martedì 27 marzo 2012

"Earth Hour 2012". Un'ora di buio, per un futuro di luce

Quando si spengono le luci, a volte arriva la paura; ci si sente impotenti, circondati, osservati. A volte il buio più profondo ci fa mancare il respiro, a volte ci fa perdere il senso dell’orientamento. Eppure, vi sono occasioni nelle quali il buio è un momento magico. Pensiamo alle luci di un palasport, che improvvisamente si spengono per l’inizio di un concerto, pensiamo alle luci di un teatro, che dolcemente si addormentano per regalarci uno spettacolo, alle luci spente per una bella sorpresa o un momento romantico… Manca qualcosa? Sì. Le luci spente quaggiù, per invitarci ad alzare lo sguardo, lassù. Si tratta di “Earth Hour”: sessanta minuti di buio per edifici pubblici e privati, monumenti e sedi aziendali; simbolo dell’impegno concreto e reale per costruire un futuro più pulito. Quest’anno l’appuntamento è per sabato 31 marzo 2012, dalle h. 20.30 alle h. 21.30.

Giusto per darvi qualche dato, pensate che l’anno scorso, il 2011, l’evento ha coinvolto 135 paesi, quasi 1.8 miliardi di persone e ben 2000 aziende. Tutti possiamo fare qualcosa: spegniamo le luci nelle nostre case, lasciamo a riposo computer, televisioni e macchine. Usciamo, e viviamo la nostra città, almeno per sessanta minuti, a piedi. Scopriremo angoli nuovi, prospettive mai osservate, ma soprattutto rivedremo le stelle e, forse, ci ricorderemo della nostra amica Natura…
Mi raccomando, raccontiamo questo momento così particolare ai bambini; sarà emozionante scoprire che, a volte, spegnere una luce significa lasciare spazio ad un’altra, infinitamente più bella. http://www.wwf.it/  

venerdì 9 marzo 2012

Gino su "LibrieRecensioni.com"

Recensione di "Gino e la Vecchia Consigliera" online da oggi su "LibrieRecensioni.com".

Un grazie davvero speciale alla Redazione del sito per lo spazio concesso al mio libro, e per la gentilezza di sempre. Grazie e... Buona lettura!


giovedì 8 marzo 2012

A tutte le donne

("La mimosa", Silvana Brunotti)

               “Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso            
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l'emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d'amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d'amore.”
("A tutte le donne", Alda Merini)