Questa cronaca di Giacomo Bertoni è stata prodotta in
collaborazione tra Ossigeno per l’informazione,
La Provincia Pavese, Unione Nazionale Cronisti Italiani, Ordine Giornalisti Lombardia per integrare le
cronache dei media con un resoconto oggettivo, puntuale ed esauriente dello
svolgimento del processo in corso al Tribunale di Pavia in cui è imputato il
presunto responsabile dell’uccisione del fotororeporter italiano Andrea
Rocchelli e del giornalista russo Andrey Mironov. Questo testo è stato pubblicato
sul sito web ossigeno.info ed è stato inviato a Vienna al Rappresentante per la
Libertà dei Media dell’Osce, che segue con attenzione la vicenda. L’articolo
può essere ripubblicato liberamente a condizione di mantenere la firma e questa
nota di presentazione.
Blog di Giacomo Bertoni, giornalista e scrittore. Già la Provincia Pavese, Ossigeno per l'informazione, il Ticino, Radio Mater, iFamNews. Qui si parla di giornalismo, giovani, vita, libri, Chiesa e futuro.
sabato 1 dicembre 2018
sabato 3 novembre 2018
"Morte dov'è la tua vittoria?"
E ancora, come ogni anno, la tradizionale processione dei
ceri nella Messa della sera per la
Commemorazione dei defunti. All’altare si porta un cero con il nome della
persona cara morta durante l’anno, e ogni piccola fiamma arderà, una dopo l’altra,
durante il nuovo anno liturgico accanto al Santissimo. Tanti nomi, tante
storie, tanti incontri.
La vita del quartiere passa anche da qui, dalla croce,
segno della più grande sofferenza e della più grande speranza. «Sulla
cappella del cimitero del mio paesello c’è una scritta, “Resurrecturis” – ha ricordato
don Antonio Lecchi, parroco del San Luigi Orione –, è una perifrastica attiva
che indica un’azione imminente, “a coloro che stanno per risorgere”. Questa
sera siamo qui per fare memoria, non solo per ricordare un passato, ma per
celebrarlo nell’attesa della risurrezione».
I 64 ceri sono stati portati
davanti all’altare mentre il coro cantava a piena voce “Cristo è risorto
veramente alleluia”. Ritorna alla mente una frase pronunciata da don Antonio
dopo la processione di due anni fa: «Tanti ceri formano una croce. E noi
sacerdoti siamo qui. Piangiamo con voi, crediamo con voi, speriamo con voi».
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giovedì 1 novembre 2018
Chiara Luce Badano: "Io ho tutto"
«Rifugio è il Dio dei tempi antichi e quaggiù lo sono le sue
braccia eterne…» (Dt 33,27a)
«Era come se attorno a noi fiorissero ogni
giorno tante nuove realtà». A volte il senso della propria vita diventa evidente
dopo un incontro. Un incontro che non spazza via le domande, le paure, le
difficoltà, ma dà a tutte le fatiche una direzione. E mentre la riga della vita
inizia pian piano a unire tutti i puntini che prima rischiavano di perdersi,
possono compiersi tanti piccoli grandi miracoli. A raccontare un incontro
straordinario, in una chiesa del Carmine gremita per la veglia “Notte dei
Santi”, è stato Ferdinando Garetto, medico, che il suo incontro l’ha vissuto con
la beata Chiara Luce Badano.
«È bello ricordare Chiara stasera – ha
detto Ferdinando –, perché questa è la festa che unisce terra e cielo. Ho
incontrato Chiara quando avevo 23 anni, ero uno studente di medicina e nella
testa iniziavo a pormi alcune domande di senso, ad esempio sulle scelte
definitive: è possibile dire “sì” per sempre? E a questo si sommava un periodo
particolarmente intenso nel mio percorso universitario, perché ero al quarto
anno e per la prima volta passavo dalle malattie studiate sui libri al dolore
vivo dei pazienti che incontravo in ospedale».
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sabato 27 ottobre 2018
Oriana Fallaci: "Poi, all'improvviso, la notte"
«L’indomani ero partita per il Vietnam. C’era la guerra in
Vietnam e se uno faceva il giornalista finiva prima o poi per andarci. Perché
ce lo mandavano, o perché lo chiedeva. Io l’avevo chiesto. Per dare a me stessa
la risposta che non sapevo dare a Elisabetta, la vita cos’è, per ricercare i
giorni in cui avevo troppo presto imparato che i morti non rinascono a
primavera.
