giovedì 31 ottobre 2019

2 novembre: quando l'assenza si fa presenza

L’assenza è un macigno. Quando muore una persona cara si crea un piccolo strappo nel cuore, mentre sul petto si appoggia un grande peso, spesso superiore alle nostre forze. A volte, proprio insostenibile. Siamo schiacciati dalla perdita e a nulla servono le frasi “vedrai, col tempo…”. No, il tempo non cura nulla, il tempo anestetizza i sintomi, ma lo strappo nel cuore rimane aperto, vivo.

Da quella ferita è possibile vedere il ribollire della nostra coscienza, strapazzata dai rimorsi e dai rimpianti. Per quel giorno che non sono stato abbastanza presente, per quella sera che mi è scappata una parola cattiva che non pensavo, per tutto quello che avrei potuto fare e non ho fatto. Non ho fatto in tempo, perché il tempo all’improvviso ha iniziato a correre, molto più veloce del solito, e “sorella morte” ti ha portato via. Non sono riuscito a vederla, non sono riuscito a fermarla, non ho potuto tenerla fuori dalla tua stanza. Non sono arrivato in tempo.

È con questo carico di pensieri che si passa davanti al cimitero, e spesso è proprio questo carico di pensieri che blocca, che ci impedisce di entrarvi. 

Scultura con due innamorati posta su una tomba nel cimitero delle Porte Sante, basilica di San Miniato al Monte, Firenze

lunedì 28 ottobre 2019

Una luce nella notte di Halloween

Mai come quest’anno Halloween si fa sentire. Da almeno una settimana nelle panetterie ci sono biscotti a forma di ragno, fantasma e zucca, nei bar ragnatele finte corrono lungo il bancone, in un grande vivaio ho trovato addirittura una riproduzione della morte (con scheletro, mantello, cappuccio nero e falce), accanto alla cassa. Halloween o legge di bilancio? Mi è rimasto il dubbio. 

Cari amici del parco di Giacomo, ho chiesto a don Donato Vicini, sacerdote ambrosiano e voce di Radio Mater, di fare un tagliando alla nostra bussola per questi giorni così particolari. 

Ceri per la veglia nella Notte dei Santi
Foto di S. Hermann & F. Richter da Pixabay

Halloween si espande, anche sul calendario, ma da dove nasce questa insistenza sulla notte? Come si spiega questa pervasività del volto oscuro di Halloween? «Da un lato c’è l’attrazione del proibito – spiega don Donato Vicini –, come quando la mamma ci diceva “non aprire quella scatola lì”, e il nostro primo pensiero era scoprire cosa ci fosse dentro. Il proibito però non soddisfa mai in pieno l’uomo, dunque bisogna alzare l’asticella sempre più in alto. 

Va poi detto che, quando togli la luce, avanzano le tenebre. Se non proponi più i modelli belli e luminosi, se non presenti più la bellezza della fede, avanza il buio. Non rimangono spazi vuoti, non esistono spazi neutri fra Dio e il diavolo. Halloween inoltre è un grande business, e l’idea di vederci tutti come consumatori manipolabili è da sempre affascinante per i potenti di turno»

La notte del 31 ottobre accendiamo un cero per tutti i Santi
Foto di S. Hermann & F. Richter da Pixabay

sabato 26 ottobre 2019

"Sradicati": i cittadini globali e il mito della società aperta

Un nuovo ordine mondiale economico e politico non funziona se non c’è un rinnovamento spirituale, se non possiamo avvicinarci di nuovo a Dio. (Benedetto XVI, omelia, 6 gennaio 2007) 

La nuova presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, nel suo discorso programmatico da candidata alla presidenza aveva annunciato, fra l’altro, che triplicherà i fondi destinati a Erasmus, il programma di mobilità studentesca della Ue. Un dettaglio, forse. Oppure un'indicazione precisa per spingere ancora di più su di un certo modello di cittadino europeo? Tanti giovani beneficiano del programma di mobilità studentesca, ma oltre alle opportunità ci sono tante criticità. «È un programma ideologico volto a produrre persone sradicate e conformiste, attraverso anche l’industria del divertimento e dello sballo», dice il giovane storico Paolo Borgognone al Timone. Di fronte a fenomeni complessi come il cosiddetto globalismo, ricordiamo che popolo e nazione sono realtà che fanno parte della dimensione naturale della persona. Pensare di fabbricare a tavolino una terra dei padri è utopia, scrive Stefano Fontana. Questo e molto altro sul numero di ottobre del Timone

Il progetto studentesco Erasmus fabbrica cittadini globali, il dossier del mensile "il Timone"

venerdì 25 ottobre 2019

Il cammino di San Colombano per riscoprire la dimensione spirituale dell'uomo

«L’uomo deve scoprire di essere amato, al di fuori di questo disegno l’uomo è un fallito». Possiamo definire eufemisticamente “diretto e inaspettato” l’intervento di don Siro Cobianchi, responsabile dell’Ufficio beni culturali ecclesiastici della diocesi di Pavia, a “Il cammino di San Colombano in Europa”, convegno organizzato dalla Camera di Commercio di Pavia per presentare l’itinerario ormai pronto a candidarsi per l’approvazione al Consiglio d’Europa (ne scrivo sulla Provincia Pavese di domani). 

