mercoledì 9 dicembre 2020

Come riconoscere le fake news

Hai ricevuto su WhatsApp l’ennesimo messaggio contenente un articolo copiato e incollato, e ora ti chiedi se hai tra le mani una fake news? Ebbene, nel 99% dei casi la risposta è sì. In questa lunga fase di infodemia, che corre parallela alla pandemia causata dal Covid-19, anche i non addetti ai lavori hanno scoperto che non esistono solo notizie verificate e bufale. 

Si allarga infatti a macchia d’olio un’ampia zona grigia fatta di notizie verosimili, imprecise, tendenziose, dalle fonti non verificate o addirittura derubate. E la loro diffusione è facilitata dalla nascita di siti e blog gestiti da non giornalisti che copiano e incollano contenuti solo per acchiappare clic e guadagnare visibilità e pubblicità (clamoroso il caso degli articoli copiati e incollati sul sito di Radio Maria, raccontato su questo blog il 18 novembre 2020). 

Fake News

Non sono testate giornalistiche registrate, non sono dirette da giornalisti, perciò ovviamente non rispettano le regole base della deontologia. Copiano e incollano articoli prodotti da altri, non citano le fonti, non verificano, confondono cronaca e critica. Ma allora, come riconoscere le fake news? Come capire se la notizia che stiamo leggendo è una bufala (per di più scaduta) o comunque una notizia parziale, magari copiata, tagliata e cucita ad hoc? 

Ecco alcune domande da farsi quando ci si trova davanti una notizia sospetta

  • Se quella che sto leggendo è una notizia, chi me la sta dando è un giornalista? 
  • È iscritto all’albo
  • Vive di questo lavoro? 
  • Dove ha pubblicato la notizia? 
  • Sto leggendo la fonte originale o un copia e incolla? 
  • Se non ho pagato io per avere questa notizia, chi lo ha pagato per darla? 
  • Chi è il caposervizio che gliel’ha commissionata/cucinata/approvata? 
  • Chi è il direttore che, eventualmente, risponde con lui di quanto c’è scritto? 
  • Su quale testata è stata pubblicata? 
  • È una testata giornalistica registrata? 
  • Che storia ha questa testata? 

Rispondere a queste domande consente di ricreare il contesto che sussiste attorno alla singola notizia. Un contesto visibile e tangibile quando la notizia è letta sul giornale cartaceo o tramite abbonamento digitale, ma che si perde completamente quando i contenuti vengono riprodotti illecitamente da altri siti. 

Senza dimenticare che questo atteggiamento danneggia il giornalismo, che già affronta una crisi profonda, i giornalisti, in modo particolare i più giovani e i precari, e il lettore, che viene colpito da una serie infinita di stimoli che mirano alla pancia senza che poi gli autori se ne assumano alcuna responsabilità. 

Riassumendo? Preferire sempre il giornale cartaceo (o in abbonamento digitale). Se si legge dalle versioni online dei quotidiani invece, condividere sempre il link originale (vale anche per i blog). 

Solo così viene riconosciuto (e retribuito) il lavoro di chi ha fornito la notizia, solo così il lettore è tutelato, perché può conoscere il processo di verifica delle fonti. Il caos che abbonda nel sottobosco dei siti non registrati è spacciato per libertà, in realtà è l’anticamera perfetta della propaganda. 

Leggi anche https://parcodigiacomo.blogspot.com/2020/12/la-bricconeria-quotidiana.html 

(Image created by Redgirl Lee. Submitted for United Nations Global Call Out To Creatives - help stop the spread of COVID-19, from Unsplash)

Nessun commento:

Posta un commento

E tu, cosa ne pensi?