«I sacerdoti che hanno trovato il coraggio di fare questo, anche
andando formalmente contro le disposizioni dei propri vescovi, sono più
pienamente obbedienti di quanti si sono invece fermati alla lettera». Così
scrive Luisella Scrosati sulla Nuova Bussola Quotidiana oggi.
Si parla di Messe al tempo del coronavirus, un tema dibattuto e sofferto, se pensiamo che in Lombardia le Messe sono celebrate a porte chiuse dal 23 febbraio scorso. Il motore dell’articolo è: «Celebrare la Messa in questo tempo è un atto di obbedienza piena». A supporto della tesi si porta l’epicheia, o equità, virtù fondamentale per aderire sempre alla volontà di Dio.
Si parla di Messe al tempo del coronavirus, un tema dibattuto e sofferto, se pensiamo che in Lombardia le Messe sono celebrate a porte chiuse dal 23 febbraio scorso. Il motore dell’articolo è: «Celebrare la Messa in questo tempo è un atto di obbedienza piena». A supporto della tesi si porta l’epicheia, o equità, virtù fondamentale per aderire sempre alla volontà di Dio.
Un articolo approfondito e
indubbiamente preciso, che dimentica però alcuni elementi chiave: le Messe non
sono state vietate, le Messe continuano ad essere celebrate a porte chiuse, si
sono moltiplicati gli appuntamenti televisivi e online per potervi partecipare
spiritualmente (con inattesi riscontri auditel), la decisione di sospendere le
Messe con concorso di popolo è arrivata dalla collaborazione fra autorità civili e religiose.