venerdì 28 giugno 2019

Francia, sentenza inappellabile: Vincent Lambert deve morire


La Cassazione ha condannato Vincent Lambert a morire di fame e di sete. Quale colpa ha Vincent? Una sola: Vincent vuole vivere. Vincent, nonostante il gravissimo incidente subito dieci anni fa, vuole continuare a vivere, a respirare da solo, a salutare con lo sguardo la sua mamma e il suo papà. Vincent ci ricorda che la vita vale la pena sempre. Vincent è l’argine che ci difende da una dittatura nella quale non ci sarà posto per gli improduttivi, i diversi, i fragili. Non ci sarà pietà per chiunque non risponderà ai canoni del consumatore perfetto: lavoratore senza affetti né coscienza. E in questo silenzio agghiacciante, mentre il cielo dell’Europa è oscurato da nubi di morte, Vincent, dal suo letto d’ospedale, salva tutti noi.

martedì 25 giugno 2019

Processo Rocchelli, l'arringa della difesa: "Markiv è innocente, sempre amico dei cronisti"

L’avvocato difensore Della Valle ha fatto una lettura delle prove molto diversa dalla requisitoria del Pm. Conclusioni il 5 luglio, sentenza il 12.

Questa cronaca di Giacomo Bertoni è stata prodotta da Ossigeno per l’informazione in collaborazione con La Provincia Pavese, Unione Nazionale Cronisti Italiani, Ordine Giornalisti Lombardia per integrare le cronache dei media con un resoconto oggettivo, puntuale ed esauriente dello svolgimento del processo in corso al Tribunale di Pavia in cui è imputato il presunto responsabile dell’uccisione del fotoreporter italiano Andrea Rocchelli e del giornalista russo Andrey Mironov. Questo testo è stato pubblicato sul sito web ossigeno.info ed è stato inviato a Vienna al Rappresentante per la Libertà dei Media dell’Osce, che segue con attenzione la vicenda. 

La difesa dell'imputato Vitaly Markiv

«Vitaly Markiv ha sempre difeso i giornalisti inviati in Ucraina, ha collaborato con loro, lo consideravano un amico. L’istruttoria e la requisitoria del Pm hanno trascurato elementi importanti che cambiano radicalmente la posizione di Markiv». L’avvocato Raffaele Della Valle lo ha affermato venerdì 21 giugno 2019, nell’aula della Corte d’Assise del Tribunale di Pavia, svolgendo l’arringa in difesa dell’unico imputato di questo processo per l’omicidio del fotoreporter Andy Rocchelli. (…) 

lunedì 24 giugno 2019

Corpus Domini: "Rimettere al centro Cristo"

«(…) Che impressione quando si legge la testimonianza di cristiani che hanno conosciuto la prigionia nei lager, nei gulag o in altri luoghi di orrore e di violenza sotto i regimi totalitari del Novecento, e non dimentichiamo che anche oggi ci sono fratelli nella fede privati della libertà solo perché cristiani! Credenti che hanno celebrato di nascosto l’Eucaristia, quando hanno trovato tra loro un sacerdote o un vescovo, preti che, per non far mancare a se stessi e ai fedeli detenuti con loro questo pane di vita, hanno celebrato tenendo nella palma della mano un po’ di pane, magari sottratto alla loro fame, e un po’ di vino, e l’hanno donato con gioia ai compagni nel buio di una cella.

Penso alla testimonianza commovente del cardinale vietnamita Van Thuan, di cui è in corso la causa di beatificazione, o del cardinale albanese Ernest Simoni, solo per indicare qualche nome di questi testimoni che stanno davanti ai nostri occhi, se vogliamo guardare. Penso a comunità che, prive per decenni di un sacerdote, hanno continuato a ritrovarsi ogni domenica per ascoltare la Parola di Dio, per pregare, ponendo al centro il segno del pane e del vino, come richiamo dell’Eucaristia attesa e desiderata!

