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lunedì 17 agosto 2020

Nuovo lockdown, 700 psicologi scrivono al premier Conte

Aumento dei sintomi depressivi, propensione al danneggiamento di altri e di se stessi, timori, disagio e ansia legata alla propria sopravvivenza. Sono solo alcuni dei sintomi registrati nella popolazione italiana a seguito del lockdown, spia di un malessere profondo: accanto all’emergenza sanitaria ed economica, corre parallela un’emergenza sociale, le cui proporzioni potrebbero essere drammatiche.

È questo l’allarme lanciato da 700 psicologi e psichiatri, che hanno firmato una lettera aperta al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, Al Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, al Ministro della Salute Roberto Speranza e alle Presidenze di Camera e Senato. 

Solitudine per lockdown, un ragazzo solo guarda alla finestra

sabato 27 febbraio 2016

Dirige l'orchestra... Il pensiero unico

Si è concluso un Festival di Sanremo caratterizzato da ascolti record: era dal 2005 che la seconda serata del Festival non raggiungeva una media di oltre undici milioni di telespettatori, con uno share da finale dei Mondiali. Nella mia mente un po’ maliziosa si è creato un fotomontaggio, una sovrapposizione di immagini fra la marea umana presente al Circo Massimo il 30 gennaio, ed il tripudio di arcobaleni del palco dell’Ariston.
Una piazza, che non è solo una piazza ma un popolo, che scandisce un messaggio tanto semplice quanto chiaro: i diritti dei bambini vengono prima dei desideri degli adulti. Ed il primo diritto fondamentale di un bambino è quello di avere una mamma e un papà che lo amino e lo accompagnino nella crescita (sì, oggi è necessario scendere in piazza per affermare questo).
Una piazza che raccoglie colori, religioni, età, storie e convinzioni politiche differenti, che nonostante la malafede di parte dell’informazione riesce a sfuggire ad etichette e bugie.
Ma anche una piazza che, nonostante i numeri impressionanti dei partecipanti, nonostante le adesioni da ogni parte dell’Europa, nonostante la diretta televisiva di Tv2000, viene ancora oggi mistificata e sottovalutata nella portata del suo messaggio. 

Braccialetti e nastri arcobaleno al Festival di Sanremo

martedì 6 ottobre 2015

Verso il pensiero unico?

"Quanto più una società si allontana dalla verità, tanto più odierà quelli che la dicono." (George Orwell)

Orwell ha fotografato un pericolo tanto chiaro quanto subdolo: il pensiero unico. L’immagine che lo scrittore ci regala in “1984” non è poi così lontana dalla realtà odierna. Il pensiero unico è la lenta livellazione delle differenze, delle tante sfaccettature che compongono la realtà. E’ l’espressione pratica del desiderio di rendere tutti gli individui staccati fra loro, negare le relazioni vere, cancellare la solidarietà, trasformare i popoli in tante piccole pedine singole, che lottano fra di loro grazie a miseri specchietti per le allodole senza accorgersi che le decisioni più importanti per le loro vite vengono prese dall’alto.
Il pensiero unico trova forza nella solitudine dell’uomo contemporaneo: i nostri ritmi di vita oggi rendono più semplice stare in mezzo a molte persone, anche diverse ogni giorno, ma allontanano la possibilità di instaurare relazioni vere. Lo ha detto anche Papa Francesco pochi giorni fa: più l’individuo è isolato, più è manipolabile. E se è sciocco lasciarsi travolgere da manie di complottismo, è altrettanto colpevole fingere di non vedere le pressioni e le trame nascoste (ma non troppo) di lobby e multinazionali. 

Nel tempo del conformismo planetario, essere inattuali e fuori moda è un valore.” (Diego Fusaro)

E’ facile cadere nella trappola tesa anche dai mass media, che propongono ogni giorno un argomento “caldo”, un tema sensibile che distrae, e mentre litighiamo per cambiare il nome ad una tassa non vediamo ciò che viene deciso per il nostro futuro. “E’ importante parlare di economia oggi per sapere come va il mondo”. Ma alla base di tutto c’è ancora una volta la morale. La morale di chi decide le sorti dei popoli lasciandosi influenzare da lobby e convenienze, la morale di chi sa e tace, di chi finge di non capire, di chi non si interessa. Siamo anche noi responsabili, ciascuno nel proprio piccolo, di ciò che avviene nel mondo. Sembra che stiamo perdendo tutto ciò che ci rende diversi, e per questo simili. E ciò avviene a livello culturale, ma anche con scelte economiche. Pensiamo alla morte silenziosa di librerie indipendenti, di editori indipendenti, alla centralizzazione del mondo della rete in mano a pochissimi, potentissimi uomini. Vengono veicolate le informazioni, create le notizie, e non c’è posto per chi non è d’accordo.
Non c’è soluzione? No, non è vero. C’è la consapevolezza, che può guidare le nostre scelte in una ricerca continua della verità. Difficile, scomoda, ma vera. 

Momenti bui e difficili ci attendono. Presto dovremo affrontare la scelta fra ciò che è giusto e ciò che è facile.” (J.K. Rowling)