Ed ora mi trovavo a Saigon e i miei occhi vagavan sorpresi senza
vedere la guerra: dov’era la guerra? Nell’aeroporto di Than Son Nhut i caccia a
reazione, gli elicotteri con le mitraglie pesanti, i rimorchi con le bombe al
napalm si allineavano insieme ai soldati dall’aria triste. Ma questa non era
ancora la guerra. Lungo la strada che porta in città si ammucchiavano
sbarramenti di filo spinato, fortificazioni coi sacchi di sabbia, torrette da
cui i soldati puntavan fucili. Ma questa non era ancora la guerra. In città
passavano jeep coi militari armati, camion coi cannoncini spianati, convogli
con le cassette di munizioni. Ma questa non era ancora la guerra.
Cosa c’entra
la guerra coi risciò che si tuffan leggeri, a pedalate, nel traffico, le
venditrici di acqua che corrono a piccoli passi bilanciando la merce sui piatti
a stadera sospesi a una canna di bambù, le minuscole donne dai lunghi vestiti e
i capelli sciolti che dondolan dietro le spalle come veli neri, le biciclette,
le motociclette, i bambini con le scatole di cera e le spazzole per pulirti le
scarpe, i taxi luridi e svelti.
mercoledì 17 ottobre 2018
Gianna Jessen a Pavia: "La vita è un dono"
«Sono qui per dire che ognuno è immensamente amato da
Dio, il mio messaggio principale voglio sia questo. Non siamo mai abbandonati
qualunque sia la nostra condizione: dobbiamo crederlo con tutto il cuore e,
pertanto, lasciarci semplicemente amare». (Gianna Jessen)
Il 30 novembre Gianna
Jessen sarà a Pavia per la serata inaugurale del suo tour di conferenze in
Italia. Wikipedia la definisce “un'attivista antiabortista statunitense", ma chi
è davvero Gianna Jessen? Ecco come lei stessa si presenta: «Sono
stata abortita e non sono morta. La mia madre biologica era incinta di sette
mesi quando andò da Planned Parenthood nella California del sud e le
consigliarono di effettuare un aborto salino tardivo. Un aborto salino consiste
nell’iniezione di una soluzione di sale nell’utero della madre. Il bambino
inghiottisce la soluzione, che brucia il bambino dentro e fuori, e poi la madre
partorisce un bambino morto entro 24 ore. Questo è capitato a me! Sono rimasta nella soluzione per circa 18
ore e sono stata partorita viva il 6 aprile 1977 alle 6 del mattino in una
clinica per aborti della California.
C’erano giovani donne nella stanza che
avevano appena ricevuto le loro iniezioni ed aspettavano di partorire bambini
morti. Quando mi videro, provarono l’orrore dell’omicidio. Un’infermiera chiamò
un’ambulanza e mi fece trasferire all’ospedale. Fortunatamente per me il medico
abortista non era alla clinica. Ero arrivata in anticipo, non si aspettavano la
mia morte fino alle 9 del mattino, quando sarebbe probabilmente arrivato per il
turno d’ufficio.
Sono sicura che non sarei qui oggi se il medico abortista fosse stato alla clinica dato che il suo lavoro è togliere la vita, non sostenerla. Qualcuno ha detto che sono un “aborto mal riuscito”, il risultato di un lavoro non ben fatto. Fui salvata dal puro potere di Gesù Cristo. Signore e Signori, dovrei essere cieca, bruciata… dovrei essere morta! E tuttavia, io vivo!
Sono sicura che non sarei qui oggi se il medico abortista fosse stato alla clinica dato che il suo lavoro è togliere la vita, non sostenerla. Qualcuno ha detto che sono un “aborto mal riuscito”, il risultato di un lavoro non ben fatto. Fui salvata dal puro potere di Gesù Cristo. Signore e Signori, dovrei essere cieca, bruciata… dovrei essere morta! E tuttavia, io vivo!
sabato 29 settembre 2018
Santa Monica e la famiglia cristiana
«Tre giorni fa, il 27 agosto, abbiamo celebrato la memoria
liturgica di santa Monica, madre di sant’Agostino, considerata modello e
patrona delle madri cristiane. Di lei molte notizie ci vengono fornite dal
figlio nel libro autobiografico Le confessioni, capolavoro tra i più letti di
tutti i tempi. Qui apprendiamo che sant’Agostino bevve il nome di Gesù con il
latte materno e fu educato dalla madre nella religione cristiana, i cui
princìpi gli rimarranno impressi anche negli anni di sbandamento spirituale e morale.