Pensiamo anche a comunità che oggi partecipano alla messa ogni domenica, sapendo che possono rischiare la vita, per attentati folli da parte di gruppi fondamentalisti islamici: ricordiamo che cosa è successo a Pasqua nello Sri Lanka. 

Omelia del vescovo Corrado Sanguineti nella basilica del Santissimo Salvatore

Carissimi fratelli e sorelle, richiamo a me a voi queste testimonianze di un recente passato o drammaticamente attuali per lasciarci provocare nella nostra fede che rischia di non percepire più la bellezza di poter celebrare ogni domenica l’Eucaristia, la grazia di poter nutrirci di questo pane che è Cristo vivo tra noi, la gioia di poter adorare nel silenzio delle nostre chiese il Signore nascosto e presente nel Santissimo Sacramento dell’altare.

Anche i santi della nostra terra c’indicano che non accade il miracolo della santità, lo spettacolo di un’umanità trasfigurata nel bene e nella verità da Gesù, senza una profonda esperienza eucaristica: stiamo vivendo, come Diocesi, l’anno giubilare in onore di San Riccardi Pampuri, e poche settimane fa è stato riconosciuto venerabile il nostro Don Enzo Boschetti, che proprio qui, a San Mauro, iniziò la sua opera per i giovani e con i giovani.

Ebbene, nella vita di questi due uomini, così diversi per il contesto sociale in cui sono vissuti e per il percorso della loro esistenza, ritroviamo la centralità dell’Eucaristia, insieme al desiderio e al coraggio di far scoprire ad altri questo dono di cui vivere. 

lunedì 17 giugno 2019

La dolce morte non esiste

Articolo per blog di Costanza Miriano sull'eutanasia

«Lavoro, palestra, apericena, casa, vacanza. Finalmente siamo liberi. Finalmente la nostra vita è veramente nelle nostre mani. Quali altre generazioni, fra quelle che ci hanno preceduti, hanno avuto a disposizione la stessa nostra libertà, unita alla stessa generosità di risorse che caratterizza il nostro tempo? Non possiamo solo sognare un lavoro di successo, possiamo anche provare a ottenerlo. E se non arriva in Italia, arriverà magari in un altro Paese. Possiamo cambiare il nostro fisico, con sessioni in palestra per scolpirlo, integratori per potenziarlo e chirurgia estetica per trasformarlo. Possiamo cambiare città, lavoro, amicizie, relazione, possiamo ricominciare da capo più e più volte la nostra vita. È un po’ come rinascere, e spetta solo a noi decidere quando e come farlo. (…)». Per il blog di Costanza Miriano, una riflessione sulla nostra libertà. 

martedì 11 giugno 2019

Festa delle Sante Spine: "Mettiamo al centro della nostra comunità i soggetti più fragili"

«(…) Pensavo: come sarebbe più povera la nostra città senza gesti di memoria come questi, come la festa della Madonna della Stella, o altre feste mariane che mantengono un profilo popolare nelle varie comunità (S. Maria di Caravaggio, la Madonna delle Grazie nella chiesa custodita dai salesiani). Come sarebbe più povera Pavia senza la festa di San Siro, suo patrono, e la festa delle Sante Spine!

Ritrovarsi insieme, come credenti e come pavesi, alla processione delle Sante Spine, passare in Duomo nei giorni in cui le venerande reliquie sono esposte per una preghiera, sono gesti che ci aiutano a non perdere il senso e l’anima della nostra storia e della nostra città, in questi mesi segnati da non pochi cambiamenti a livello d’istituzioni civili, culturali e amministrative. (…)» (dall’editoriale del vescovo Corrado Sanguineti, “il Ticino” di venerdì 7 giugno 2019)

Festa delle Sante Spine e processione in duomo

«(...) Non giriamo gli occhi e il cuore da un’altra parte davanti agli anziani soli che abitano nei nostri quartieri, davanti alle famiglie che vivono disagi sociali e relazionali, davanti ai ragazzi e agli adolescenti che riempiono il vuoto e la noia con l’uso dell’alcool, delle droghe, con forme di trasgressione che portano a banalizzare l’affettività e la sessualità. Ci sia un’alleanza buona e forte nella grande opera dell’educazione, tra le famiglie, la scuola, le parrocchie con gli oratori, tutte le varie associazioni di volontariato che possono offrire esperienze belle e positive. 

