mercoledì 25 novembre 2020

Tutorial a "Detto Fatto": il solito trash

Sta sollevando un gran polverone il tutorial per una spesa sensuale realizzato nello studio di “Detto Fatto”, nella fascia pomeridiana firmata Rai 2. Forte l’indignazione sui social, per quella che viene definita una rappresentazione sessista. Eppure questo misero teatrino arriva dopo anni di spettacolarizzazione del trash. Com’è possibile fare i sepolcri imbiancati oggi? E, soprattutto, com’è possibile accusare di sessismo ciò che è tutto fuorché sessismo? 

Perché Emily Angelillo, professione pole dancer, non ha fatto altro che adeguarsi alla famelica dipendenza da trash che abita la televisione e i social. E il bisogno di spazzatura avvolge tutto, persino i programmi teoricamente più “alti”. Non è più possibile infatti preparare un talk show senza l’ospite fumantino che certamente prima o poi esploderà, ribaltando il tavolo e magari abbandonando lo studio, ovviamente dopo aver gridato contro tutto e tutti. Non può mancare la domanda allusiva, volgare, il doppio senso che rimane sospeso tra gli sguardi fintamente scandalizzati di conduttori e ospiti. 

Tutorial spesa sensuale

«Non esiste diretta senza imprevisto», mi è stato detto la prima volta che mi sono seduto in radio per la mia prima rassegna stampa, ed è vero. Ma oggi l’imprevisto è cercato, studiato e progettato perché venga poi trasformato in gif e meme sui social. L’importante è che si parli della trasmissione, del super ospite che super non è, del super scoop che super non è, nonostante i riscontri Auditel che super non sono. 

Il tutorial per una spesa sensuale voluto, provato e mandato in onda a “Detto Fatto” non è sessismo, è solo l’ennesima nuova striscia dell’iceberg di trash che emerge dal mare. E c’è chi si sfrega le mani perché oggi tutti parlano di una trasmissione della quale non parlava più nessuno da tempo. 

“Detto Fatto” non è una testata giornalistica e non opera con giornalisti, dunque non ci si può appellare alla deontologia, come avvenuto per Barbara D’Urso e padre Livio Fanzaga. Oltre la deontologia esiste però ancora il buongusto. E c’è stato un tempo nel quale la Rai era madrina del buongusto, perché così si faceva cultura. Sia ben chiaro, anche adesso si fa cultura: dare spazio al trash è una scelta editoriale chiara, esplicita e formativa. Atta però a formare una massa di burattini. 

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