lunedì 14 ottobre 2019

Lettera da una professoressa

«Miei cari ragazzi, 
ho predisposto un volumetto con i vostri lavori più belli, che non sempre siamo riusciti a leggere in classe. C’è anche il racconto di Valentina e una “cosina” che avevo scritto qualche tempo fa, e che vi dedico, pensando al periodo impegnativo e meraviglioso dell’adolescenza che state vivendo. 
È un’idea per lasciarvi un ricordo del tempo passato insieme: abbiamo lavorato, vi ho sempre trovati curiosi, entusiasti, disponibili e, se posso dire, contenta, che ho la fortuna di fare il lavoro (per me) più bello del mondo, lo devo a studenti come voi, oltre che, naturalmente, alle “cose meravigliose” che altri hanno scritto per noi. 
Ci sarebbe stato ancora moltissimo da leggere e gustare insieme! Però vi dico anche che un po’ v’invidio, perché avete ancora tanto da conoscere: i Russi, i Francesi, i Sudamericani…! Un libro ti aiuta a fuggire da te stesso, quando ne hai bisogno (come dice Pennac), ed è anche il modo più formidabile per rientrarvi, riuscendo a capirsi un po’ di più (come dice Proust). 
Grazie di tutto. 
Buona fortuna per tutto quello che desiderate. 
Un abbraccio: 
Chiara Gramegna»

Il saluto di una professoressa di lettere ai suoi studenti per la fine dell'anno scolastico

È il 30 maggio del 2007, siamo agli sgoccioli del secondo anno al liceo scientifico Torquato Taramelli di Pavia. La classe 2D sta per entrare nel triennio, con nuovi professori e nuove materie. La professoressa Gramegna, docente di Lettere, entra in classe con un misterioso plico di libretti bianchi e ne posa uno su ogni banco.
Lì dentro, fotocopiate e pinzate, ci sono alcune nostre verifiche di italiano, le migliori. Andrea, il 5/5/06, scrive una lettera a Michele Amitrano. Ma a scrivere non è Andrea, bensì Michele Carducci, il “bambino del buco” di Acqua Traverse, in un gioco letterario che pesca dal romanzo e apre a nuove storie. Il 20/1/07, Sara scrive di Ulisse, un Ulisse diverso, fotografato dalle parole di Dante e di Francesco Guccini. Anche Mattia, nella verifica del 20/1/07, sceglie come protagonista Ulisse, «colpevole di aver oltrepassato le colonne d’Ercole».

Il 22/5/07 Valentina analizza invece il dialogo fra il cardinale Federigo Borromeo e don Abbondio, che «pur di salvarsi aveva fatto annullare un matrimonio, e ora si trova fra i lupi, fra le parole del cardinale e la sua coscienza». Sono passati più di 12 anni da quel giorno. La curiosità c’è ancora, la voglia di scoprire mondi nuovi pure. Prof Gramegna, grazie.

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