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domenica 22 gennaio 2017

Il viaggio verso l'edicola e il capitale umano

Stai uscendo per andare a comprare i giornali. È presto, troppo presto per una domenica mattina. Hai litigato con un ghiaccio impertinente che non voleva saperne di andarsene dal parabrezza del tuo macinino. Però ormai sei in ballo: i giornali chiamano. La città si sveglia dolcemente: anche Pavia si stiracchia infreddolita e chiede, per una volta, di riposare ancora un’oretta. Superata una fila di alberi, dal finestrino entra un raggio di sole. Un raggio decisamente introverso, direi quasi asociale a giudicare dalla sua intensità, ma capace di trasformare in piccolo evento magico il suo ingresso dal finestrino ghiacciato.

Che uomini strani che siamo. Quasi non ci parliamo più, tutti presi dai nostri smartphone… Eh no! Con la dovuta buona creanza, mi chiamo fuori. Vivo felicemente libero dall’ossessione dei cinque selfie quotidiani (prontamente diffusi sui social). Tra l’altro, anche se ne fossi tentato, non potrei farli: il mio smartphone non ha la fotocamera davanti (da notare il linguaggio forbito). Che poi così smart non è, visto che non mi risponde mai quando lo prego di risolvere da solo i suoi problemi. 

Il finestrino di un'auto con il vetro ghiacciato all'alba