venerdì 25 ottobre 2019

Il cammino di San Colombano per riscoprire la dimensione spirituale dell'uomo

«L’uomo deve scoprire di essere amato, al di fuori di questo disegno l’uomo è un fallito». Possiamo definire eufemisticamente “diretto e inaspettato” l’intervento di don Siro Cobianchi, responsabile dell’Ufficio beni culturali ecclesiastici della diocesi di Pavia, a “Il cammino di San Colombano in Europa”, convegno organizzato dalla Camera di Commercio di Pavia per presentare l’itinerario ormai pronto a candidarsi per l’approvazione al Consiglio d’Europa (ne scrivo sulla Provincia Pavese di domani). 

L’attesa era quella per un saluto istituzionale, nel quale sarebbe stato portato l’augurio di buon lavoro del vescovo Corrado, assente giustificato. Bisogna premettere una cosa: per noi giornalisti, che arriviamo a seguire anche quattro convegni, seminari e conferenze stampa al giorno, il momento dei saluti istituzionali non è proprio l’apice dell’attenzione. Di solito insomma, salvo curiose eccezioni, la notizia non la si trova nei saluti. 

In realtà, don Siro Cobianchi ha volato molto alto: «Nel 525 a Pavia moriva San Severino Boezio, il grande filosofo che ha segnato il pensiero cristiano dei secoli successivi. Mentre Severino moriva, Colombano nasceva. E si trovava davanti un’Europa confusa, ferita da una cultura pagana pervasiva». 

Una riflessione di don Siro Cobianchi sul cammino di San Colombano e la salvezza dell'uomo

Il cammino di San Colombano che rinasce oggi rimette al centro l’uomo, ma non mancano i pericoli: «Oggi noi mettiamo già al centro di tutto l’uomo – ha aggiunto don Siro Cobianchi –, ma non parliamo abbastanza dell’uomo spirituale. Tutti abbiamo il diritto di camminare, ma camminare non basta: abbiamo il dovere di incamminarci dall’egoismo alla santità. Come diceva Dietrich Bonhoeffer, nulla c’è di valido nell’uomo senza Cristo. Se non camminiamo verso un cuore trasparente e pulito, se non partiamo con la volontà di arricchirci interiormente, allora meglio restare a casa, allora che differenza c’è rispetto a qualche ora di allenamento in palestra?». 

San Colombano coltivò la fede in Gesù per tutta la vita: «Non in un uomo, ma in Gesù figlio di Dio. Perché da soli noi non bastiamo. L’uomo più in gamba di questo mondo, fosse anche Francesco, non ci salva. Cammina con noi, ci guida, ma non ci salva». Negli ultimi anni della sua vita Severino Boezio fu consolato dalla Filosofia: «Cos’è questa bellissima figura che lo consola, se non il segnale di una scoperta, la più grande? Severino è amato da Dio. Solo questo conta per l’uomo, ovvero scoprire di essere amato. E ricambiare questo amore significa realizzarsi, significa trovare la salvezza eterna e la felicità, anche terrena».

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