martedì 29 dicembre 2020

Auguri di buon 2021, spazio alla speranza

Il portone della chiesa spalancato. Le panche vuote. La città deserta e silenziosa tutta intorno. Tra le immagini che hanno segnato il 2020, la fotografia della basilica di San Francesco a Pavia senza fedeli per il lockdown (pubblicata su questo blog il 20 aprile scorso) rimane impressa in modo particolare nella memoria. Non solo perché è stata l’immagine di apertura di uno degli articoli più cliccati dell’anno, bensì perché condensa in sé tutte le emozioni provate in questi dieci mesi: smarrimento, solitudine, sconcerto, paura, confusione, speranza. 

Ma procediamo con ordine: la sera del 23 febbraio, alle 21.49, su questo blog veniva rilanciato il messaggio del vescovo Corrado Sanguineti con il quale si annunciava la sospensione delle Messe con concorso di popolo. La decisione, presa dalla Conferenza episcopale lombarda, cambiava le carte in tavola: la pandemia non era più un trafiletto nelle pagine “Esteri” dei quotidiani, ma una realtà spaventosamente vicina. 

Chiesa senza fedeli

Da quel momento la quotidianità è mutata, perché si è dovuto fare i conti con un nemico invisibile, anzi con un doppio nemico. Da un lato la pandemia, che si diffondeva senza sosta portando morte e dolore, dall’altro l’infodemia, la smania di notizie e aggiornamenti che ha portato a cercare informazioni ovunque, confondendo notizie date da giornalisti con messaggi audio anonimi, e articoli di giornale con pensieri copiati e incollati non si sa bene da dove. 

Il terrore è un Dissennatore che si nutre di incertezza e confusione. E il caos di questi mesi ha nutrito abbondantemente schiere intere di Dissennatori, che tutt’ora vagano per le strade delle città trasmettendo con il loro bacio diffidenza, superficialità e astio nei confronti del prossimo. 

Le vie di mezzo sono state cancellate: quando si incontra qualcuno o lo si tratta come un possibile untore, dunque distanze massime e freddezza, o lo si abbraccia come se nulla fosse, tanto il Covid-19 non è un problema nostro, tanto i media esagerano, tanto, parafrasando Guccini, siam tutti giovani e belli. Adepti di una nuova religione che riconosce la scienza come divinità assoluta, oppure negazionisti capaci persino di ignorare lo strazio delle famiglie spezzate dal coronavirus

Chiesa vuota

Sono passati dieci mesi, tutto è stato segnato dal virus ma non tutto è stato virus. Abbiamo vissuto momenti difficili e incerti, bellissimi e terribili, di disperazione e di rinascita. E il portone della chiesa è ancora lì, silenziosamente spalancato verso strade poco trafficate. Forse la sua apertura è un invito: affidati. Non tutto è nelle tue mani, non tutto dipende solo da te, non sei e non sarai solo. Anche se il coronavirus ti ha lasciato isolato, anche se con il nuovo anno verranno al pettine i tanti nodi finora ignorati, c’è sempre spazio per la speranza. 

Quando tutto sembrava troppo buio il conforto è arrivato sotto forma di una piazza San Pietro deserta, nella quale un anziano pontefice si muoveva solitario sotto la pioggia battente. E pregava per un mondo che lo seguiva con gli occhi e il cuore dalla televisione, da milioni di case. 

Così, l’augurio per il nuovo anno non può che venire da papa Francesco, dall’udienza generale del 20 settembre 2017, che sembra pronunciata pochi giorni fa: «Non arrenderti alla notte: ricorda che il primo nemico da sottomettere non è fuori di te: è dentro. Pertanto, non concedere spazio ai pensieri amari, oscuri. Questo mondo è il primo miracolo che Dio ha fatto, e Dio ha messo nelle nostre mani la grazia di nuovi prodigi. Fede e speranza procedono insieme. Credi all’esistenza delle verità più alte e più belle. Confida in Dio Creatore, nello Spirito Santo che muove tutto verso il bene, nell’abbraccio di Cristo che attende ogni uomo alla fine della sua esistenza; credi, Lui ti aspetta. Il mondo cammina grazie allo sguardo di tanti uomini che hanno aperto brecce, che hanno costruito ponti, che hanno sognato e creduto; anche quando intorno a sé sentivano parole di derisione». 

E ancora: «Non pensare mai che la lotta che conduci quaggiù sia del tutto inutile. Alla fine dell’esistenza non ci aspetta il naufragio: in noi palpita un seme di assoluto. Dio non delude: se ha posto una speranza nei nostri cuori, non la vuole stroncare con continue frustrazioni. Tutto nasce per fiorire in un’eterna primavera. Anche Dio ci ha fatto per fiorire. Ricordo quel dialogo, quando la quercia ha chiesto al mandorlo: “Parlami di Dio”. E il mandorlo fiorì. Ovunque tu sia, costruisci! Se sei a terra, alzati! Non rimanere mai caduto, alzati, lasciati aiutare per essere in piedi. Se sei seduto, mettiti in cammino! Se la noia ti paralizza, scacciala con le opere di bene! Se ti senti vuoto o demoralizzato, chiedi che lo Spirito Santo possa nuovamente riempire il tuo nulla». 

Se il 2021 sarà diverso dipenderà anche dal nostro sguardo: «E coltiva ideali. Vivi per qualcosa che supera l’uomo. E se un giorno questi ideali ti dovessero chiedere un conto salato da pagare, non smettere mai di portarli nel tuo cuore. La fedeltà ottiene tutto». Buon anno nuovo a tutti voi.

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