lunedì 12 aprile 2021

Pensiero unico (2): Oriana Fallaci

(continua...) Ma cosa fa il popolo? Cosa fanno i cittadini, gli elettori del Ministro della Magia? Cosa fanno i lettori della Gazzetta del Profeta? Troppi credono alle bugie. Troppi contribuiscono a creare il terreno fertile sul quale sorgerà la nuova dittatura. Il popolo è innocente? 

La risposta si trova in un altro libro, la seconda guida di questo viaggio nel pensiero unico: “Un uomo”, di Oriana Fallaci

Acropoli Atene

A pagina 379 (edizione speciale per il Corriere della Sera, 2019) di questo diario-dialogo con Alekos Panagulis si legge: «In un mio libro sulla guerra, sul Vietnam, avevi anche letto l’esempio della pallottola del fucile M16. Una pallottola che viaggia quasi alla velocità del suono, e viaggiando gira su se stessa, entrando nella carne continua a girar su se stessa, e rompe e lacera e dissangua, sicché anche ad esser colpiti a un muscolo si muore in un quarto d’ora. Una pallottola atroce, e atroce che qualcuno l’avesse inventata, che un governo l’avesse adottata, che un industriale vi si fosse arricchito». 

Atroce come le torture che Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato ha utilizzato per raggiungere il potere, atroce come la quotidiana banalità del male dei funzionari che si sono piegati al suo volere. Che hanno reso l’arresto e la condanna a morte di innocenti una banale routine, l’esecuzione di babbani una delle tante pratiche da sbrigare per liberare la scrivania. Il Signore Oscuro ha un disegno malvagio nella mente, ma i funzionari che obbediscono agli ordini? Ma i civili che vedono le ingiustizie e chiudono le tende per soffocare l’urlo della coscienza? 

Continua Oriana: «Però altrettanto atroce che gli operai di una fabbrica la costruissero, scrupolosamente, coscienziosamente, con l’avallo dei loro sindacati, dei loro partiti socialisti e pacifisti, scartandola se un difettino ne rallentava la corsa e le impediva di rompere lacerare dissanguare; altrettanto atroce che i soldati di un esercito la sparassero, mirando bene affinché non andasse sprecata per carità, sentendosi assolti dal lurido slogan ma-eseguo-gli-ordini». 

Non esegue forse gli ordini Dolores Umbridge? Più li esegue, più li esegue scrupolosamente, coscienziosamente, più la sua carriera avanza. Non si pone domande, non conosce dubbi, non ammette rimorsi. 

Riprende Oriana: «Io ne ho abbastanza della battuta io-eseguo-gli-ordini, eseguivo-gli-ordini, ho-eseguito-gli-ordini, ti scrissi, ne ho abbastanza della responsabilità attribuita ai generali e basta, ai ricchi e basta, ai potenti e basta: noi che siamo dunque? Dati anagrafici, numeri da manipolare a loro piacimento nelle guerre e nelle elezioni, nel propagarsi delle fottute ideologie e chiese e ismi? È anche colpa nostra, mia, tua, sua, di chiunque ubbidisce e subisce se quella pallottola viene inventata e fabbricata e sparata. Dire che il popolo è sempre vittima, sempre innocente, è un’ipocrisia e una menzogna e un insulto alla dignità di ogni uomo, di ogni donna, di ogni persona». 

Qual è il dolore più grande di Harry Potter? La delusione più profonda di Alekos Panagulis? L’angoscia più opprimente di Irina Ratushinskaja? Il silenzio della gente. L’indifferenza. La solitudine. Il sentirsi soli, consapevoli del male, consapevoli dell’inganno, eppure emarginati. Perché ancora combattere? Perché non unirsi alla corrente e accalappiare qualche privilegio, qualche accenno di normalità? In fondo la coscienza, con un po’ di allenamento, si può anche tacitare. E il potere aiuta a spegnerne l’eco. 

Conclude Oriana: «Un popolo è fatto di uomini, donne, persone, ciascuna di queste persone ha il dovere di scegliere e decidere per se stessa; e non si cessa di scegliere, di decidere, perché non si è né generali, né ricchi né potenti». (continua…

Leggi anche https://parcodigiacomo.blogspot.com/2021/04/pensiero-unico-1-jk-rowling.html 

(Image by Cristina Gottardi from Unsplash – Acropolis of Athens, Athens, Greece) 

Riproduzione riservata 

Nessun commento:

Posta un commento

E tu, cosa ne pensi?