Monica non smise mai di pregare per lui e per la sua conversione, ed ebbe la
consolazione di vederlo ritornare alla fede e ricevere il battesimo. Iddio
esaudì le preghiere di questa santa mamma, alla quale il Vescovo di Tagaste
aveva detto: “È impossibile che un figlio di tante lacrime vada perduto”. In
verità, sant’Agostino non solo si convertì, ma decise di abbracciare la vita
monastica e, ritornato in Africa, fondò egli stesso una comunità di monaci.
Commoventi ed edificanti sono gli ultimi colloqui spirituali tra lui e la madre
nella quiete di una casa di Ostia, in attesa di imbarcarsi per l’Africa. Ormai
santa Monica era diventata, per questo suo figlio, “più che madre, la sorgente
del suo cristianesimo”.
Il suo unico desiderio era stato per anni la conversione di Agostino, che ora vedeva orientato addirittura verso una vita di consacrazione al servizio di Dio. Poteva pertanto morire contenta, ed effettivamente si spense il 27 agosto del 387, a 56 anni, dopo aver chiesto ai figli di non darsi pena per la sua sepoltura, ma di ricordarsi di lei, dovunque si trovassero, all’altare del Signore. Sant’Agostino ripeteva che sua madre lo aveva “generato due volte”.
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lunedì 24 settembre 2018
È da una mamma che viene la salvezza
«Alla ricerca di una buona lettura nella libreria di un
grande centro commerciale. In mano un paio di libri, lo sguardo scorre
distratto sulle note di retrocopertina. Nella corsia davanti alla tua, quella
dedicata agli albi illustrati, un bambino continua a emettere urletti e versi
senza senso, ogni tanto poi ride così forte che sembra soffocarsi. Il solito
bambino maleducato, pensi, abbandonato lì dai genitori, che magari starà pure
strappando qualche pagina. Sarà meglio dare un’occhiata...» Per il
blog di Costanza Miriano un incontro che apre al Mistero.
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mercoledì 19 settembre 2018
Giustizia per Rocchelli. Nuovo rinvio al processo di Pavia
Riprenderà il 23 novembre. Intanto sarà nuovamente
notificata all’Ucraina la citazione chiesta dai familiari del fotoreporter
italiano ucciso in Ucraina nel 2014. Tensione fuori dal tribunale.
Questa
cronaca di Giacomo Bertoni è stata prodotta in collaborazione tra Ossigeno per l’informazione, La Provincia Pavese,
Unione Nazionale Cronisti Italiani, Ordine
Giornalisti Lombardia per integrare le cronache dei media con un
resoconto oggettivo, puntuale ed esauriente dello svolgimento del processo in
corso al Tribunale di Pavia in cui è imputato il presunto responsabile
dell’uccisione del fotoreporter italiano Andrea Rocchelli e del giornalista
russo Andrey Mironov. Questo testo è stato pubblicato sul sito web
ossigeno.info ed è stato inviato a Vienna al Rappresentante per la Libertà dei
Media dell’Osce, che segue con attenzione la vicenda.
«È stato rinviato al 23
novembre 2018 il processo all’italo-ucraino Vitaly Markiv, 29 anni, imputato
per l’omicidio del fotoreporter italiano Andy Rocchelli e dello scrittore
dissidente russo Andrej Mironov, uccisi il 24 maggio del 2014 in Ucraina mentre
realizzavano un reportage per documentare le sofferenze della popolazione
civile del Donbass a causa degli scontri tra separatisti filorussi e l’esercito
di Kiev (...)».
Link articolo completo https://www.ossigeno.info/giustizia-per-rocchelli-nuovo-rinvio-al-processo-di-pavia/
giovedì 6 settembre 2018
Carlo Caffarra, un uomo di Dio
Un uomo di Dio. Profondamente innamorato della Chiesa e
della Verità. Per ricordare il cardinal Caffarra, scomparso il 6 settembre 2017,
ecco le parole che ha pronunciato nel 2016 a Pavia davanti all’arca di Sant’Agostino.