L’attesa era quella per un saluto istituzionale, nel quale sarebbe stato portato l’augurio di buon lavoro del vescovo Corrado, assente giustificato. Bisogna premettere una cosa: per noi giornalisti, che arriviamo a seguire anche quattro convegni, seminari e conferenze stampa al giorno, il momento dei saluti istituzionali non è proprio l’apice dell’attenzione. Di solito insomma, salvo curiose eccezioni, la notizia non la si trova nei saluti. 

In realtà, don Siro Cobianchi ha volato molto alto: «Nel 525 a Pavia moriva San Severino Boezio, il grande filosofo che ha segnato il pensiero cristiano dei secoli successivi. Mentre Severino moriva, Colombano nasceva. E si trovava davanti un’Europa confusa, ferita da una cultura pagana pervasiva». 

Una riflessione di don Siro Cobianchi sul cammino di San Colombano e la salvezza dell'uomo

mercoledì 23 ottobre 2019

Bambini in ospedale: l'idea di Maugeri Pavia

Una cucina in miniatura completa di tutti gli accessori, tavoli per disegnare, pouf colorati e tanti libri pieni di favole. Superata la grande porta a vetri sembra quasi di non essere più in un ospedale, ma nella sala bambini di una biblioteca.

Succede all’Irccs Maugeri di Pavia dove, grazie a una vera e propria rete di solidarietà e creatività, da oggi è presente un’area a misura di bambini e ragazzi. Siamo nella hall dell’istituto pavese, in via Salvatore Maugeri 4: il via vai di persone è costante e caotico. Medici, infermieri, pazienti, personale del 118. Qualcuno aspetta gli esiti di una visita, qualcuno muove i primi passi incerti incontro ai parenti, qualcuno in silenzio spera.

Come portare un bambino qui dentro a trovare un genitore, un nonno, un parente ricoverato? Come proteggerlo dagli stimoli acustici, visivi e olfattivi che parlano di medicine, dolore, sofferenza? Una cosa però è certa: il bambino non può perdere il contatto con il suo famigliare ricoverato. La vicinanza, l’incontro, i momenti trascorsi insieme nonostante la malattia sono fondamentali per entrambi. Forse, anche questi sono parte della cura. 

All'Irccs Maugeri di Pavia è stata inaugurata la nuova area bambini, dove i piccoli potranno incontrare i genitori ricoverati

lunedì 21 ottobre 2019

Weekend a Firenze: perdersi per ritrovarsi

Quando sento che mi prende la depressione, torno a Firenze a guardare la cupola del Brunelleschi: se il genio dell’uomo è arrivato a tanto, allora anche io posso e devo provare a creare, agire, vivere.” (Franco Zeffirelli) 

La cupola del Brunelleschi compare tra gli alberi di Giardino Boboli

Proprio non riuscivo a capire Firenze. Non trovavo la chiave per andare oltre le immagini da cartolina. Non capivo dove fosse Firenze nei marciapiedi sporchi, spesso maleodoranti. Non capivo dove fosse Firenze in un turismo di rapina, che invade le vie sgomitando, calpestando passanti e lapidi.

Non capivo dove fosse Firenze nel fiume di persone che fotografano all’impazzata senza neanche guardare le opere d’arte disseminate ovunque. Non lo capivo mentre giravo guardando Maps sullo smartphone, preoccupato di raggiungere tutti i monumenti più importanti nei pochi giorni a disposizione. 

La Fontana del Nettuno, nota anche come il Biancone, si trova accanto a Palazzo Vecchio

mercoledì 16 ottobre 2019

Cara Milva, ci manchi

La nostalgia potrebbe prendere il sopravvento. In un turbinio di ricordi, melodie, atmosfere che certamente non torneranno più, rimane la memoria. Memoria di una chioma rossa, che avanza superba sul palcoscenico catalizzando l'attenzione. Memoria di una voce, che cresce vibrando dalle più profonde armonie e riempie il teatro. Memoria di uno sguardo, che anticipa storie e sentimenti. Ogni esibizione un viaggio, ogni canzone una storia, ogni nota un assaggio di perfezione. 

