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sabato 6 gennaio 2018

Avvento: la Chiesa e i giovani

C’è un’attesa da riscoprire, c’è un percorso da riprogrammare, c’è un orizzonte da raggiungere. Non sono “patacche” le obiezioni alla quotidianità emerse nel percorso di preparazione al Natale proposto ai giovani dalla diocesi. Due i momenti: gli esercizi spirituali in preparazione all’Avvento prima, la messa di Avvento per il mondo dell’università poi. 
Il primo passo, come ha spiegato perfettamente padre Maurizio Botta, è accettare la nostra condizione di disadattati: «La cultura contemporanea, profondamente intrisa di ateismo materialista, ci racconta che ogni sforzo di bene è inutile, che siamo tutti numeri in un interminabile processo produttivo, che dopo la vita è finito tutto, stop, zero. La fatica del reale è troppa, la vita a volte è troppo pesante, difficile, ingiusta. Infinitamente triste. Ma noi siamo dei disadattati». La nostra insoddisfazione è così grande che “meno dell’infinito tutto ci annoia”, perché abbiamo tutti dentro, seppur a volte celata alla perfezione, una piccola scintilla di divino. È questa natura divina che rende il cuore dell’uomo profondamente umano, è grazie a questa scintilla che possiamo dirci fratelli e camminare insieme nel rispetto e nella pace. 

Esercizi spirituali di Natale per i giovani con il vescovo Corrado Sanguineti

venerdì 13 novembre 2015

Luce nella notte

Venerdì 23 ottobre, ore 21.30, Duomo, cupola illuminata. L’appuntamento è di quelli che non si possono perdere: si replica “Luce nella notte”. L’evento, proposto l’anno scorso grazie alla collaborazione della pastorale universitaria con i frati Minori, aveva colpito la movida pavese con la sorpresa di una Cattedrale aperta di notte, dove qualunque giovane desideroso di pregare, confessarsi, ma anche solo parlare e confrontarsi era il benvenuto… 


La chiave per riaccendere la notte pavese passa anche da questi momenti. Momenti che nascono per annunciare la gioia dell’incontro con Gesù, e aiutano a creare nuovi incontri,  nuovi ponti, a trasformare una massa di figure indistinte in volti nitidi, per poter riconoscere tratti comuni e strade condivise. Mi è rimasta particolarmente impressa una frase che mi ha detto un ragazzo inizialmente diffidente: “Io sono ateo, non credo, ma apprezzo questa iniziativa, perché tutti abbiamo sogni, speranze o, come le chiamate voi, preghiere. E’ bello incontrarsi qui.” (Giacomo Bertoni, “Una luce rischiara la notte pavese”, “il Ticino”, venerdì 30 ottobre 2015, anno 124, n. 40, p. 16)