venerdì 21 ottobre 2011

Vento di speranza

Sembra ormai che non ci sia più speranza nella nostra vita. La parola più ricorrente è “crisi”, unita a “divisione”, “guerriglia”, “violenze”, “morte”… La crisi economica si combatte con l’inganno e la corruzione, la violenza di leggi superficiali e tardive si combatte con la violenza fisica, il dittatore dispensatore di morte si combatte con la morte. Si incastrano tasselli avvelenati di un mosaico che non potrà mai brillare alla luce del sole, ma finirà sbiadito e stanco, coperto da uno strato di calce bianca.
Rimbocchiamoci le maniche, diamo respiro alla parte migliore di noi: ripariamo le ferite che l’odio sta lasciando nel nostro mondo.

Ama la vita così com'è
amala pienamente, senza pretese;
amala quando ti amano o quando ti odiano,
amala quando nessuno ti capisce,
o quando tutti ti comprendono.

Amala quando tutti ti abbandonano,
o quando ti esaltano come un re.
Amala quando ti rubano tutto,
o quando te lo regalano.
Amala quando ha senso
o quando sembra non averlo nemmeno un po’.

Amala nella piena felicità,
o nella solitudine assoluta.
Amala quando sei forte,
o quando ti senti debole.
Amala quando hai paura,
o quando hai una montagna di coraggio.
Amala non soltanto per i grandi piaceri
e le enormi soddisfazioni;
amala anche per le piccolissime gioie.

Amala seppure non ti dà ciò che potrebbe,
amala anche se non è come la vorresti.
Amala ogni volta che nasci
ed ogni volta che stai per morire.
Ma non amare mai senza amore.

Non vivere mai senza vita!
(Madre Teresa di Calcutta)

Anche nel deserto più assolato può nascere un fiore

L'unica arma veramente letale per l'odio è il sorriso, quello più autentico, quello che sgorga luminoso dalle labbra di chi è in pace con se stesso, e sa spendere gli attimi della sua vita donando amore.

domenica 16 ottobre 2011

15 ottobre: inferno a Roma

…Roma, guerriglia urbana, Roma inferno, Roma paura in strada, Roma più di 70 feriti…” La lista dei titoli che non vorremmo più sentire in televisione né leggere sui giornali può durare all’infinito. La nostra capitale è stata devastata ancora. Oltre ai feriti, molti anche tra le forze dell’ordine, questa terribile manifestazione di violenza lascia come eredità un milione di euro di danni.
Ieri a Roma, da via Cavour a piazza San Giovanni, nel giro di poche ore, si è scatenato l’inferno. Un inferno fatto di bombe carta, sanpietrini staccati dalla pavimentazione della strada, cartelli stradali divelti a forza, vetrine sfondate e macchine date alle fiamme. Un inferno animato da alcune centinaia di delinquenti, che hanno saputo oscurare (e mettere in serio pericolo) le decine di migliaia di “indignati”, provenienti da tutta Italia, che volevano lanciare un messaggio pacifico di rinnovamento politico e sociale.
Ancora una volta i protagonisti sono stati pochi giovani incappucciati, o nascosti da caschi per motociclisti, il cui unico obbiettivo è distruggere qualsiasi cosa incontrino sulla loro strada. 

Desidero fortemente (come tanti miei coetanei) un rinnovamento sociale, un cambiamento. Aspetto con trepidazione e mi impegno affinché un vento nuovo, più giovane e serio, possa spazzare via le brutture di una politica vecchia e corrotta. Ma rabbrividisco nel vedere nuvole di fumo nero, che si alzano per le vie di una capitale che racconta anche la mia storia.
Uniamoci per scrivere le prime pagine del nostro futuro; mettiamo la nostra faccia e la nostra firma sulle speranze del nostro Paese. Chi distrugge senza umanità, nascondendosi dietro ad un casco, non rappresenta nulla all’infuori di un’anarchia malata e caotica, deficiente di rispetto, senso civico e desiderio di cercare il bene degli altri.