Collezione dischi di Milva, la Rossa, che dal 2011 vive lontana dalle scene

lunedì 14 ottobre 2019

Lettera da una professoressa

«Miei cari ragazzi, 
ho predisposto un volumetto con i vostri lavori più belli, che non sempre siamo riusciti a leggere in classe. C’è anche il racconto di Valentina e una “cosina” che avevo scritto qualche tempo fa, e che vi dedico, pensando al periodo impegnativo e meraviglioso dell’adolescenza che state vivendo. 
È un’idea per lasciarvi un ricordo del tempo passato insieme: abbiamo lavorato, vi ho sempre trovati curiosi, entusiasti, disponibili e, se posso dire, contenta, che ho la fortuna di fare il lavoro (per me) più bello del mondo, lo devo a studenti come voi, oltre che, naturalmente, alle “cose meravigliose” che altri hanno scritto per noi. 
Ci sarebbe stato ancora moltissimo da leggere e gustare insieme! Però vi dico anche che un po’ v’invidio, perché avete ancora tanto da conoscere: i Russi, i Francesi, i Sudamericani…! Un libro ti aiuta a fuggire da te stesso, quando ne hai bisogno (come dice Pennac), ed è anche il modo più formidabile per rientrarvi, riuscendo a capirsi un po’ di più (come dice Proust). 
Grazie di tutto. 
Buona fortuna per tutto quello che desiderate. 
Un abbraccio: 
Chiara Gramegna»

Il saluto di una professoressa di lettere ai suoi studenti per la fine dell'anno scolastico

domenica 13 ottobre 2019

"Exit", hotel fantasma in provincia di Pavia

Ogni volta che si passa davanti a un edifico abbandonato, la curiosità prende il controllo e fa rallentare il passo, fino a fermarlo. Quei muri scrostati, quelle finestre mosse dal vento, quell’edera che prepotentemente cerca di prendere il sopravvento sui mattoni: tutto sembra immobile, eppure non è così. Se parliamo di grandi alberghi fantasma poi, sembra che lì la vita si sia fermata da poche ore, da pochi giorni. Le cucine sono silenziose, attrezzate, pronte a sfornare delizie. Le camere arredate, con la carta da parati che ancora riscalda le pareti, conservano decine di storie dei loro ospiti passati, tutte da raccontare. 

Exit, la mostra di Marcella Milani sugli hotel fantasma in provincia di Pavia

sabato 12 ottobre 2019

Sant'Alessandro Sauli, come un gelso piantato nel mare

Come un gelso che cresce piantato in mezzo al mare, come il miracolo di una vita che fiorisce anche nei luoghi più inospitali. È risuonata più volte in cattedrale questa immagine durante la messa per la festa di sant’Alessandro Sauli: «Gesù è capace di far fiorire una vita dove noi non siamo neanche capaci di immaginare – ha spiegato don Luigi Pedrini, vicario generale della diocesi di Pavia –. E il primo miracolo che scopriamo ripercorrendo la storia di sant’Alessandro è proprio la sua vita, la vita di un giovane aristocratico che, conquistato da Cristo, si spoglia di tutti i privilegi che gli avrebbero garantito una vita sicura, comoda, agiata, per mettersi a servizio dei fratelli». 

L'altare di sant'Alessandro Sauli nel duomo di Pavia

giovedì 10 ottobre 2019

"Il Giornalino": ritrovare un vecchio amico di carta

Cara Billa, mi sai dire quando uscirà il seguito del film La maledizione della prima luna? Mi puoi pubblicare una foto di Jack Sparrow?”. Così scrive Anna’93, via sms, sul Giornalino del 16 luglio 2006. Nella pagina accanto si annuncia “Sul prossimo numero del Giornalino, il mega poster dei magnifici tre: Rupert Grint, Daniel Radcliffe, Emma Watson”.

Erano gli anni di Harry Potter, gli anni delle corse in libreria alla ricerca dell’ultimo capitolo di una saga che ha segnato la fantasia della mia generazione. L’amicizia, la ricerca della verità, la lotta tra il bene e il male, lotta che diventa quasi opprimente quando il male occupa tutti i posti di potere e confonde le coscienze. Harry, Ron, Hermione, Silente, la professoressa Minerva McGranitt e noi, che ci sentivamo spesso una balbettante bambocciona banda di babbuini. 

