Si allarga il fronte del “no”
al Ddl Zan contro l’omo-transfobia. In campo scende anche la Chiesa: ieri la
Conferenza Episcopale Italiana, attraverso una nota, ha espresso preoccupazione
per le possibili «derive liberticide» che potrebbero verificarsi se questo
disegno diventasse legge.
A questo allarme ha subito risposto la senatrice Pd
Monica Cirinnà con un tweet, nel quale si legge: «Il discorso è semplicissimo:
discriminazione e violenza non sono opinioni protette dall’articolo 21 della
Costituzione. Di una legge che tuteli la comunità #LGBT+ e tutte le persone dai
crimini d’odio c’è molto bisogno. Si approvi in fretta la legge contro
#omofobia, con coraggio».
Ma chi traccia il confine, un tempo ovvio, oggi
nebuloso, tra opinione e discriminazione? E, soprattutto, chi controlla i
controllori? Per Tempi, la proposta di una via alternativa al Ddl Zan: tornare
persone.
Leggi l’articolo completo https://www.tempi.it/ddl-omofobia-tornare-persone/
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