così, ma ogni volta che ci si torna lo è un poco di più. Le grandi fontane sono l’unica colonna sonora della visita. Poi, alle 22, la polizia invita ad uscire. Anche piazza San Pietro ora chiude.
Che cosa rimane a Roma, all'Italia, senza la bellezza? La straordinaria creatività del nostro Paese nasce da questa tensione verso l’alto. La terra non basta agli italiani, che vogliono il firmamento. Non a caso, quando non santi o poeti, si fanno navigatori, e si immergono nello specchio del cielo.
Quaggiù è tutto bellissimo, ma c’è un’inquietudine di fondo che porta a innalzare cattedrali, a cercare la pace nell'incenso che sale e svanisce, lasciando nell'aria profumo di trascendenza. Non esistono ricette facili di fronte alla pandemia ma, per favore, non chiudete la bellezza.
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(Images by Giacomo Bertoni for Il Parco di Giacomo)
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