sabato 13 marzo 2021

Zona rossa: si chiede serietà

Da lunedì 15 marzo la Lombardia torna in zona rossa. Crescono smarrimento, sconforto, stanchezza. Qualcuno studia come evitare le multe, ma chi da febbraio 2020 rispetta le regole pretende risposte. 

«Siamo veramente a terra, l’idea di trovarci di nuovo chiusi in casa ha tolto ogni nota positiva a questa bella giornata di sole». Sono le 16 di un sabato pomeriggio particolarmente luminoso. L’ultimo sabato in zona arancione rafforzato, il penultimo giorno prima che la Lombardia torni in zona rossa

Una lunga passeggiata all’aria aperta (con mascherina, gel igienizzante in tasca e distanze) vorrebbe esorcizzare l’ansia per le nuove restrizioni che scatteranno lunedì 15 marzo, ma gli incontri lungo la strada confermano la stanchezza

Albero fiorito

Tanti pavesi sono in giro per fare due passi, consapevoli di gustare gli ultimi giorni di libertà. Qualcuno, chiacchierando, azzarda scorciatoie per aggirare i divieti dei prossimi giorni: «In fondo non cambia niente rispetto a oggi, basta uscire come se niente fosse e se ti fermano dici che stai andando a fare la spesa. Se proprio insistono entri in un supermercato, compri una bottiglietta d’acqua, e mostri lo scontrino». 

No. A chi da febbraio 2020 sta rispettando le regole queste piccole furberie non possono bastare. Chi da febbraio 2020 rispetta con senso civico e prudenza le restrizioni non si accontenta di un’uscita clandestina con il pericolo di un controllo. Un controllo durante il quale magari mentire alle forze dell’ordine. 

No. Non è solo una questione di senso civico, di dovere morale, è una questione di libertà. Chi da febbraio 2020 ha scelto di obbedire lo ha fatto per tutelare se stesso e gli altri, in modo particolare le persone più fragili e più esposte al contagio. E ora non può accettare di vivere le proprie passeggiate all’aria aperta come un ladro vive le proprie scorribande sui tetti delle case. 

Se il Paese ha, finora, retto l’urto della pandemia, è stato anche grazie al senso civico di tanti, tantissimi italiani. Che hanno lavorato con impegno quadruplo (medici, infermieri, barellieri, epidemiologi, forze dell’ordine, giornalisti, etc etc) per curare, analizzare, tutelare, informare, e che hanno fatto rinunce nella vita privata, evitando gite fuori porta, vacanze e grandi tavolate. Che dire poi dei tanti imprenditori che hanno anticipato la cassa integrazione per i loro dipendenti? Che stanno facendo di tutto per non licenziare nessuno?

Tutte queste persone, e sono tantissime, ancora una volta da lunedì 15 marzo resteranno a casa. Ancora una volta diranno “no” agli apericena, anche a quelli segreti, alle uscite di gruppo, alle pizzate con gli amici, e chi più ne ha più ne metta. Ancora una volta metteranno in pausa la loro vita sociale, già provata da un 2020 che si sperava terminato, ancora una volta tremeranno per il lavoro che sembra diminuire a vista d’occhio, come sabbia che scivola via tra le mani. 

A queste persone, a questi italiani, a questi lombardi, le fughe clandestine non bastano. Ora servono risposte: dalle istituzioni sul futuro del Paese, dalle forze dell'ordine sui troppi furbetti. Ora servono risposte serie. 

Leggi anche https://parcodigiacomo.blogspot.com/2021/03/vaccino-ai-giornalisti-2.html 

(Image by Giacomo Bertoni for Il parco di Giacomo)

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