Lockdown a Natale: non si potrà vedere nessuno. Natale con pochi parenti: regole severe e prudenza. Natale in zona gialla: possibilità di viaggiare in regione senza autocertificazione. L’ultimo contrordine? Pochi minuti fa, ne dà notizia il Corriere della Sera: «Verso una stretta alla circolazione delle persone durante le feste. Il governo convoca una riunione d’urgenza alle 19».
A questo punto sorge spontanea la domanda: il vero problema è la pandemia? Perché, salvo eccezioni (che non mancano mai), gli italiani in questi mesi hanno accettato di cambiare stile di vita per rallentare la diffusione del Covid-19. Hanno fatto sforzi concreti e quotidiani per combattere il virus, hanno fatto rinunce e hanno cercato di rispettare al meglio le regole. Non tutti? No, vero, ma è inutile aprire qui il capitolo “furbetti”, tanto si tratta di pagine già conosciute.
Dopo dieci mesi di emergenza è doveroso pensare a chi le regole le ha rispettate, in modo particolare i lavoratori indipendenti, per i quali fermarsi e restare a casa spesso significa non ricevere più lo stipendio.
Chi risponde alle domande dei più giovani lavoratori indipendenti? Di chi ha appena avviato un’attività e non ha nessun tesoretto alle spalle da erodere per tenere aperto? Ebbene, dopo tutti questi mesi di fatiche, più dannoso dell’idea di nuovi lockdown è il tira e molla. È l’annuncio prima lanciato poi modificato poi trasformato poi ritirato. È la palese superficialità nei confronti delle esigenze lavorative e relazionali dei cittadini.
Cittadini ancora una volta pronti a fare rinunce, basti pensare allo sforzo delle diocesi per organizzare le (partecipatissime) Messe di mezzanotte in sicurezza, ma a fronte di messaggi chiari e coerenti. Il gioco comunicativo, ormai completamente fuori controllo, deve finire, ora. C’è in gioco la credibilità delle istituzioni.
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(Image by Ilka Lünstäden from Pixabay)
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