Vecchi numeri del Giornalino emersi da scaffali pieni di ricordi

mercoledì 9 ottobre 2019

Truffe: come difendersi

Non si apre la porta agli sconosciuti, non si fanno accomodare in casa propria gli sconosciuti, non ci si ferma per strada a parlare con gli sconosciuti, non si consegnano soldi agli sconosciuti. Forse potrebbe bastare questo a evitare molte truffe, spesso perpetrate ai danni di anziani soli, ma vale la pena fare un po’ il punto della situazione.

Ho partecipato per “la Provincia Pavese” al convegno “Più sicuri insieme”, organizzato da Confartigianato Persone in collaborazione con il ministero dell’Interno, e mi è stato chiesto di rilanciare questa campagna sicurezza per gli anziani anche sui miei canali. Lo faccio con piacere, perché questo argomento ci tocca tutti. 

I consigli dei carabinieri per difendersi dalle truffe

lunedì 7 ottobre 2019

Quando giocavamo con le macchinine

Sono ancora lì, nel grande scatolone colorato, chiuse da anni eppure ancora pronte a rombare fuori. Grandi, piccole, medie. Da collezione o da poco più di mille lire. Perfette riproduzioni in scala di modelli esistenti o strani prototipi futuristici. Sono le macchinine! Quanti pomeriggi abbiamo passato a giocarci? A volte con i compagni di classe, a volte sequestrando i nonni e costringendoli a rispettare le (nostre) infinite regole del gioco.

Perché, osservando la scena dall’esterno, magari dalla porta della cameretta, un adulto poteva vedere un bambino seduto a terra davanti al suo letto, intento a spingere una o più macchinine. In realtà il bambino non era davanti al letto, ma dentro a una metropoli fatta di grattacieli, strade trafficate, pedoni, fantasmagorici uffici dove andare a fare fantastici lavori. E ogni modello di macchinina aveva la sua perfetta collocazione.

Per attraversare la nostra città immaginaria, per esempio, le automobiline ideali erano quelle piccole, magari dotate di ammortizzatori, così da rendere più realistiche le frenate e le ripartenze ai semafori, e di portiere apribili, perché bisognava pur scendere per fare le commissioni. Il massimo era unire le macchinine ai tappeti con disegnate strade, aiuole, case, supermercati e sensi unici. 

Collezione di macchinine piccole, medie e grandi, con i modelli più famosi di automobili

sabato 5 ottobre 2019

Francesco va', ripara la mia Chiesa

La fede cristiana come l’avventura di un amore che afferra l’esistenza e la trasforma. È questa la prospettiva che ancora oggi San Francesco ci invita a considerare per misurare il nostro rapporto con Cristo. Ed è questo l’invito che il vescovo di Pavia, monsignor Corrado Sanguineti, ha rivolto ai fedeli durante l’omelia per la solennità di San Francesco, celebrata nella basilica di Santa Maria Incoronata di Canepanova.

«Per Francesco – ha spiegato il vescovo Corrado –, amare Cristo è amare una persona viva e presente, che si è data per noi, che si è caricata i nostri peccati sul legno della croce e ha lavato la nostra sporcizia con il suo sangue». 

Questo incontro vivo e luminoso stravolge il quotidiano, sveglia dal torpore la coscienza: «San Francesco sarebbe a disagio di fronte a un cristianesimo esangue, ridotto alla difesa di valori, per quanto importanti, come la pace, la cura dell’ambiente, la causa dei poveri – ha ricordato monsignor Sanguineti –. Stiamo attenti al nuovo “moralismo” che tende a rendere accettabile la Chiesa nel consesso del mondo moderno, a condizione che si limiti a diventare una buona agenzia educativa che propugna e difende alcuni valori facilmente condivisibili. Alcuni. Per altri, come la purezza, la castità, il pudore, la custodia e la difesa della vita nascente o morente, non c’è molto spazio». 

Il vescovo di Pavia Corrado Sanguineti a Canepanova per la solennità di San Francesco

venerdì 4 ottobre 2019

Avere cura dell'umano per salvare il Creato

Dal ponte sospeso del Mondino si vedono la Maugeri e il Dea

«Da uno dei ponti sospesi che collegano la torre A e la torre B del Mondino è possibile vedere le grandi sagome della Maugeri e del Dea. Siamo quasi sul tetto della Fondazione Mondino Istituto Neurologico Nazionale di Pavia: immerse nel verde, le due strutture si stagliano nel cielo azzurro di questo giovedì mattina, indifferenti al forte vento che sembra volermi spingere lontano. Tre centri d’eccellenza, centinaia di dipendenti, migliaia di pazienti. (…)». Per il blog di Costanza Miriano, una riflessione nata sul ponte più alto della Fondazione Mondino.