<<La Chiesa, come ci viene detto nella prima lettura, è l’unità umana
ricostruita dall’obbedienza all’insegnamento degli Apostoli e dalla “frazione
del pane”, cioè dalla celebrazione eucaristica. L’espressione inequivocabile
dell’unità riedificata dalla fede e dal Sacramento, è la scomparsa delle
categorie “mio-tuo”: «tenevano ogni cosa in comune». Se dalla prima lettura
passiamo alla pagina evangelica, la presentazione della Chiesa diventa
drammatica.
Accanto all’amabile ed attraente figura del Buon Pastore, si muovono lupi rapaci. Essi si sono introdotti nel gregge del Signore “per rapire e disperdere”; e di fronte ai lupi vi sono pastori-mercenari che fuggono, impauriti dal pericolo. Ma la seconda lettura è ancora più drammatica. Essa preannuncia per la Chiesa «un giorno in cui non si sopporterà più la sana dottrina…rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole».
Accanto all’amabile ed attraente figura del Buon Pastore, si muovono lupi rapaci. Essi si sono introdotti nel gregge del Signore “per rapire e disperdere”; e di fronte ai lupi vi sono pastori-mercenari che fuggono, impauriti dal pericolo. Ma la seconda lettura è ancora più drammatica. Essa preannuncia per la Chiesa «un giorno in cui non si sopporterà più la sana dottrina…rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole».
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lunedì 3 settembre 2018
Tempo di saldi ma non per la verità
Paolo VI ha scritto: «Non sminuire in nulla la salutare
dottrina di Cristo è eminente forma di carità verso le anime».
«La
fermezza della Chiesa, nel difendere le norme morali universali e immutabili,
non ha nulla di mortificante. È solo al servizio della vera libertà dell'uomo:
dal momento che non c'è libertà al di fuori o contro la verità, la difesa
categorica, ossia senza cedimenti e compromessi, delle esigenze assolutamente
irrinunciabili della dignità personale dell'uomo, deve dirsi via e condizione
per l'esistere stesso della libertà.
Questo servizio è rivolto a ogni uomo,
considerato nell'unicità e nell'irripetibilità del suo essere ed esistere: solo
nell'obbedienza alle norme morali universali l'uomo trova piena conferma della
sua unicità di persona e possibilità di vera crescita morale. E, proprio per
questo, tale servizio è rivolto a tutti gli uomini: non solo ai singoli, ma
anche alla comunità, alla società come tale.
mercoledì 29 agosto 2018
Padre Giancarlo, l'amico di Agostino
«È morto a Sant’Agostino, proprio a Sant’Agostino». Poi
la voce trema, gli occhi si fanno lucidi e cala il silenzio. Una signora rimane
commossa a leggere l’annuncio funebre affisso accanto all’ingresso della
basilica di San Pietro in Ciel d’Oro: “È salito alla casa del Padre, padre
Giancarlo Ceriotti, agostiniano”. «Era un sacerdote speciale – ricorda la
signora fermando due pellegrini – ha studiato tutta la vita Agostino e ora lo
incontra in Paradiso proprio nel giorno della sua festa».
Padre Giancarlo si è
spento all’età di 77 anni, dopo una lunga e dolorosa malattia che lo aveva reso
sempre più fragile nei movimenti. Indissolubile il suo legame con Pavia: nel
1968, assieme a monsignor Giovanni Scanavino, aveva istituito la Settimana
agostiniana pavese, sette giorni pieni di eventi culturali e spirituali per far
conoscere alla città il pensiero di Agostino. Quest’anno si era festeggiata la
50ma edizione.
lunedì 27 agosto 2018
Anche Mordor ha una data di scadenza
«Come hobbit in una Terra di Mezzo soggiogata da Sauron.
Piccoli, fragili, soli. La fotografia di Tolkien sembra scattata pochi giorni
fa: Isengard pare dietro l’angolo, lì ogni giorno vengono forgiate nuove
menzogne, e Mordor è ormai una città nella città. Nelle nostre città. Ma tutto
questo avviene nel silenzio, quasi con dolcezza: nell’aria non risuonano i
corni della battaglia, il cielo non è sconquassato da nuvole tempestose. Eppure
l’avanzata di Sauron continua ineluttabile, mossa dall’obiettivo di trasformare
le comunità in gruppi di pedine grigie, sconosciute e intercambiabili…»
Per il blog di Costanza Miriano una riflessione su Sauron e noi. (foto
Wikipedia.org)
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