martedì 23 marzo 2021

"Nel vaccino parti organiche di feti abortiti"

«Gli ingredienti del vaccino sono tirati fuori da parti organiche di feti vivi abortiti. Feti vivi abortiti. Il che vuol dire che esistono aziende, statali oppure private, che pagano delle donne povere per farsi ingravidare e al quarto o quinto mese il feto vivo viene asportato. Al feto vivo viene asportato cuore, fegato e polmoni, e vengono ceduti e venduti a un’azienda che sperimenta e produce vaccini». Ha parlato così don Paolo Pasolini durante l’omelia di domenica 21 marzo 2021, nella chiesa di San Rocco a Cesena. 

La notizia è riportata da tutti i principali quotidiani italiani, il virgolettato qui in apertura è stato preso dal video pubblicato dal Corriere Romagna (articolo curato dal collega Gian Paolo Castagnoli). 

Immediato il coro di insulti sui social, dove numerosi utenti hanno chiesto un intervento ufficiale del vescovo. Il parroco ha detto una fake news? Cosa pensa la Chiesa dei vaccini anti covid-19? I vaccini contengono organi di feti abortiti? 

Vaccino anti covid

Il problema etico dei vaccini anti covid-19 è stato sollevato già negli ultimi mesi del 2020. Diverse aziende, infatti, utilizzano per la sperimentazione e i test di laboratorio linee cellulari da feti abortiti. Una cosa ben diversa dall’affermare che nelle fiale dei vaccini "sono presenti organi di feti abortiti", ma comunque un problema etico per i cristiani e per chiunque abbia a cuore la difesa della vita. 

E la conferma della centralità del tema arriva il 21 dicembre 2021, quando la Congregazione per la dottrina della fede pubblica una Nota nella quale afferma che: «è moralmente accettabile utilizzare i vaccini anti-Covid-19 che hanno usato linee cellulari provenienti da feti abortiti nel loro processo di ricerca e produzione». 

La Nota, prontamente ripresa dalle agenzie e dai quotidiani, tacita i malumori nell’opinione pubblica italiana. Ma il dibattito rimane incandescente in altri Paesi, ad esempio in America: qui, non solo viene messa in discussione la «cooperazione remota» del paziente che riceve il vaccino testato su linee cellulari ottenute da feti abortiti (paziente che nel 2021 ha tutti i mezzi per informarsi), ma viene anche sottolineato che c’è un vaccino, quello prodotto da Johnson & Johnson, che utilizza linee cellulari da feti abortiti anche per la produzione. Pertanto, la «cooperazione al male» del paziente, secondo i vescovi americani, è tutto fuorché remota. 

Da lì, l’invito dei vescovi a preferire i vaccini Pfizer e Moderna, che hanno un minor legame con l’aborto, avendo utilizzato queste linee cellulari solo per la prima fase di sperimentazione. 

D’obbligo, dunque, la distinzione fra "utilizzo di linee cellulari da feti abortiti" e "presenza di parti organiche di feti vivi abortiti nelle fiale". L'ipotesi che esista un sistema che prevede lo sfruttamento di donne povere per ottenere feti da abortire al quinto mese è una informazione ad oggi non verificata, pertanto non può essere presentata come una notizia (le uniche inchieste giornalistiche pubblicate sono quelle riguardanti il presunto traffico d'organi di Planned Parenthood).  

Altrettanto d’obbligo però, se l’obiettivo del giornalismo è essere linfa che trasforma la società in comunità partecipata, dare conto del dibattito etico crescente in America sulla liceità del nuovo vaccino Johnson & Johnson e sulla richiesta alle case farmaceutiche di spostare la produzione verso vaccini etici. 

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(Image by Ivan Diaz from Unsplash)

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