Non giriamo gli occhi e il cuore davanti a giovani e meno giovani che faticano a trovare un lavoro stabile e dignitoso, davanti agli immigrati che sono tra noi e che spesso portano con sé storie drammatiche di povertà e di violenza. Mettiamo sempre più al centro della nostra comunità civile i soggetti più fragili e deboli, chi rischia di restare ai margini, coloro che non sono nemmeno accolti al loro affacciarsi alla vita, coloro che non sono adeguatamente curati e accompagnati a una morte dignitosa perché non rispondono a criteri di efficienza e di pretesa qualità della vita. 

venerdì 7 giugno 2019

"Sono più vicini a noi"


Perdere una persona cara è perdere una parte di sé. È impossibile evitarlo: c’è un angolo di noi che improvvisamente si crepa. È l’angolo dei ricordi, quelli che questa persona ci ha raccontato e quelli che non abbiamo fatto in tempo a conoscere. Ricordi che parlano di noi, delle nostre radici, della nostra storia personale. Sono ricordi che rendono la nostra città più umana, perché dietro ai volti che incontriamo per le strade scopriamo storie, lontane parentele, amicizie, gesti di coraggio. Nei racconti dei nostri anziani c’è la medicina al grigiore contemporaneo. 
E oggi si vacilla un po’, perché un tassello della mia storia è venuto a mancare. Grazie per la tua dolce generosità zia, grazie per le nostre chiacchiere infinite mentre fuori dalla finestra il sole pian piano tramontava, grazie per esserti presa cura di me, e di tutti noi, nei momenti difficili. Sono sicuro che, con il tempo, questo tassello apparentemente vuoto si riempirà di fiori. Eh sì, ci saranno anche i tuoi gerani. 

Non si perdono mai coloro che amiamo perché possiamo amarli in Colui che non si perde mai.” (Sant’Agostino)

lunedì 3 giugno 2019

Abbazia di Chiaravalle: dove sono i custodi della storia?

«L’Abbazia di Chiaravalle Milanese, fondata da San Bernardo di Clairvaux nel 1135, è uno tra i più importanti complessi monastici italiani, situato in Milano all’interno del Parco Agricolo Sud Milano. Ancora oggi popolata dalla tradizionale comunità monastica cistercense, è luogo di considerevole valore spirituale e polo di rilievo dal punto di vista storico, artistico e culturale. Il complesso rappresenta una meta turistica di altissimo pregio, il cui valore è stato notevolmente incrementato negli ultimi anni grazie ad interventi di restauro e di valorizzazione». 

Così si legge sul sito monasterodichiaravalle.it, nella sezione “Storia e arte”. Le aspettative dunque sono altissime: si parte alla ricerca di un luogo di pace, silenzio, sulle orme di San Bernardo e San Benedetto.

Da san Bernardo a san Benedetto, le radici dell'Europa passano anche da Chiaravalle

È da questi centri di fede, di arte e di cultura che l’Europa è nata: dalla storia conservata e trascritta in preziosi volumi, dalle tradizioni botaniche e fitoterapiche, dalle comunità che crescevano attorno ai monasteri, dalle relazioni umane coltivate nella quotidianità della campagna, dalle preghiere silenziose e notturne recitate mentre fuori dalle mura il mondo era squassato dalle guerre. 

Entrando nell’antica abbazia, lo sguardo è subito catturato dalle imponenti colonne che sembrano il punto d’incontro tra l’architettura romanica e le linee gotiche, i due stili che caratterizzano l’intera struttura. Gli antichi affreschi sono quasi interamente indecifrabili, ma non è solo il tempo il colpevole.