giovedì 28 gennaio 2021

Notizie e pirati

Si sa, nella vita non si finisce mai di stupirsi. E lo stupore è destinato a rinnovarsi ogni volta con nuovo vigore, in modo particolare di fronte alla furberia. Anzi, alla pirateria (ma senza Johnny Depp che interpreta Jack Sparrow). Un esempio? Oggi si parla di giornalismo 4.0

Le testate giornalistiche tradizionali sono in crisi, perché affrontano la rivoluzione digitale con strutture che hanno mantenuto le caratteristiche degli anni d’oro della stampa, quando il giornale di carta era l’imprescindibile compagno della colazione, quando la propria appartenenza politico-ideologica veniva sfoggiata anche con il quotidiano di riferimento sotto il braccio, quando il lavoro era pesante ma sicuro, stabile, ed entrare in una redazione voleva dire rimanerci tutta la vita, salvo personali desideri di cambiamento. 

Pirata Lego

La rivoluzione ha travolto tutto questo, trovando nella crisi economica del 2008 e nella crisi di fiducia dei lettori nei confronti dei media tradizionali due validi alleati. A pagare il prezzo più alto sono ancora una volta i giovani, bloccati da turnover che sono stati chiusi gettando via la chiave e costretti a collaborazioni esterne che, soprattutto durante la lunga gavetta, impongono condizioni disumane. Diventare freelance, come ha ricordato recentemente l’Ordine dei Giornalisti del Lazio, è quindi una scelta quasi obbligata, che può ancora offrire spazi di speranza. 

Premessa lunga ma, date le circostanze, ancora una volta necessaria. Dunque, si parlava di giornalismo 4.0 e pirateria di ultima categoria? Un giornalista lavora più di mezza giornata su una notizia ancora inedita in Italia: la rinascita della birra bianca di Cracovia. Una storia curiosa, scoperta dopo lunghe ricerche, che ha richiesto un corposo approfondimento per essere confezionata a misura di lettore. 

Poi il giornalista la vende a un giornale, in questo caso iFamNews, e la notizia viene pubblicata. Nel giro di poche ore la storia della birra di Cracovia raggiunge diverse centinaia di lettori e continua pian piano a crescere, clic dopo clic. Fine? No. 

Birra bianca

Perché la notizia piace anche ad altri giornali e siti: qualcuno incarica un proprio giornalista di occuparsene, qualcuno contatta il giornalista autore del pezzo chiedendone un altro, scritto da una nuova angolazione, qualcuno ancora segnala l’articolo, con un breve riassunto, rimandando ad iFamNews. 

Però si sa, queste scelte richiedono professionalità, impegno e voglia di investire, doti ormai rare come i lettori di giornali di carta in metropolitana. Così arriva un sito, dal nome improbabile (nomen omen), che prende l’articolo con un sempreverde (sì, il lapsus Serpeverde è concesso) copia e incolla e via: impegno risparmiato, professionalità cancellata, clic guadagnati gratis.

Articolo rubato

No, non è “solo” una questione di illecito, non è “solo” una ferita per il giornalista che ha lavorato sulla notizia, è abituare il lettore al discount delle notizie. Una notizia nasce per una testata, per un contesto che non è solo formale, ma sostanziale. È legata agli altri articoli che la circondano, è parte di un viaggio preparato apposta per il lettore e verificato con caposervizio, direttore ed editore. 

Il caso degli articoli copiati e incollati sul sito di Radio Maria, scoperto e raccontato sulle pagine di questo blog il 18 novembre 2020, è l’esempio lampante di una prassi comune che inganna il lettore. Gli fa credere di avere accesso gratuito all’informazione più completa e libera, in realtà lo fa navigare su una scialuppa in un mare in tempesta. Al posto della vela, gli regala un fazzoletto di carta. 

Leggi anche https://parcodigiacomo.blogspot.com/2020/12/come-riconoscere-le-fake-news.html 

(Image by Markus Spiske from Unsplash)

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