domenica 29 marzo 2020

Coronavirus, l'autoisolamento per riscoprirci umani

[«Si deve evitare di uscire di casa. Si può uscire per andare al lavoro o per ragioni di salute o per altre necessità, quali, per esempio, l’acquisto di beni necessari. Si deve comunque essere in grado di provarlo, anche mediante autodichiarazione che potrà essere resa su moduli prestampati già in dotazione alle forze di polizia statali e locali. La veridicità delle autodichiarazioni sarà oggetto di controlli successivi e la non veridicità costituisce reato».

Con l’ultimo decreto per contrastare il contagio da coronavirus, che ha reso l’Italia intera zona rossa, blindando le persone in casa, è cambiato tutto. 

Autoisolamento e inquietudine, a casa da soli dobbiamo fare i conti con noi stessi

Da settimane i contagi crescevano, i medici lanciavano l’allarme, gli ospedali reggevano a fatica l’urto, i supermercati erano presi d’assalto. Da settimane, anzi, più precisamente dal 23 febbraio, in Lombardia erano state addirittura sospese le Messe con concorso di popolo. Una misura che non si ricorda nella storia recente della Chiesa.

Eppure, è stato necessario chiudere i bar e le pizzerie, limitare esplicitamente le attività sportive all’aria aperta, minacciare con sanzioni e denunce penali i trasgressori per far comprendere fino in fondo la gravità della situazione. Ora non ci sono più scuse: si sta in casa. E in casa si fanno i conti. Anche con l’inquietudine...] Per iFamNews, una riflessione su queste settimane di autoisolamento. 

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