mercoledì 16 ottobre 2019

Cara Milva, ci manchi

La nostalgia potrebbe prendere il sopravvento. In un turbinio di ricordi, melodie, atmosfere che certamente non torneranno più, rimane la memoria. Memoria di una chioma rossa, che avanza superba sul palcoscenico catalizzando l'attenzione. Memoria di una voce, che cresce vibrando dalle più profonde armonie e riempie il teatro. Memoria di uno sguardo, che anticipa storie e sentimenti. Ogni esibizione un viaggio, ogni canzone una storia, ogni nota un assaggio di perfezione. 

Collezione dischi di Milva, la Rossa, che dal 2011 vive lontana dalle scene

E allora sì, la nostalgia si fa sentire, perché la dignitosa scelta di ritirarsi dalla vita pubblica è dolorosa per chi ti ha sempre cercata dal vivo, e lo è anche per chi, pur non avendoti seguita, riconosce che la tua assenza ha generato un vuoto impossibile da colmare. 
Ci manchi, cara Milva, misteriosa Memoria di "Un ponte tra le Valli" e ultima diva dal fascino mitteleuropeo. Rimangono però le tue canzoni, in questo “Milva Year 2019” che pian piano volge al termine. E, grazie alle tue canzoni, vogliamo viaggiare ancora. 

"Mia bella Rossa dammi l'allegria 
del disco di dieci anni fa..."

“È dentro me
l'eco di un canto che va
a Lloret…
E porta via
con i ricordi la mia
nostalgia…”

“Su, vieni qui, Milord,
accanto a me, Milord,
se hai freddo il cuor,
vedrai, io ti riscalderò…”

“Non son sicura che giorno sia questo
se sarà lungo di un tempo breve
e se il ruscello è una traccia di sporco
nel bianco della neve
o se i carri trascinano a terra
un indolente polveroso segno
se sarà un giorno di pace o di guerra
perché è di te che ho bisogno
è di te che ho bisogno
è di te che ho bisogno…”

“E i movimenti prevedibili
delle truppe in finte battaglie,
l’odore della polvere da sparo
e voci dallo stretto di Messina...”

“Hurra! Wir leben noch!
Was mussten wir nicht alles überstehn?
Und leben noch!”

1 commento:

  1. Eccezionale artista, unica e irripetibile. Grazie per quello che ci ha dato e grazie a questo romanticissimo articolo di Giacomo Bertoni. Complimenti!

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