giovedì 11 marzo 2021

Vaccino ai giornalisti (2)

Si infiamma il dibattito sull’inserimento dei giornalisti fra le categorie che salteranno la fila nella somministrazione del vaccino contro il covid-19. Una priorità che consentirà ai giornalisti (e ad altri professionisti come gli avvocati) di ricevere il vaccino prima di anziani e persone fragili per disabilità e patologie pregresse. 

La notizia ha scatenato una nuova ondata d'odio contro i professionisti dell’informazione, già guardati con sospetto perché ritenuti colpevoli della pandemia almeno quanto il virus. Eppure, non si contano le dichiarazioni pubbliche di giornalisti che si dicono contrari a questa corsia preferenziale. 

Margherita Fronte

Come quella di Margherita Fronte, oggi protagonista di uno scontro social con Selvaggia Lucarelli, che ha scritto: «Non ho capito con che criterio CASAGIT chiede che i #giornalisti ricevano il #vaccino anti #covid19 prima di altre categorie più a rischio (per esempio, i cassieri)». 

E che, durante l’acceso dibattito sul profilo di Lucarelli (favorevole alla precedenza ai giornalisti), ha aggiunto: «È una richiesta inappropriata, tranne che per chi fa cronaca dai reparti di intensiva. Le badanti dovrebbero venire prima di noi. Anche chi guida i mezzi pubblici, i cassieri, i tassisti e tanti altri. Il vaccino non è la medaglietta per il lavoro svolto. Serve ad altro». Margherita Fronte è redattore a Focus, dove si occupa di medicina (in fondo al pezzo le immagini dello scontro con Selvaggia Lucarelli). 

Su posizioni simili Matteo Grandi, che prende le distanze dalla possibile precedenza scrivendo: «Il ruolo del giornalista è fondamentale. Ma lo è pure la cassiera del supermercato, il fruttivendolo, l’autista del bus... Da giornalista: la gara a chi lo merita prima è stupida e divisiva. Età e protezione persone fragili devono essere il solo parametro #VaccinoAiGiornalisti». 

Politicamente scorretto, come sempre, Fabrizio Biasin, che twitta: «Secondo me i giornalisti in prima linea, che vanno sul campo, che entrano in contatto con le categorie a rischio e che producono inchieste "dal fronte" hanno assolutamente diritto al vaccino. Praticamente basta una mezza dozzina di dosi». 

Distinzione fra interni ed esterni ma anche “no” alle corporazioni da Luca Tremolada, che aggiunge: «Esistono tanti modi di fare il giornalista. Chi lavora nelle agenzie di stampa o per la tv è sempre in giro. Non sono tanti. In ogni caso darei precedenza ad altre categorie. La nostra categoria è piuttosto articolata. Difficile trattarli come se fossero tutti uguali». 

Jeanne Perego Schimpke, corrispondente da Germania, Austria e Svizzera, scrive: «Questa cosa del vaccino ai giornalisti serpeggia da giorni, e sono d’accordo con te andrebbe riservato a chi lavora in esterna, una percentuale bassissima di colleghi, siamo onesti. Ma fa pari con il vaccino agli avvocati. Siamo ancora una volta alle caste». 

Rappresentare la stampa come una corporazione compatta, intoccabile e interessata soltanto a difendere antichi privilegi equivale a fare una semplificazione comoda solo per diventare virali sui social.

Lucarelli contro Fronte

 
Lucarelli contro Fronte

Fronte contro Lucarelli

Leggi anche https://parcodigiacomo.blogspot.com/2021/03/vaccino-ai-giornalisti.html 

(Screenshot from Twitter)

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